Nick: Nuje Oggetto: SONO UN GLOCALISTA DI SINISTRA Data: 27/9/2005 12.46.10 Visite: 221
Approfittando del tempo concessomi in attesa della sparizione della mia pagina chiarisco il mio punto di vista sulla politica attuale e sulle priorità del territorio napoletano e meridionale. Io credo che l'unificazione europea e la globalizzazione dei mercati abbiano profondamente modificato il concetto di stato nazionale. Una volta, fino a una trentina d'anni fa i mercati erano prevalentemente nazionali, nel caso dell'Italia un'auto prodotta a Torino da operai meridionali veniva venduta dalle Alpi alla Sicilia. Banale, ma vero. Oggi venendo meno il concetto di nazione come mercato interno la competizione si sposta da quella fra gli stati a quella fra singole aree geografiche dentro il quadro di un'economia che non coincide più coi confini geografici. In pratica Napoli si trova a competere con aree come quella marsigliese, con Barcellona, Valencia, coi porti greci, turchi e quelli dell'Africa settentrionale. E' questa la vera competizione per assicurarsi gli investimenti privati e allocare localmente le risorse internazionali. C'è un piano che, grazie alla linea di treni veloci europei, prevede lo spostamento di una parte considerevole del trasporto via mare (oltre il 90% dei trasporti complessivi su scala mondiale) dai congestionatissimi, e non in grado di svilupparsi ancora, porti del nord Europa ai porti di Napoli e Salerno, col trasferimento alle destinazioni finali attraverso la rete ferroviaria. Questo giusto per fare un esempio di come l'economia globale cambi il destino produttivo delle singole regioni e città. Io credo che Napoli, proprio in virtù di questo ruolo cerniera col Mediterraneo e con i porti asiatici, debba essere destinataria di un piano straordinario nazionale di sviluppo. E' questo l'impegno che ritengo debba assumere il centro sinistra nei confronti della nostra città. Più in generale credo che piuttosto che scimmiottare la politica nazionale e riprodurne qui gli schieramenti e le fratture, la società meridionale e quella napoletana in primis devono fare fronte comune, riprendere e attualizzare il patrimonio del meridionalismo più nobile. Reinventare il ruolo di Napoli città come uno dei cardini di un nuovo sistema produttivo meridionale, in grado finalmente di tirarsi fuori dalle secche del sottosviluppo. Anche il napoletano può avere un ruolo dentro questo processo. La lingua è un elemento forte dell'identità, la lingua a Barcellona e in Catalogna ha rappresentato simbolicamente l'autonomia prima ancora che divenisse reale e politica. Paradossale che il napoletano, idioma conosciuto in tutto il mondo e lingua di cultura per la musica, la poesia e il teatro, non sia stato incluso nel novero delle lingue protette. Io sono per l'insegnamento congiunto sin dalle elementari di dialetto e italiano. Sul piano istituzionale Napoli deve modificare i legami che lo uniscono allo stato nazionale, dall'ipotesi di area a statuto speciale, a proposte shock come, ad esempio, il trasferimento del Senato nella nostra città. Forse a qualcuno questo può sembrare un leghismo in salsa meridionale, ma solo a prima vista. Il leghismo coniuga il verbo della superiorità e dell'esclusione dei non padani, il glocalismo invece è il tentativo di lettura della nuova identità delle realtà locali, dentro il più generale processo di globalizzazione economica e istituzionale. Il glocalista è l'opposto di un leghista, ama la sua terra, la sua lingua e la sua identità, ma in un percorso di pari legittimità di tutti gli altri localismi. In questo quadro io ritengo che Napoli abbia queste priorità: - Aeroporto internazionale. una parte considerevole del traffico degli aeroporti romani proviene dal sud, è bene che queste risorse vengano riversate sul nostro territorio. - Completamento rapido della rete di metronapoli, dei collegamenti regionali e del nodo Napoli - Salerno, che è un asse importante del sistema mondiale dei trasporti via mare. - Incremento del turismo, soprattutto attraverso gemellaggi con le maggiori città del pianeta e una ricollocazione dell'offerta sul mercato mondiale dell'enterteinment. Il turismo oggi rappresenta meno del 5% del nostro PIL regionale e cittadino. Bisogna arrivare almeno al 20%, che è un obiettivo praticabile. - Trasferimento del Senato della repubblica a Napoli. La nostra città rappresenta un'area significativa del paese e nel più generale processo di devolution è giusto e lecito che abbia una sede istituzionale. Siamo stati capitale per 600 anni, possiamo e dobbiamo recuperare questa funzione direzionale nei confronti del territorio napoletano. - Completamento rapido di tutti i progetti di riqualificazione urbana previsti per Napoli (www.comune.napoli.it poi cliccate a destra su urbanistica). Un processo capace di cambiare in una decina d'anni il volto della nostra città, come avvenuto dal 1992 in poi nelle maggiori città spagnole. In tal senso sarebbe opportuno aggiudicarsi il diritto a ospitare una grande manigestazione internzionale come, ad esempio, si è tentato di fare con la coppa America. E' la prima bozza di un documento più ampio al quale sto lavorando con altri, spero ne cogliate il senso complessivo. Ps non rileggo scusate errori, orrori e cacate varie.
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