Nick: Franti Oggetto: La Febbre Data: 15/9/2005 11.14.38 Visite: 219
La febbre rompe proprio il cazzo. Specie se accompagnata dal cagotto. La febbre rompe proprio e troppo il cazzo. Più di quei coglioni pieni di soldi che hanno una Audi o una Porche e si piazzano per principio, in autostrada, sulla terza corsia, a velocità ridotta, e no ti fanno passare. Più di quelle fessure dei distributori automatici di sigarette. Quelle fessure di distributori che, per prendere un dannato pacchetto di Philip Morris Filter Kings, ti cagionano quasi una slogatura al polso. Più del postino che suona al citofono del portone del tuo palazzo in ossequio alla formula "Uno per Tutti", semmai la mattina presto. Che tu sei ancora assonnato e in pigiama e scendi per aprire la porta del palazzo. E per raccogliere la tua di posta. Ma poi scopri che per te non c’è posta. Cristo Santo, ma ‘sta formula "Uno per Tutti" ti porta a suonare proprio al mio citofono, postino di merda? Ma perché non cambi mestiere? Oppure suona al citofono di qualcun altro per cui posta ce n’è, porca puttana! Non ci voglio pensare sennò mi vengono dei nervi, ma dei nervi… E allora metto su il CD dei Portishead e ascolto "Glory Box". "I'm so tired of playing, Playing with this bow and arrow, Gonna give my heart away, Leave it to the other girls to play, For I've been a temptress too long. Hmm just, Give me a reason to love you, Give me a reason to be, A woman, I just wanna be a woman." Bella. Bellissima. E’ una canzone molto Almost Blu. Una di quelle canzoni che quando passi un periodo da sfigato, ti ritrovi a sentire in un locale fumoso, con un bicchiere di Whysky al tavolino, dove sei seduto in camicia bianca e cravatta nera larga al collo. In questo locale fumoso, mentre tu sei seduto al tavolino, in camicia bianca e cravatta nera larga al collo, con un bicchiere di Whysky, per lo più suona un gruppo live, dove una voce di donna alla Jessica Rabbit ti passa sopra la testa con questo motivo Almost Blu e ti buca i pensieri. E prima se li porta via e poi te li fa riaffiorare tutti, taglienti e fastidiosi. I pensieri. L’atmosfera è quella di "Velluto Blu" di David Lynch, dove c’è Isabella Rossellini su un palchetto di un locale fumosissimo e frequentato da uomini in abiti gessati. In questo locale fumosissimo e pieno di clienti in abiti gessati, Isabella Rossellini, in abito da sera stretto e scollato, bellissima, canta "Blu Velvet", altra canzone molto Almost Blu. Isabella Rossellini è una donna che ti fa volare. Sensibile, dolce, sexy e maiala nel contempo. Specie nella scena in cui tromba con l’uomo in abito gessato, legato ad una sedia, mentre lascia scivolare il cappotto di kashmir a terra. Isabella Rossellini è una donna che ti fa volare. Oggi le donne che ti fanno volare non esistono più. Ha ragione il mio amico Stefano. Nessuna donna è in grado di farti volare. A meno che non si tratti di una Hostess. Ma poi va a finire che sali sull’aereo dell’Hostess che ti fa volare e l’aereo sbatte contro le Torri Gemelle e tu sei bell’e fottuto. E la donna che ti ha fatto volare è servita a ‘stocazzo. Oggi le donne che ti fanno volare non esistono più. Ha ragione il mio amico Stefano. Comunque tu, mentre sei in questo locale fumoso, seduto al tavolino, in camicia bianca e cravatta nera larga al collo, con un bicchiere di Whysky, ove suona un gruppo live e dove una voce di donna alla Jessica Rabbit ti passa sopra la testa con questo motivo Almost Blu e ti buca i pensieri, a questo pensi, muovendoti tra il resto dei pensieri bucati. Alle donne che ti fanno volare. Anzi, alle donne che ormai non ti fanno più volare. Perché di donne che ti fanno volare non ne esistono più. E allora quasi ti autocommiseri e la cosa ti va più che bene. Anzi, non quasi ti autocommiseri. Ti autocommiseri