Nick: golden Oggetto: porto alegre Data: 5/10/2005 13.55.56 Visite: 97
posto un articolo molto interessante su una possibile alternativa al neo-liberismo.... molti di voi preferiscono post su gigi d'alessio o sulla crisi d'amore ti tizio o caio beh a tempèo perso leggete anche questo che può riguardare tutti noi: Miglior qualita’ della vita. Miglior rispetto dei diritti umani. Miglior gestione del traffico. Migliori parchi, alberi, spazi per bambini e perfino rifiuti urbani. Il tutto certificato dall'Onu in meno di sei anni. Con una sfilza di riconoscimenti cosi’, perché stupirsi che questo capolavoro di citta’ sia presa d'assalto da tremila persone nella stessa settimana? Perché trovare strano che ospiti il Summit piu’ importante del 2001? Perché dedicarle un articolo? Semplice: questo modello di perfezione urbana non e’ un'esclusiva localita’ di villeggiatura svizzera alla Davos, asetticamente perfetta come piace ai potenti della Terra che da trent'anni ci ambientano il World Economic Forum, ma Porto Alegre. Capitale del Rio Grande do Soul, Brasile, Sud del mondo. Una meta che piu’ out di cosi’ non si puo’, con tanto anticipo sul Carnevale di Rio e per di piu’ nella stagione delle piogge. Ma a José Bové, Sebastiao Salgado, Susan George e ad altri tremila premi Nobel, politici, sindacalisti e volontari occidentali - tra cui oltre cento inviati di non profit italiane, dall'Arci alla Compagnia delle Opere passando per la Tavola della Pace - non importa: questa settimana sono volati in Brasile per prendere lezioni di democrazia dai loro colleghi dei Paesi in via di sviluppo. Un modello di sviluppo O, meglio, dal milione e 300 mila abitanti di Porto Alegre che in dodici anni, decidendo per quali iniziative e secondo quali importi spendere il denaro pubblico, hanno fatto della loro citta’ un modello di sviluppo sociale, politico ed economico alternativo. La prova vivente, insomma, che un mondo governato dagli interessi delle persone e non dell'economia funziona. Anzi, funziona alla grande, come provano i programmi di reddito minimo destinati alle persone piu’ povere, l'acqua corrente che scorre in tutte le case e una popolazione col piu’ alto tasso di scolarizzazione del Brasile. Quale miglior incoraggiamento per il primo Forum Sociale Mondiale che, dal 25 al 30 gennaio, proprio a Porto Alegre, costruira’ le basi per un futuro a misura d'uomo mentre nel Nord del mondo, a Davos, industrie e primi ministri cercheranno di farci digerire la globalizzazione per il bene del mondo? Forse solo quello del sindaco di Porto Alegre Tarso Genro, che il 12 gennaio ha inviato un fax alla sede dell'Arci nazionale per un invito, a loro e ai sindaci di Modena, di Corleone e di Perugia e tutti i loro colleghi italiani al Forum internazionale delle amministrazioni locali sull'esclusione sociale, previsto per gli ultimi due giorni del Summit. «La ragione per esserci?», spiega Genro nella sua lettera, «scoprire il segreto per cui Porto Alegre e’ da molti considerato un nuovo modello di democrazia partecipata: il nostro orćamento partecipativo». E’ il bilancio partecipativo. Lo 'strumento' che consente a tutti i cittadini di intervenire nelle politiche pubbliche e in tutte le decisioni del Governo rilevanti per il futuro della citta’. Che se oggi ha la migliore qualita’ della vita e il miglior rispetto dei diritti umani, lo deve solo ai suoi cittadini di 25 etnie diverse e al Partito dei lavoratori salito al potere nel 1989 proprio grazie alla sua idea di democratizzare i processi decisionali che funziona da 12 anni. Con un complesso sistema di votazioni fissate lungo tutto l'anno cui oggi partecipano oltre 30 mila persone. Tutto inizia nel mese di maggio, quando i residenti delle 16 regioni in cui e’ stata divisa Porto Alegre secondo criteri di affinita’ politica e culturale della popolazione, si incontrano in assemblee pubblicizzate con largo anticipo via radio, fanzine e volantini. Scopo delle riunioni e’ discutere il bilancio dell'anno precedente, presentato dal Governo e decidere se, nei 12 mesi successivi, si preferisce investire su politiche abitative, istruzione, assistenza sociale, salute, trasporto, organizzazione della citta’. Il governo dei cittadini Contemporaneamente, da marzo fino agli inizi di giugno, in assemblee convocate su base tematica per le diverse aree di intervento, cittadini e Governo stabiliscono le direttrici per la politica settoriale. Ma la fase piu’ importante dei lavori inizia a cavallo fra giugno e luglio: in tutte le assemblee regionali e tematiche il Governo presenta i grandi aggregati di spese (personale, consumo, trasporti ecc) e le entrate preventive per l'anno a venire invitando la popolazione a eleggere due rappresentanti cui delegare, insieme al Governo, l'elaborazione del nuovo bilancio e il piano delle opere per l'anno successivo. Si tratta di programmare, dunque. Un compito difficile effettuato analizzando tutte le richieste di opere e servizi presentate dalle regioni tramite la compilazione di appositi formulari che vengono inseriti contemporaneamente in un database e usati per elaborare una prima matrice di bilancio. A valutarla, tra luglio e agosto, ci pensano la Giunta finanziaria e il Governo della citta’ che monitorandone la compatibilita’ con le indicazioni espresse dai cittadini nelle varie regioni stilano il bilancio definitivo approvato dai rappresentanti dei cittadini e dal Governo dal primo ottobre al 30 novembre di ogni anno. Quali sono gli effetti di questo 'Governo dei cittadini', che negli ultimi dieci anni ha deciso investimenti per 700 milioni di dollari - piu’ o meno il 25% delle entrate fiscali - portato l'acqua potabile in quasi tutte le case e migliorato le condizioni di vita del 74% della popolazione? Abbattuta la favela «Per notarli basta camminare per le strade di Porto Alegre, ti colpiscono la vivacita’ delle persone e della vita associativa», spiega il portavoce del Forum del Terzo settore Giampiero Rasimelli. Che di Porto Alegre ricorda soprattutto i carrinos: «Semplici carrellini della spazzatura per la raccolta differenziata dei rifiuti spinti dai poveri che vivevano in una favelas costruita su una montagna di rifiuti. I cittadini hanno deciso di abbatterla», prosegue, «e al suo posto hanno creato un nuovo ciclo produttivo di cui beneficiano tutti». Oltre un milione di cittadini che, quando non votano il bilancio partecipativo, discutono il futuro di Porto Alegre sul portale cittadino www.portoalegre.rs.gov.br che ha sezioni dedicate alla democrazia partecipata, all'educazione, al digital divide e un forum permanente sull'esclusione sociale. «Tematiche», commenta Rasimelli, «che a Porto Alegre si studiano all'universita’, nella facolta’ di Extension: una vera e propria materia di studi che lavora sullo sviluppo del territorio dal punto di vista sociale, agricolo, urbanistico e politico». Chissa’ se a Davos, calcolando il digital divide che oggi separa emisfero Nord e Sud della Terra, anche George W. Bush, Kofi Annan e compagnia riusciranno ad imparare la lezione dei cittadini di Porto Alegre? Per la legalità e la legalizzazione. Radicalmente contro tutti i fondamentalismi |