Nick: Nuje Oggetto: C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA Data: 2/9/2005 18.27.25 Visite: 214
Fa strano vedere gli abitanti di New Orleans indifesi di fronte alla natura. Fa strano vedere un paese come gli USA che nel nostro immaginario (anche quello degli antiamericani) tutto può e tutto dispone, ridotto in ginocchio da una catastrofe, più o meno, naturale. Sembra un film, una di quelle cose che al cinema ti incollano le pacche alla poltrona facendoti godere tutta la strizza perchè tanto sai che dopo esci ed è tutto finito. Però se ci pensiamo solo un attimo in più questo film capita di vederlo sempre più spesso. Di Tzunami avevo sentito parlare una trentina d'anni fa, era tempo di scuole elementari e io, da ragazzino curioso che leggeva tantissimo, mi trovai tra le mani un libro di geografia nel quale si spiegava cosa fosse. Un'onda che poteva arrivare a svariate decine di metri d'altezza e io facevo fatica ad immaginarmela visto che il palazzo dove abitavo all'ultimo piano era alto una ventina di metri. E poi i palazzi sono fatti per stare in piedi, come poteva un'onda essere addirittura più alta di un palazzo? Me lo chiedevo sempre, fin quando i dubbi non vincevano la mia voglia di crederci "perchè era scritto in un libro". A finale io allo tzunami non ci ho mai creduto più che all'unicorno. Poi un giorno del terzo millennio me lo ritrovai davanti in tutta la sua potenza distruttrice e dovetti convenire che esisteva. E faceva pure male. Nell'estate 2003 mi era capitato di cambiare opinione sul cosiddetto effetto serra, un'altra figura che credevo mitologica al pari del grifone. Invece gli esperti addebitarono proprio a quel surriscaldamento del pianeta il caldo infernale che provocò la morte di oltre 5000 persone in Europa. L'estate più calda da quando si effettuano i rilevamenti della temperatura, la definirono. E mi lasciò sconvolto l'incapacità della nostra civiltà di non saper far fronte in qualche modo al fenomeno. Pochi gradi in più o in meno cambierebbero, forse fino a cancellare il nostro mondo. Cos" pensai, non senza apprensione, in quei giorni. E poi siccità, fiumi imponenti che sembrano quasi sparire. E' successo ovunque in Europa quest'anno, con i fiumi e i laghi a boccheggiare svariati metri sotto il livello minimo storico. Però anche alluvioni, inondamenti e pure questo è accaduto ovunque dai Balcani, alla Spagna, dai paesi dell'est europeo alla Germania. Se vi dico che sui morti c'è spazio solo per il dolore mi credete? Bene. Però dopo che si è pianto, dopo che è calato il rigoroso e giusto silenzio nell'ora della veglia è necessario anche costruire le condizioni per non dover piangere ancora domani. Tutte le stranezze climatiche, le catastrofi, gli eventi che dalla mia mitologia infantile costruita sui libri mi arrivano dritti in faccia come nel peggiore degli incubi da dove vengono fuori? Io questo mi chiedo. Qualcuno di voi potrà pensare che è un fatto naturale e che non c'entra l'inquinamento e può darsi che ha ragione. Ma io non lo credo, io dico che l'attuale modello di sviluppo è colpevole. Perchè se una centrale eolica costa meno di qualsiasi altra e produce adeguatamente, non se ne costruiscono altre? Perchè nonostante le automobili potrebbero andare a idrogeno devono andare per forza a benzina? Qualcuno di voi lo ha deciso? Se dico che lo hanno deciso le multinazionali, intese come superstati, come lobby potentissime che influenzano la vita delle nazioni, che eleggono presidenti e deputati, qualche giocherellone del sito si mette a fare ironia, ma mi spiace, non conosco nessun altro che può decidere le sorti di questo pianeta più di loro. Di quante altre New Orleans c'è bisogno prima che gli USA (inteso come impero delle multinazionali) si interroghino seriamente su quello che sta avvenendo su questo pianeta? Cominciare a firmare quel primo, timido, passo d'avvio che si chiama trattato di Kyoto è chiedere troppo? Cioè se io dico che non è troppo, voi dite che lo faccio per ideologia e non per convinzione?
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