Nick: URANYA Oggetto: B U G I E Data: 4/10/2005 14.17.2 Visite: 179
Le bugie? Utilitaristiche, cortesi o pietose che siano, non ne possiamo fare a meno. E anche chi afferma di dire sempre la verità, probabilmente mente. Perchè in fondo la bugia ci permette di "sopravvivere" in molte circostanze "difficili" o imbarazzanti della vita ed è alla base di tutti i gruppi sociali, tanto che non solo gli uomini ma anche gli animali ne fanno uso. Parola di Luigi Anolli, docente di Psicologia della comunicazione all'Università Cattolica di Milano e direttore del Centro studi e ricerche in Psicologia della comunicazione dello stesso ateneo. C'è naturalmente modo e modo di travisare la verità. Soprattutto nella specie umana. Insomma le bugie hanno motivazioni e sfumature diverse e non sono mai fine a se stesse, bensì parte di un comportamento strategico, ma devono, per restare innocue, rimanere nell'ambito di episodi singoli, parentesi che si aprono e si chiudono all'interno di un rapporto. Altrimenti si innesca un circolo perverso dal quale non è più possibile uscire: menzogne sempre più grandi e gravi, usate per coprire le precedenti. E dal momento che sostenere queste complicate "sceneggiature" è stressante (oltre a richiedere una memoria di ferro), prima o poi si finisce con l'essere scoperti. Solo quando il bugiardo diventa patologico, impenitente e manipolatore, si comincia a parlare di "malattia", al punto che uno studio americano ha rivelato come in questi soggetti sia presente addirittura una struttura cerebrale diversa dalle persone "normali", con una minore presenza di materia grigia, fondamentale nella memoria e nell'apprendimento e più materia bianca, guaina che contiene le fibre nervose che trasmettono i segnali attraverso il cervello. Nella maggioranza dei casi tuttavia la bugia, se isolata, è sempre strategica, utile e per nulla preoccupante. C'è la bugia "bianca", sociale, che si dice per educazione e per non ferire la sensibilità altrui ("Questo vestito ti sta benissimo"). Quella pedagogica, da raccontare ai bambini per gratificarli ("Mamma, ti piace il mio disegno?", "Certo, è meraviglioso"). La bugia utilitaristica, usata spesso sul lavoro per evitare un incarico difficile o noioso ("Direttore, me ne occuperei volentieri io, ma devo aiutare mia zia a traslocare") e quella di autopresentazione, una "piccola" forzatura della realtà per apparire più interessanti o attraenti ("Ho scalato l'Everest senza ossigeno"). La bugia protettiva, classica "di coppia", alla quale si ricorre per non far scoprire un tradimento al partner ("Ieri non mi hai trovato a casa perché ho dormito da un'amica"). L'omissione, che non è una vera e propria menzogna, ma una verità taciuta. E poi, la nobilissima bugia a fin di bene, che ha l'obiettivo di risparmiare un dispiacere a un'altra persona, tipica di chi si attribuisce compiti di controllo e gestione all'interno di un rapporto. Inoltre, spiega Giuseppe Mantovani, docente di Psicologia degli atteggiamenti all'Università di Padova, a volte, essere bugiardi con alcune persone ci permette di essere onesti con altre. Il nodo cruciale, dunque, non è tanto l'alternativa tra mentire o dire la verità, ma la scelta dei soggetti da ingannare e di quelli con cui essere sinceri. Dilemma di difficile soluzione, soprattutto in una società come la nostra dove la verità e la massima apertura sono considerate valori morali. Ma non ovunque è così. In Cina raccontare la verità è considerato un comportamento stupido, perché significa scoprirsi, un po' come andare in giro nudi. Per gli orientali in generale, essere aperti e sinceri, anche tra persone con un certo grado di intimità, può costituire un'infrazione a regole sociali condivise. Per i musulmani, l'inganno è condannato dal Corano, ma sono molto diffuse le omissioni, le cose che si tacciono per pudore. Ma non serve scomodare l'Oriente. Anche senza fare tanta strada, nella cultura mafiosa, se di cultura si può parlare, l'omertà è un comportamento legittimo, socialmente approvato e incoraggiato. Insomma, se non siamo ipocriti, dobbiamo riconoscere che nel nostro sistema sociale la verità è sì un valore, ma solo a livello teorico. Un esempio? Tutti coloro che lavorano in un'azienda sanno ad esempio che, nei momenti di crisi, bisogna fingere con i clienti e con la concorrenza che gli affari non sono mai andati così bene. Essere leali non significa dire sempre la verità, in ogni circostanza e a qualsiasi costo, sottolinea la psicologa Roberta Rossi. Tenere qualche segreto è una prova di indipendenza e maturità. Anche in amore. Elogio della bugia quindi? In parte sì considerando che, secondo un recente studio "Gli Italiani e le bugie", realizzato da Astra/Demoskopea, sono oltre 1 miliardo e 400 mila le bugie dette ogni anno, quasi 3 milioni 800 mila al giorno, 156mila all'ora, 2.600 al minuto, oltre 43 al secondo, per una media di 5 bugie al giorno. I più bugiardi? Il primato spetta, secondo il 72,3% (ovvero 33 milioni 800 mila Italiani) ai politici. Seguono ma molto distanziati, i commercianti (40,3%). Non potevano mancare i pubblicitari, considerati bugiardi dal 36.8%, mentre solo il 33,9% ha indicato i criminali. Tra uomini e donne sono quest'ultime, da tradizione, le più menzognere e a considerarle tali è il 25,1% degli intervistati. Gli uomini? Sono ritenuti bugiardi solo dal 20,6%, percentuale appena più alta di quella di chi ritiene bugiardi i sacerdoti (19,5%). Al decimo posto i giovani (18,5%), che superano prostitute (considerate super bugiarde dal 12,4% ) e medici (10,1%). [fonte: tgCom] ---------- BUGIE... STRATEGIA O VIZIO???
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