Nick: A$piDe Oggetto: Rapina come FILM a Roma. Data: 2/9/2005 10.3.50 Visite: 94
Ostiense, banditi fanno irruzione in una banca con una pistola Fuggono con un ostaggio, la polizia li circonda e si arrendono. Un passante ha chiamato il 113 e la polizia è arrivata sul posto, poi un drammatico faccia a faccia coi rapinatori. di MASSIMO LUGLI. ROMA - "Butta la pistola. Non fare scherzi o ti spariamo, butta quella dannata pistola, adesso". Armi spianate, giubbotti antiproiettile, poliziotti in divisa e in borghese, una piccola folla tenuta a distanza. Sono gli ultimi, frenetici istanti di una rapina alla banca Unicredit di via Ostiense 60, poco dopo le 15,30. Tre veterani in azione, con una semiautomatica 7,65, colpo in canna e cane alzato, pronta a far fuoco. La polizia arriva in un attimo e il palazzo è circondato, i banditi tentano il tutto per tutto, cercano di scappare spingendo avanti un ostaggio. Sono momenti terribili, la sparatoria è già nell'aria. Ma il terzetto si guarda attorno e capisce che la partita è persa: niente da fare, la fuga durerebbe al massimo poche centinaia di metri. Uno dopo l'altro, i rapinatori si arrendono. Fedine penali che grondano arresti e condanne: Giorgio Pileri, 53 anni, Antonio Taibano, di 54, e Maurizio Quadagno, 45 anni. Come in un film d'azione ma stavolta, pistole e proiettili erano veri. Comincia nel solito modo: davanti alla banca si fermano un "SH 150" blu e uno "Scarabeo" rosso. Nel locale ci sono quattro impiegati e una cliente. Niente metal detector nè guardia giurata, un colpo che dovrebbe andare sul velluto. All'inizio, in effetti, tutto liscio. Impiegati e cliente alzano le mani, il cassiere riempie alla svelta un sacco di banconote e i banditi si apprestano a girare sui tacchi. Ma nel frattempo, qualcuno ha visto la scena e ha chiamato il 113. L'apparato di sicurezza, rafforzato al massimo in questi giorni di paura per il terrorismo internazionale, si mette in moto come una macchina di guerra. "Sono ancora dentro, andate sul posto, mettete i giubbotti antiproiettile, massima attenzione per tutti" la voce di Raffaele Clemente, dirigente della sala operativa rimbalza nelle autoradio più vicine in zona. In via Ostiense piombano, nel giro di pochi istanti, le volanti e le auto dei commissariati Celio, Viminale e San Paolo. "Sono dentro, sono ancora lì" annuncia la voce emozionata di un giovane poliziotto. Gli agenti balzano a terra e stringono tutto il palazzo in un cordone. Nessuno sa cosa sta succedendo nella banca, se i rapinatori sono armati, se hanno una pistola vera, una innocua "replica" o il solito taglierino. Attraverso i vetri, i rapinatori capiscono che il colpo si è trasformato in una debacle. Buttano a terra il sacco coi soldi ma non sono ancora disposti ad andare in galera e giocano il tutto per tutto. Uno dei tre si affaccia sulla porta spingendo avanti uno spaventatissimo impiegato. "Non ci pensare nemmeno, butta la pistola e arrenditi" urla uno dei poliziotti con la calibro 9 in pugno. I due si fronteggiano come in un film di Qentin Tarantino, poi il bandito cede e si arrende. Gli altri due vengono arrestati subito dopo. Ma, dentro, potrebbero esserci altri complici. I poliziotti entrano con cautela nel locale, ispezionano ogni angolo. Ancora qualche minuto di tensione poi si capisce che è il momento dei titoli di coda. (2 settembre 2005)
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