e basta e la cosa ti va più che bene. A volte non c’è cosa più piacevole che sguazzare nell’autocommiserazione. E quella volta nel locale fumoso è una di quelle volte. Chissà perché quando un uomo si autocommisera pensa sempre ad una donna che non sa farti volare. E chissà perché, dopo un piacevole ed iniziale sguazzamento nell’autocomisserazione, dopo un poco ti senti una merda. Poi il tempo passa e all’improvviso ti ritrovi, in un altro locale, a sentire un gruppetto di musicisti con una donna formosa che canta "Vedrai Vedrai" di Luigi Tenco. "Quando la sera tu ritorni a casa non ho neanche voglia di parlare tu non guardarmi con quella tenerezza come fossi un bambino che rimane deluso Si lo so che questa non è certo la vita che hai sognato un giorno per noi Vedrai vedrai vedrai che cambierà forse non sarà domani ma un bel giorno cambierà Vedrai vedrai che non sei finito sai non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà" Bella. Bellissima. Altra canzone Almost Blu. L’atmosfera che respiri pare essere la stessa di quella del locale fumoso, con un bicchiere di Whysky al tavolino, dove sei seduto in camicia bianca e cravatta nera larga al collo. Solo che come elemento comune ci trovi solo la voce alla Jessica Rabbit della cantante formosa che intona un motivo molto Almost Blu, "Vedrai Vedrai" di Tenco, insomma. Oltre alla camicia bianca con la cravatta nera larga al colo. Ma questo è un elemento trascurabile, poiché io indosso sempre camice bianche con cravatte nere larghe al collo. Per il resto nulla è uguale. Il locale non è fumoso perché non è chiuso, bensì all’aperto. Di fumoso c’è solo un angolo del tavolo dove sono seduto insieme ad una bella donna, ad un amico e a cinque conoscenti di serata e dove fumo soltanto io. Il palchetto con la donna formosa che ha la voce alla Jessica Rabbit, non è di fronte a me, bensì alla mia sinistra. Al tavolo, a farmi compagnia, non c’è alcun bicchiere di Whysky, bensì un bicchiere di Fiano freschissimo. Tutt’intorno più che notare clienti in abiti gessati, miro gli scogli ed il mare di settembre e non sento un fastidioso chiacchiericcio, bensì il rumore delle onde. Bello e fragoroso, cazzo! La voce alla Jessica Rabbit della donna formosa che canta il motivo Almost Blu mi passa sì sopra la testa, ma non mi buca i pensieri. Me li cattura. Non tutti. Mi cattura il venti per cento dei pensieri. L’altro ottanta per cento dei pensieri è rivolto ad una bella donna alla mia destra, che mi fa piedino, ogni tanto, che ha le tette piccole, la carnagione scura, i capelli lisci e corvini e gli occhi talmente espressivi che ti ci perdi dentro. E che ogni tanto ti sorride, rimpicciolendo quegli occhi belli e talmente espressivi che ti ci perdi dentro. E che ti prende per mano e ti allontana da "Vedrai Vedrai" e ti porta di là, in un posto che non si dice, alla faccia del parcheggiatore guardone. E allora scopri che Stefano non aveva ragione. Non è vero che donne che ti fanno volare non esistono più Vero è che la maggior parte delle donne non è capace di farti volare. Ma c’è una minoranza di donne che non fa l’Hostess ma che è capace di farti volare, fin sulla luna, per un viaggio di andata e ritorno, e poi ancora e ancora e ancora. Queste donne hanno gli tette piccole e carnagioni scure e gli occhi belli e talmente espressivi che ti ci perdi dentro. E il nome che comincia per Erre. Poi però passa altro tempo. E poi però arriva la febbre. Con il cagotto. La febbre rompe proprio il cazzo. Specie se accompagnata dal cagotto. Ma "Forza" lo sentirai uguale. Ps – Qualcuno dice che la febbre, specie se accompagnata dal cagotto, porti i febbricitanti a razionalizzare ciò che non è razionalizzabile. Boh. "GUARDATE IL PELO NEGLI OCCHI DEGLI ALTRI IGNORANDO IL VOSTRO ALBERO MAESTRO." . By OCUSUTORE |