Nick: LaStrada Oggetto: FilastroccaBreve Data: 7/10/2005 11.38.58 Visite: 87
Dottore Tanè Tanino Tanè sapete chi è? E' un piccolo ometto un gaio nanetto, un nano dottore di grande valore. Ha il viso a frittata, il naso a patata, tre soli capelli gli orecchi a sportelli. Tanino dottore ha semplice il cuore per ogni creatura che soffre, ha una cura. A mezza collina, tra l'erba cedrina, ha un bell'ospedale: vi cura ogni male. La gazza leggera valente infermiera sorveglia le sale del bianco ospedale. C'è il povero grillo che ha preso il morbillo, la povera rana con febbre terzana, il bruco mangione con l'indigestione, le primule rosse che han tutte la tosse. Di prima mattina, tra l'erba cedrina, Dottore Tanino passeggia pianino. Lo vede Cicala vestita di gala e chiama: "Dottore, ho un forte dolore. Son tanto malata, ho un'ala slogata. Mi vuol medicare? Non posso volare". Dottore Tanè si ferma: "Che c'è?" e osserva Cicala vestita di gala. Quest'abito, amica, è fatto d'ortica: tra nastri, velette, cinture assai strette non puoi respirare, non puoi più volare. Ritorna al vestito di sole guarnito e ti guarirà la semplicità". La cincia affannata e preoccupata racconta al dottore: "Ho male qui al cuore. Di sotto al mantello ho come un martello che batte frequente, noioso, insistente. Dottore Tanè, è grave? Cos'è?" Ascolta il dottore il piccolo cuore poi dice: "Piccina non c'è medicina per questi tuoi mali. Riposa un po' l'ali. Tra i rami di un pino un nido piccino preparati in fretta e in pace poi aspetta" La cinca obbediente aspetta paziente tra i rami di pino nel nido piccino. E il piccolo cuore con lieve rumore scandisce: "Verranno, verranno, verranno... Verranno i piccini i cinciallegrini e tutto il creato sarà rallegrato". All'ombra di un fungo più largo che lungo, Dottore Tanino riposa un pochino. Arriva Lombrico e mormora: "Amico, amico dottore ho un gran raffreddore! Stamani l'aurora soffiava di bora ed io poverello col solo cappello tra l'erba del prato mi son raffreddato". Si china Tanè "Vediamo cos'è... O verme piccino non basta il chinino, ci vuole il mantello la sciarpa, l'ombrello... Così, poveretto, sei nudo perfetto!". Ed ecco, leggera, la gazza infermiera riveste il malato assai raffreddato. Un giallo corpetto, un verde giacchetto, un ampio mantello di rosso bigello. "Valente dottore è grande il tuo cuore... Mi hai tutto scaldato, non son più malato!" esclama Lombrico "Tu sei un vero amico. Salute anche a te, mio caro Tanè!". Fru, scoiattolino e il suo fratellino incontran Coniglio ai piedi di un tiglio. Coniglio è malato, ha un piede fasciato, non sa come fare, non può camminare. "Ascolta un consiglio" Fru dice a Coniglio "Andiam dal dottore: Tanino ha un buon cuore... Ha un bell'ospedale, vi cura ogni male. Avanti, carino, asndiamo, pianino..." E vanno pian pianino tra spighe di grano tra rosei fioretti dal sole protetti. Tanino li vede e visita il piede. Poi dce: "Che fare? Bisogna tagliare. Qui c'è un pungiglione che ha fatto infezione: non c'è da aspettare, bisogna operare. Piccino coraggio, pel quindici maggio il bianco zampetto ritorna perfetto" Il bravo dottore con pronto vigore con garn precisione or fa l'incisione. Un grido e il malato è già ben fasciato. Odora il cammino di menta e di timo Dottore Tenè è lieto di sè. Ripensa ai malati da lui ben curati, riconta i feriti che sono guariti... cantando poi dice: "Son proprio felice?" Si seide un pochino ai piedi di un pino ch'è stanco di andare si vuol riposare... Ma pace non c'è pel bravo Tanè... Sottile una voce tra i rami di un noce ripete: "Dottore... mio figlio ora muore". "Vediamo, vediamo, or vengo sul ramo. Bertuccia paurosa, è piccola cosa! Il tuo scimmiottino or mette un dentino. Ho qui una pomata di miele rosata, la spargi col dito e tutto è finito". Lo stanco dottore è triste d'umore che è quasi sfinito dal grande appetito. Ha quattro biscotti leggeri e ben cotti e un bricco di tè: il bravo Tanè comincia a mangiare ma deve lasciare ché un altra vocina si snete vicina: "Un manto di gelo spezzato ha il mio stelo, ohimè, con la brina di questa mattina". Risponde il dottore con tutto il suo amore: "O bel fiorellino rialza il capino. Per steli gelati, per rami spezzati ho qui una fialina di penicillina. Con grande attenzione facciam l'iniezione. Di qui apoche ore passato è il dolore, tu fiore gentile sorridi all'aprile". Riprende Tanino di nuovo il cammino. Svolazzan gli uccelli tra i rami novelli: nel bosco è gran festa ché ognuno s'appresta con piccoli gridi intorno ai suoi nidi. S'avviano gl'insetti per viottoli stretti, e in fila, all'indiana, van fuor dalla tana. Le tre coccinelle, le rosse sorelle, con le mantelline di raso, a palline, si danno la mano ché vanno lontano. Al tiepido sole che schiude le viole si scioglie la brina di prima mattina e in rivoli ascosi tra cespi odorosi gl'insetti al passare fa quasi annegare. Le