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Nick: Peppos
Oggetto: Bush e lo scherzetto dei 9
Data: 31/8/2005 1.42.18
Visite: 67

Il presidente sempre più isolato nella sua politica sul clima
All'iniziativa del governatore di NY ha aderito tutto il Nordest
Kyoto, nove Stati Usa contro Bush: "Un protocollo per conto nostro"
L'accordo prevede la riduzione del 10% delle emissioni di C02
Un'iniziativa analoga dei sindaci ha raccolto grande successo
di VALERIO GUALERZI

ROMA - Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush da tempo cerca alleati all'estero per neutralizzare la possibilità di dover fare prima o poi i conti con il Protocollo di Kyoto, ma dovrebbe iniziare a preoccuparsi del "fronte interno", perché il terreno inizia a franargli sotto i piedi.

Nove stati del nordest degli Usa hanno raggiunto un'intesa preliminare per stabilizzare le loro emissioni di anidride carbonica e poi ridurle del 10% entro il 2020. A lavorare all'accordo, che dovrebbe essere ratificato in maniera formale nelle prossime settimane, sono stati i governatori di Connecticut, Delaware, Maine, Massachusetts, New Hampshire, New Jersey, New York, Rhode Island e Vermont, quasi tutte regioni altamente industrializzate che complessivamente producono tanta CO2 quanto la Germania.

Si tratta di un passo importante che potrebbe avere pesanti ricadute nel futuro e che soprattutto rende palese la frattura tra la Casa Bianca e il resto del Paese su come e quanto preoccuparsi della lotta ai cambiamenti climatici. Al recente G8 scozzese Bush pur continuando a rifiutare categoricamente qualsiasi politica restrittiva sulle emissioni inquinanti, ha fatto un piccolo passo avanti, ammettendo che effettivamente il pianeta si sta surriscaldando. L'idea di aderire al patto di Kyoto, che andrà presto rinegoziato in vista degli obiettivi da stabilire per la seconda fase, quella successiva al 2012, resta però per il presidente Usa un tabù in quanto a suo avviso imporrebbe costi troppo alti all'industria statunitense.

La strada da seguire secondo Bush è quella degli accordi volontari e degli investimenti nelle tecnologie "pulite" in grado di risolvere il problema senza rallentare la crescita economica. Assunto che i firmatari di Kyoto e ormai anche molti capitani d'industria non condividono affatto, ma sul quale la Casa Bianca ha cercato di ottenere il consenso di alcune delle nazioni più inquinanti, soprattutto in prospettiva, come Cina e India. Attualmente questi due paesi aderiscono a Kyoto ottenendone soprattutto vantaggi grazie allo status di nazioni in via di sviluppo, ma in vista del rinnovo post 2012, quando i vincoli sulle emissioni anche per loro sarebbero stringenti, si sono dimostrate molto recalcitranti. 

Legando a sé Cina e India con la nascita di una "Partnership dell'Asia-Pacifico per lo sviluppo pulito ed il clima" (ma hanno siglato l'intesa anche Corea e Australia) gli Usa riuscirebbero di fatto a negare un futuro alla politica di controllo dei gas serra.
Una strategia che potrebbe però essere vanificata dalla crescente consapevolezza sui pericoli dei cambiamenti climatici e la necessità di contrastarli che sta conquistando gli Usa. E' significativo in tal senso che l'accordo raggiunto tra i nove stati è nato da un'iniziativa del governatore di New York, George Pataki, aspirante candidato repubblicano alle prossime elezioni presidenziali del 2008.

Il "patto dei nove", accolto con soddisfazione dal mondo ambientalista americano, non è tra l'altro un esempio isolato. Sulla costa pacifica California e Oregon stanno lavorando a un progetto simile, mentre l'iniziativa pioniera in questo campo, quella lanciata nel marzo scorso dal sindaco di Seattle, ha riscosso un successo straordinario.

Subito dopo l'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, Greg Nickels, il primo cittadino della capitale del grunge e dell'industria aeronautica, ha lanciato un appello ai sindaci degli Usa affinché sottoscrivessero una carta d'intenti per attuare nei loro municipi pratiche in grado di contrastare i cambiamenti climatici. L'invito, nel giro di pochi mesi, è stato sottoscritto da 176 sindaci in rappresentanza di 40 milioni di americani. Tra i firmatari primi cittadini repubblicani e democratici, di piccoli centri di provincia e di metropoli come New York, San Francisco, Salt Lake City e New Orleans.

(28 agosto 2005)
LA VICENDA LAZIO CE L'HA INSEGNATO, EVADERE LE TASSE NON E' PIU' REATO!



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