Nick: pearl jam Oggetto: Luna, palazzi, ditte e musica Data: 16/9/2005 5.16.59 Visite: 86
Durante il ritorno a casa, guardavo la luna. Gialla, tendente però ad un blu cianotico. Grossa, mastodontica, sembrava pendere come una palla da bowling sopra i birilli, interpretati dai palazzi, echi di architettura cittadina e dozzinale. Sembrava fare su e giù mentre la mia focus ondeggiava sull'asfalto romano vecchio di secoli. Poi s'è nascosta dietro il civico 36, e non l'ho più vista. E c'era un cane stasera.A pozzuoli, di fronte al mare. Bianco e secco, sembrava Martin.L'empatia fra i due era palpabile. Quasi se lo portava a casa.Poi martin ha volto il pensiero alla madre, ed hai problemi che avrebbe comportato un altro essere vivente in un microcosmo come la famiglia dove spesso anche noi sembriamo essere in surplus, e allora fine d'un sogno. Il martin a quattro zampe è rimasto lì.In quella strada che in fondo gl'apparteneva. Abbiamo pensato a quanto, in fondo, fosse fortunato.Pisciare dove vuoi, niente orari, rispetto per te stesso e per nessun altro, contare sulle proprie forze, poter abbaiare alla luna, svegliarsi a proprio piacimento, mangiare quando diventa un vero bisogno, sputare in faccia a cagne troppo insolenti senza che loro sappiano poi dove venirti a cercare.Anche se poi ti trovano sempre, le cagne. Abbiamo pensato alla vita randagia.A quanto questa dovrebbe essere un punto d'arrivo mentre rappresenta la fine. Ma la società c'impone ben altro, e noi abbiamo paura di rimanerne fuori. Plausibile come cosa. Mentre andavamo via, il piccolo martin c'abbaiava contro, anche se non somigliavamo affatto alla luna. Prima c'era stato il concerto. Beh, i subsonica potrebbero tranquillamente suonare al Pacha.Quando riuscivo a percepire le note, mi veniva solo voglia di ballare.Non sempre, a dir la verità.Una concezione di musica molto voluttuosa ed autocelebrativa.Tant'è che Samuel, un buon diavolo in fondo, aveva ben poco da fare. I testi, molti, son adatti al loro pubblico. Piccole accuse riguardo piccole persone elargite a piccole ragazzine infoiate che si fingono alternative. Un bel vedere insomma. Quelle piccole mandrie di donne che mi sculettavano dinanzi, mi facevan venir voglia di calarmi i calzoni e sfidarle tutte a singolar tenzone. Avevano tutte bei culi, tranne una, che credo avesse optato per il pacchetto "frontal". Aveva le tette che le pesavano, ma le portava con stile. -Samuel, quanto sei bonoooo- urlavano un paio di maldestre e false minorenni, che mi pogavano di fianco. -beh, proprio bello non direi..- dico sorridendo acidamente. -beh, ci sa fare- -ci sei uscita..?- Ride. -no, ma si vede- -Io sono Dio- e la guardo fisso negl'occhi, come se c'avessi visto dentro Atlantide. -beh non si direbbe...- Poi ho cercato di toccarle il culo più volte mentre si dimenava al suono psichedelico della tastiera, ma credo m'abbia beccato tutte le volte. Era assodato, non ero DIO. A fine concerto, per chissà quale voglia ricreativa, ho deciso di dar sfoggio al mio lato migliore: la disabilità. -mi scusi- mettendo le ruote in bella vista, parlando ad uno del controllo -non è che sarebbe possibile..vedere il Samuel per un autografo appena finito questo stra...il concerto?- -vedrò quello che posso fare...- -grazie, nel caso, mi tenga presente..- -terrò presente solo te, a me fanno cagare...- Buoni diavoli questi Subsonica, se li scegliavano per bene quelli dell'entourage. Passano sei minuti, e due canzoni che sembravano uguali. -vieni ragazzo, e ora..- -sto per morire?- Arrivo dietro al palco, e dopo un cambio d'abito, un baba' alla crema, ed una medicazione all'occhio, riesco a parlare con Boosta(che sembra più il nome d'un personaggio cattivo delle tartarughe ninja) e con Samuel. -Salve ragazzi, grande concerto- sapevo mentire bene. -piaciuto?- Lo guardo e non rispondo.Non sapevo mentire poi così bene. -eravamo stanchi- -lo sono anch'io....Siete stati in gamba, comunque- Mi guardò come chi oramai non mi dava più credito. Foto, autografo, routine, morte. No, prima della morte, aspè. -Samuel, tu sei in gamba, assaie, e io ti stimo.Ma potresti farmi un favore?- -Tutto quello che vuoi..- Non sfidarmi, ho pensato. -beh, vorrei che portassi i miei saluti a Manuel Agnelli, se mai dovessi vederlo..- -lo vedrò proprio dopodomani...- Famosi e fortunati, questi figli di puttana.Avevano solo la pecca dello scegliere i loro collaboratori, se no, l'avrei tacciati di perfezione. Poi lui bacia sulla bocca una ragazza con di fianco il fidanzato, e questi sorride. Poi passa boosta che entra bene nell'ambulanza, e ne esce tutto rincoglionito. Poi una matrona depravata e con la bava alla bocca, scambia il chitarrista(un buon diavolo con la otto corde) per un faccendiere, e gli chiede quand'è che usciranno i subsonica dal camper. Lui abbassa la testa e se ne va. Poi c'avviamo anche noi. Il mondo è proprio un bel posto da vivere, e speriamo che quel figlio di buona donna non si scordi di salutarmi quel brutto ceffo di Manuel. E' qualche giorno che non me la passo proprio bene.Non dormo la notte, e faccio un sogno ricorrente: sono un operaio in un cantiere aperto, e all'improvviso m'iniziano a cascare mattoni sulla capoccia priva degl'accessori di sicurezza.Mi volto, e scorgo le facce degl'assalitori, che armati di tufo e cemento, m'indirizzano fendenti così, senza un reale motivo.Zitti e freddi, proprio come la morte. Facce che conosco. Sembrano essere molto uniti, mentre tentano d'ammazzarmi.Li invidio.Almeno loro, hanno qualcosa che li accomuna. Poi mi sveglio, e sudato inveisco contro il mondo e contro le ditte atte ai lavori pubblici.Ora capisco perchè durano così tanto i lavori a Napoli. A fine serata, con Martin e Saverio, abbiamo cercato di spiegarci il perchè delle cose.Di alcune cose. Ma siamo arrivati solo alla conclusione che martin deve fidanzarsi per l'inverno, e che saverio dorme troppo poco.Un buon risultato. Poi, durante le quattordicesima "ultima sigaretta e poi ce ne saliamo", saverio ci ha elargito esempi strampalati circa la vita. Ed ho pensato che in fondo, malgrado tutto, è proprio bello sentirsi a casa. Ho aperto il portone, e il mio cane MASCHIO m'aspettava lì, ai piedi delle scale semi stordito dal sonno. Gli ho fatto una carezza, e sono andato a dormire. "Non so piu' chi sono.Sono il fantasma d'uno sconosciuto." |