Nick: Viol4 Oggetto: qualcosa da dimenticare Data: 24/7/2003 0.30.31 Visite: 19
Molte volte mi capita di leggere nei post, o nei blog, le frasi di persone che lamentano la fine di un amore. Strazio, sofferenza, lamento, non si capisce se vero o in parte simulato. Leggo, sorrido e penso, senza alcun intento polemico: beati loro. Beati loro, se (e sottolineo SE) questo è l’unico dolore che hanno da dimenticare. Un uomo, una donna, ed una ragazzina di 18 anni, in macchina. E’ una domenica pomeriggio, vagano senza meta. Alla fine decidono di andare a S.Martino, per guardare il panorama. L’uomo è uscito per un giorno dalla clinica, verso sera dovrà rientrare. Tace, ha lo sguardo perso nel vuoto. La ragazza è alla guida, ha da poco preso la patente, guida l’auto che era di lui. Si fermano nello spiazzo grande. La donna parla, cerca di riempire il silenzio, si mostra allegra. Lei è quella forte, quella che ha tutto il peso sulle spalle. L’uomo tace, ogni tanto annuisce meccanicamente. La ragazza tace, ostile. La sua mente si rifiuta di accettare tutto quanto. Non accetta che lui all’improvviso sia quell’involucro vuoto. Non accetta che non ci sia più. Si rifiuta di capire. Pensa sia colpa di lui, in qualche strano modo è colpa di lui. Perché non la smette di fissare il vuoto, di avere quello sguardo perso? Perché l’hanno trascinata in quell’assurdo giro in auto? La donna indica vari punti della città, parla e parla… L’uomo continua a tacere. Anche la ragazza tace, prega solo che tutto finisca al più presto. Alla fine lo riaccompagneranno in clinica, e lui si lascerà condurre all’interno, docile, indifeso. La ragazza proverà sollievo, per questo. E poi se ne vergognerà per sempre.
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