Nick: DeK Oggetto: Stringimi Data: 23/8/2005 12.42.36 Visite: 182
(Il testo che segue e' tratto da "Gaiman, Master of Dreams" di Luca Lorenzon: http://www.fucine.com/network/fucinemute/core/index.php?url=redir.php?articleid=535 ) STRINGIMI Hellblazer è la serie che la DC Comics consacrò al "mystery man" John Constantine, creato nel 1985 da Alan Moore per la saga di Swamp Thing, che stava già rivoluzionando il mondo dei comic books.
Sito di Hellblazer: http://www.dccomics.com/features/hellblazer / Della cultura, della suggestività e delle capacità affabulatorie di Neil Gaiman si sono già scritti addosso in molti (anche a sproposito, com’è inevitabile). Ma se abbandoniamo il timore reverenziale che ammanta di "monumentalità" opere che hanno come referenti Omero, Shakespeare e compagnia notiamo che Neil Gaiman non è solo l’(inattaccabile) autore di Sandman. Esiste anche, in ambito fumettistico, un Gaiman più quotidiano, meno aulico e quindi immediato, incisivo e addirittura ironico. Per questa sua naturalezza e semplicità, indubitabile segnale di quanto Gaiman sia abile nell’architettare una sceneggiatura, è lecito chiedersi se non sia proprio questo il Gaiman migliore, quello cioè delle storie brevi. In questa non sterminata produzione sono due le opere che emergono per la loro qualità semplicemente eccelsa: Batman black & white 2: A black and white world ed Hellblazer 27: Hold me.
Il sito di Neil Gaiman: http://www.neilgaiman.com / La trama di Hold me è facilmente riassumibile: un barbone muore di freddo ma risorge come fantasma alla ricerca di calore umano. Da una parte abbiamo l’orrore vero, le tragiche condizioni dei senzatetto inglesi costretti a strisciare "come ratti cenciosi" in cerca di un rifugio e dall’altra l’orrore rassicurante ed un po’ fiabesco di un topos dell’horror, che assume nei confronti del primo orrore un ruolo risolutorio, rassicurante. Ciò non avviene solo a livello narrativo (la scia di morti che si lascia dietro il clochard fantasma è il motore della vicenda) ma anche culturale poiché il richiamo ad una figura di finzione che ne sostituisce una reale ben più tragica assume uno statuto consolatorio per il lettore, sdrammatizzando l’immagine del barbone che riesce, almeno nell’aldilà, a trovare un pur minimo riscatto. La dicotomia tra orrore reale e orrore fantastico si mantiene inalterata nell’altro livello della storia. John Constantine viene abbordato ad una festa da una vecchia conoscente, Anthea: accetta di accompagnarla a casa, bevono qualcosa assieme, ascoltano la musica adatta e lei gli chiede di fare l’amore. Un fulmineo flashback di Constantine blocca di colpo la situazione: Anthea è lesbica e interrogata al riguardo confessa di averlo sedotto con l’intenzione di fabbricarci insieme "una piccola bimba bionda" per lei e la sua compagna Sarah.
Indignato come solo un inglese sa essere (e su questa irascibilità britannica di Constantine molti autori, principalmente inglesi, si sarebbero profusi in divertiti ammiccamenti), John esce dall’appartamento di Anthea, per scoprire dapprima una bambina in lacrime e poi la causa della sua disperazione: la madre le è stata appena uccisa dal fantasma del barbone. ... Lo "scontro" con lo spettro di Jacko, il barbone che non vuole abbandonare il regno dei vivi prima di aver provato del vero calore umano, si conclude nell’arco di quattro tavole, con una sorta di balletto al rallentatore inframmezzato dai commenti fintamente cinici di Constantine per sdrammatizzare la situazione, far partecipare il lettore e mantenere coerente la sua personalità. E dopo una sequenza così intensa e coinvolgente una sorta di "morale" finale non stona affatto, rendendo anzi universale la storia appena raccontata ed aumentandone ulteriormente la levatura drammatica.
Potete leggere "Hold me" qui: http://www.livejournal.com/community/scans_daily/779660.html Fonte - Giavasan: http://giavasan.diludovico.it/archivio/2005/08/23/hold-me / Vuoi aggiungere musica nei tuoi post? http://dek.altervista.org/ccsf/index.htm Ti Amo. Senza se e senza ma. |