tre coccinelle, le rosse sorelle, in acqua cadute son tutte svenute. Accorre il dottore con gra batticuore poiché ognuna è viva le porta alla riva. Un fine liquore di succo di more per ben respirare fa loro ingoiare. Le tre coccinelle, graziose sorelle, alzando la testa in segno di festa ringrazian di cuore Tanino dottore. "Oh, quanti malati pur oggi ho incontrati! Oh, quanti feriti son pure guariti..." ripete Tanè ben lieto di sè: "Ormai si può andare un po' a riposare". La siepe fiorita è tutta gremita di nuove farfalle che son rosse e gialle. Vedendo Tanino gli vanno vicino: "Dottore, dottore, ci manca il vigore, volare sappiamo ma poi ci stanchiamo. Ci aspettano i fiori di mille colori". "Dottore, dottore, tu sei di buon cuore: rinforza le ali di questi animali!". "Miei piccoli insetti voi siete perfetti, ma son tempi brutti siam deboli tutti. Per farvi volare non farvi stancare di sera e mattina ci vuol vitamina. Venite farfalle, le rosse, le gialle, con queste iniezioni sarete leoni". Gl'insetti graziosi non più pensierosi intrecciano il volo ed è un grido solo: "Signore Divino il bravo Tanino che ognun benedice Tu, rendi felice". E' già mezzogfiorno e tutto d'intorno è pieno di gioia nessuno si annoia. Il buon calabrone vuol far colazione. Va in cerca di un fiore di vivo colore, di succo un po' amaro a lui molto caro. Non sceglie le viole che son sempre sole, non vuol pratoline che son piccoline. C'è un verde alberello, che pare assai bello, con foglie all'insù e gran fiori blu. Sui rami si posa con aria maestosa comincia a succhiare gli par di sognare ché il liquido ardente gli annebbia la mente. Ohimè, che succede? Nessuno più vede; a un tratto è svenuto e al suolo è caduto. Ma il caro Tanè presnte già è. "Mio buon Calabrone tu sei un golosone. Il succo che il fiore aveva nel cuoere è cosa squisita, ma costa la vita. Per farti guarire, non farti soffrire, ci vuol nientemeno che un controveleno. Il buon Calabrone con gran commozione non sente più mali riapre le ali. Cmincia a ronzare e vuol ringraziare Tanino dottore il suo salvatore. Tanino s'affretta qualcuno l'aspetta nel posto più ombroso del bosco odoroso. Son qui tre nanetti dottori perfetti, forniti di ombrello, cappuccio e mantello: si chiamano Betto, Rutilio, Folchetto. Or giunge Tanino, gli fanno un inchino con belle maniere lo fanno sedere. Le pipe hanno accese e in doppie riprese la dotta brigata si fa una fumata. E parlano attenti, e fanno commenti, i quattro scienziati sui loro malati. E parlan di sale, di letti, ospedale, di gravi infezioni, di forti iniezioni, di unguenti pregiati per arti gelati. Così chiaccherando e seri fumando calata è la sera: ed è primavera. La mamma Coniglia con grossa famiglia, viaggia in corriera e giunge la sera. Con borse ed ombrelli valigie e mantelli, discende Coniglia con la sua famiglia. Ma il più piccolino non vede un gradino, fa un gran ruzzolone e batte a un lampione. Son grida! Son pianti! Accorrono in tanti. Che gran parapiglia! La mamma Coniglia arriva ansimante, con voce tremante domanda: "E' caduto? E' forse svenuto? Aiuto, signore, chiamate un dottore..." Ma ecco in gran fretta con la valigetta arriva da sè Tanino Tanè. "Vediamo, vediamo che male qui abbiamo" esclama Tanino e osserva il piccino: "E' una contusione non c'è infiammazion. Mettiamo un cerotto". E in quattro e quattr'otto la pena è passata la pace è tornata e il bravo Tanino riprende il cammino. Nel cielo gli uccelli cinguettan stornelli e mandano un grido rientrando nel nido. Intanto giù al suolo in tacito stuolo gl'insetti pian, piano sen vanno lontano. Già l'aria s'imbruna e non c'è la luna che possa schiarire la notte d'aprile. Il bosco s'oscura, ognuno ha paura. Dottore Tanino è solo in cammino. Or chi al passeggero rischiara il sentiero? "Oh, Lucciola mia, è buia la via... deh... corri al riparo accendi il tuo faro, Dottore Tanè bisogno ha di te". "Non posso che ho male si è spento il fanale" risuona vicina la lieve vocina. "Non posso dottore ho qui dentro il cuore un battito forte... son presso alla morte..." "Gentil luccioletta, un attimo aspetta, qui posati piano un po' sulla mano. Bisogna osservare per bene curare. Sei debole assai bisogno tu hai di fosforo e china la sera e mattina". Il buon preparato è appena ingoiato che cessa ogni male si accende il fanale. L'insetto giocondo rivive nel mondo ed al passeggero rischiara il sentiero. La lunga giornata è ormai terminata e il nano operoso ritorna al riposo. Feriti e malati ormai risanati lo attendono a schiera per dir: "Buona sera..." Riposa Tanino nel verde giardino a mezza collina tra l'erba cedrina... Riposa, sorridi e sogna i bei nidi, gli ucceli canori, i vividi fiori, le lucide stelle, le tre coccinelle, la tua lucciolina con la lampadina... Riposa Tanino nel fresco giardino, è dolce la sera ed è primavera.
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