Nick: \\\Ulisse Oggetto: Lezioni di Scacchi n.2 Data: 29/7/2003 15.36.41 Visite: 27
Eccoci alla lezione N.2 per imparare a giocare a scacchi. Qui trovate la PRIMA: http://www.ircnapoli.com/forum/show.asp?id=91411&fid=12&tid=0 Questa lezione, permetterà, a chi interessa, di entrare nel vivo del gioco.
Questa è la disposizione iniziale dei pezzi. I due schieramenti sono separati da quattro traverse, posseggono lo stesso numero di unità, e l'unico vantaggio (per modo di dire) è che il Bianco ha il diritto di muovere per primo (detto anche: “vantaggio del tratto”). Bobby Fischer, mica uno qualsiasi, definiva questa posizione "la più complicata che esiste negli scacchi", ed io ritengo sia il caso di fidarsi di questo giudizio. Date le regole sul movimento dei pezzi, si può iniziare il gioco con una mossa di pedone o di cavallo, poiché tutti gli altri pezzi risultano bloccati nelle caselle di partenza. Ora facciamo un passo indietro, e ricordiamoci che lo scopo del gioco è dare matto al Re avversario, cioé catturarlo, vale a dire metterlo in condizione tale da non poter evitare di essere mangiato alla mossa successiva. Qualsiasi sacrificio è lecito per ottenere questo scopo. Non importa se l'avversario ha più pezzi di noi o che noi ne abbiamo più di lui: ciò che veramente conta è la presa del Monarca nemico. L'avversario risulta vincente quando è lui a riuscire a introppolare il nostro Re. Dunque, a pensarci bene, non ci si pone davanti alla scacchiera pensando: "Devo trovare il modo di evitare che l'avversario mangi i miei pezzi". E' inevitabile che ciò accada. Quello che importa, semmai, è che ogni volta che l'avversario mangia un nostro pezzo, noi si abbia un compenso adeguato in termini di materiale, di tempo o di spazio. Più è alto il materiale che cediamo, più alto deve essere il compenso. Se siamo costretti a cedere materiale, tempo o spazio senza nulla in cambio, ci troviamo automaticamente in svantaggio. Lo svantaggio può essere più o meno importante, ma in ultima analisi risulta decisivo quando permette al nostro avversario di imbastire un attacco vincente contro il nostro Re senza che noi si abbia modo di impedirlo con profitto. Ora tu ti chiederai: si, vabbeh, ma con che mossa comincio? Se sapessi la risposta sarei ancor più forte del Campione del Mondo. In verità si può cominciare la partita in svariati modi, come pure esistono innumerevoli modi per il Nero di controbattere la nostra "apertura" e via di rimando, sicché si finisce con l'entrare in un intrigo di varianti e sottovarianti tutte più o meno meritevoli di approfondimento. Non è certo possibile che io scriva qui un trattato sulle aperture, sia per la scarsezza dei mezzi tecnici (senza diagrammi ciò è impossibile), sia perché ci vorrebbero capacità scacchistiche ben più sviluppate delle mie. Butterò lì qualcosa, tanto per dare un'idea, ma se poi vi doveste proprio appassionare, bisognerà che vi procuriate un buon libro. Torniamo ora all'inizio di partita. Come detto, non esiste una mossa in assoluto migliore di un'altra per cominciare. La cosa che dovete ricordare è che ogni mossa deve avere una sua logica, ed ogni mossa dovrebbe essere il presupposto di quella successiva. In altre parole, è necessario elaborare un piano logico di mosse che porti ad acquisire un qualche tipo di vantaggio, che concretizzato potrà (forse) dare la vittoria. Anche qui non vi è certezza: se esistesse una serie di mosse tramite le quali uno dei due giocatori fosse certo di vincere, il gioco non avrebbe più ragione di esistere. L'avversario è sempre lì a frustrare i nostri piani, che spesso magari si rivelano troppo ambiziosi o stravaganti per funzionare. Insomma, tutta la partita si definisce tramite le tensione dinamica che esiste fra le nostre mosse e quelle del rivale: ogni volta si crea sulla scacchiera una nuova posizione e si pongono nuovi problemi. Per questo si consiglia di adottare dei piani flessibili, cioè che consentano di adottare diverse strategie a seconda di ciò che il nemico farà. Un piano logico, dicevo. Se sembra una cosa difficile da capire, pensate alle cose che fai durante il giorno, e ti accorgerai che molte di esse sono in sequenza logica. Per esempio: fareste la cacca senza prima aver alzato la tavoletta? Oppure vi infilate le ciabatte senza prima sedervi sul letto? Accenderesti l'accendino prima di avere la sigaretta in bocca? Credo che la risposta sia no a tutte. Negli scacchi, allo stesso modo, è bene che le mosse siano in successione logica fra di loro, quantomeno per evitare perdite di tempo. L'analisi di una brevissima partita vi sarà utile per comprendere meglio questo concetto, che pare una gran banalità, ma non avete idea di quanto sia difficile da seguire nel gioco vivo. 1) e4 e5 All'inizio i giocatori hanno il problema di avere i pezzi intrappolati. Non si può far uscire nell'Alfiere nè la Regina senza prima aver mosso un pedone. Uno dei modi per affrontare la questione è muovere il pedone di Re di due caselle, in e4. Questa mossa, che ha anche il pregio di occupare il centro della scacchiera (il pedone occupa fisicamente la casa e4 e controlla la casa d5), è una delle più usate e studiate (tra l'altro, è anche la mia preferita). Il Nero ha tantissimi, ma tantissimi modi per replicare. In questo caso sceglie di giocare una mossa simmetrica, e5. 2) Ac4 Cc6 Inizia lo sviluppo dei pezzi. La mossa 2) Ac4 non sarebbe stata possibile se il Bianco non avesse mosso il pedone "e". 3) Df3 a6?? Muovere la Donna nelle primissime mosse non è consigliabile, ma questa partita è solo dimostrativa, e questo particolare può essere tralasciato. Comunque la mossa del Bianco è, pur se degna di un principiante, logica, perché adesso la Donna e l'Alfiere minacciano un punto debole dello schieramento nero, la casa f7. Il Nero, anziché difendersi dalla minaccia, perde tempo a muovere un pedone senza alcun costrutto. Ciò è causa di un'immediata sconfitta. 4) Dxf7# La Donna minaccia il Re nero, che non può mangiarla perché essa è difesa dall'Alfiere in c4 (il Re non può mai mangiare pezzi difesi, perché il difensore lo rimangerebbe alla mossa successiva!). D'altronde, nessuno dei suoi pezzi, ti sfido a controllare, può venire in soccorso mangiando la Regina avversaria. Nè il Re può scappare, perché è intrappolato fra i suoi stessi pezzi. Scacco matto e partita finita. Questo matto è conosciuto con il nome di "Matto del Barbiere o dello Scolaro", visto che solo un superpippone potrebbe subirlo. Un'altro esempio ancora più breve: 1) e4 g5 2) Cc3 f5?? Il Nero cincischia con i suoi pedoni senza alcuna logica, e viene severamente punito. 3) Dh5# Questo è il c.d. "Matto dell'Imbecille", perché solo un imbecille è capace di perdere in tre sole mosse. Come utile esercizio, verifica sulla scacchiera che il Re nero non ha modo di difendersi. LEGENDA: = mossa sbagliata ?? = errore decisivo ! = mossa brillante !! = mossa da campioni !? = mossa interessante ?! = mossa dubbia Alla prossima ;-) /// U. |