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Nick: Ricercato
Oggetto: Vittorio Chiusano :adiè
Data: 1/8/2003 8.23.53
Visite: 15

Si è spento a Torino il presidente della Juventus. In consiglio dal 1960, era al vertice della società dal '90, quando sostituì Boniperti. Aveva 74 anni.

MILANO, 31 luglio 2003 - La scomparsa di Vittorio Chiusano chiude un'era in casa Juventus. Un voltare pagina doloroso. Un 2003 che sembrava già avere detto tutto con l'addio all'Avvocato Gianni Agnelli il 24 gennaio scorso. Cala il sipario mettendo fine a un'epopea di trionfi e nomi, quasi tutti sfilati davanti agli occhi del grande penalista.
Vittorio Chiusano, presidente della Juventus, avrebbe compiuto 75 anni il prossimo 5 agosto, essendo nato a Torino nel 1928, dopo averne regalati 43 anni alla causa bianconera. Era un grande sportivo: appassionato di calcio, ma anche praticante di vela e sci. Vita frenetica, da un tribunale all'altro e, appena possibile, la fuga tra mare, montagna e campi di calcio. Entrò nel consiglio d'amministrazione della Juventus nel 1960, sotto la presidenza di Umberto Agnelli, diventando vicepresidente agli inizi degli anni Settanta, con l'avvento di Giampiero Boniperti.
Il 5 febbraio 1990 fu nominato presidente allorché lo stesso Boniperti lasciò l'incarico : "Era molto stanco - raccontò Chiusano -. Fu lui stesso a chiedermi di prendere il suo posto". Vita densa di avvenimenti, la sua. Nel 1960 entrò come praticante nello studio dell'avvocato Michele Barosio che faceva parte consiglio d'amministrazione della Juve. Quando morì, Umberto Agnelli chiese a Chiusano di prendere il suo posto. Proprio quell'anno la squadra vinse lo scudetto concedendo il bis l'anno dopo, quando durante Juve-Inter i tifosi bianconeri invasero il campo, con conseguente vittoria a tavolino dei nerazzurri. Cuore bianconero: difese la società davanti alla Disciplinare, dimostrando con documenti e fotografie che la Juventus aveva fatto il possibile per assicurare regolarità alla partita. Vinse e la partita venne ripetuta. Per protesta Helenio Herrera, allenatore interista, schierò una squadra di ragazzini, in cui esordì Sandro Mazzola.
Chiusano lascia una Juve campione d'Italia, con l'amarezza di quella Champions League sfuggita all'ultimo rigore. "Del Piero? E' il calciatore simbolo della Juve d'oggi", disse. Amava follemente il trio Boniperti-Charles-Sivori. Avrebbe voluto vedere Gianni Rivera in bianconero. Tremava dall'emozione quando giocava "le roi" Michel Platini: "Con lui si partiva sempre dall'1-0". Uomo intelligente e misurato, mai sopra le righe. Anche quando disquisiva con il giudice Guariniello. Chiusano e la Juventus che definiva "un patrimonio ideale e morale di questo Paese". Sempre pronto a difenderla a spada tratta, come in occasione della cessione di Zidane al Real Madrid. "Sarebbe stato un pessimo esempio di amministrazione non venderlo, i bilanci non hanno sentimento". Affermazione imprenditoriale di stampo Fiat. Ineccepibile. Addio Avvocato; con la "A" maiuscola come il grande Giovanni Agnelli, che, ne siamo convinti, non se ne dispiacerà.



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