Nick: mir Oggetto: Avere o essere Data: 3/9/2005 14.48.43 Visite: 77
Il tipo mi guardava triste e mi chiedeva monete da infilare nel suo cappello teso verso di me. Non avevo voglia. Anche la carità ha voglia. Anche la solidarietà è un numero finito che, a volte, va riazzerato. Per ricominciare. "Pochi spiccioli" mi diceva e io lo guardavo negli occhi e pensavo al mio lavoro. Al fatto che se tutto fosse andato male a breve io sarei stato al posto suo. Quindi la mia fantasia prosciugava il pozzo del mio essere solidale e serrava la zip del borsellino degli "spicci". Un link inatteso e fulmineo tra mondo reale e immaginario. "Ho fame". Una frase che normalmente tocca le mie corde più intime ma che lì non sortiva effetto. Pensavo che avevo fame anche io. La mia fame borghese di affermazione, di conquista, di apparenza. Ma anche quella più interna, di affetto. Dei mille abbracci materni mancati. Dei mille "mi dispiace". Delle mille sere vuote assieme gli altri. Fame che, alle volte, passa anche per i territori conquistati con la forza. E con lo sguardo mi soffermavo cinicamente sullo sporco intorno alla sua bocca, al nero sotto le sue unghie, al cumulo di pregiudizi che gli erano stati assegnati prima che tendesse il suo cappello. Passando oltre la sua richiesta l'aria era più leggera, il mondo più pulito, più "scritto" come direbbe qualche illustre filosofo. Oltre, però, c'era lei che mi aspettava alla bancarella dei libri. In mano aveva "Avere o essere?" di Fromm. Mi dice: "Che ne pensi?". Le dico: "Credo dipenda da quanto ti costi." http://www.librando.net "Una volta il futuro era migliore" Karl Valentin "There are three kinds of lies: lies, damn lies, and statistics." Benjamin Disraeli |