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Nick: bianchina
Oggetto: sempre li mejo...
Data: 12/10/2005 15.41.18
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Sergio Citti sul set del film «Fratella e Sorello» (Ansa)
Nato nel 1933 a Fiumicino (Roma), debutta in arte a metà degli anni '50 come consulente dialettale del Pasolini scrittore, per i suoi romanzi d'esordio Ragazzi di vita e Una vita violenta.
I PRIMI PASSI NEL CINEMA - L'incontro di Sergio Citti con il cinema avviene nel 1959, cioè quando Pasolini, divenuto sceneggiatore, lo indica a Mauro Bolognini per collaborare a La notte brava e, successivamente, a Franco Rossi per Morte di un amico (1960). Nasce così un sodalizio artistico che terminerà solo con la morte di Pasolini. Dalla collaborazione ai dialoghi per i film Accattone (1961) e Mamma Roma (1962), dei quali è protagonista il fratello Franco, Sergio Citti passa all'aiuto regia nei lavori successivi dell'amico: La ricotta (1962), interpretato da Orson Welles, Uccellacci e uccellini (1965) e gli episodi «La Terra vista dalla Luna» (1966) e «Che cosa sono le nuvole?» (1967), tutti con Totò e Ninetto Davoli. Collabora anche ai dialoghi di film come Le notti di Cabiria (1957) di Federico Fellini, La notte brava (1959) e La giornata balorda (1960) di Mauro Bolognini, La commare secca (1962) di Bernardo Bertolucci.
NEL 1971 L'ESORDIO COME REGISTA - Nel 1971, l'esordio alla regia di Sergio Citti, con la supervisione di Pasolini: dirige Ostia, film sul sottoproletariato urbano nel quale affiorano i temi che diverranno poi costanti durante la sua carriera, a cominciare dall'attenzione per gli umili e i meno fortunati. Con Storie scellerate (1973) affiancandosi alla Trilogia della vita (Il Decameron, 1970; I racconti di Canterbury, 1972; Il fiore delle Mille e una notte, 1974) realizzata parallelamente da Pasolini- Sergio Citti trasporta i suoi «antieroi» nella Roma di Gioacchino Belli, popolandola di ladruncoli smaliziati, borghesi dissoluti e prelati ingordi.
IL LAVORO DI SCENEGGIATORE - Dopo aver scritto e sceneggiato insieme a Pupi Avati Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), cioè l'ultimo film diretto da Pasolini, collabora di nuovo come autore dei dialoghi per Brutti, sporchi e cattivi (1975-'76) di Ettore Scola, tragicomico ritratto delle borgate romane. Poi, è la volta di Casotto (1977): nello spogliatoio della spiaggia libera di Ostia, il film mostra squarci di vita di un sottoproletariato ormai privo di vitalità. Personaggi interpretati da numerosi protagonisti maschili (Citti, Croccolo, Davoli, Placido, Proietti, Stoppa, Tognazzi) e femminili ( Carabella, Deneuve, Foster, Melato).
I DUE FILM PER LA RAI- Tra la fine degli anni '70 e metá degli anni '80, Sergio Citti realizza due film per la Rai: Il minestrone (1979), con Roberto Benigni, Franco Citti, Ninetto Davoli e Giorgio Gaber, viaggio in tre atti d'una Armata Brancaleone composta da morti di fame alla perenne ricerca di cibo; Sogni e bisogni (1985), dieci episodi nei quali raffina e afferma le sue qualità di poetico cantastorie «narrate per il piacere di narrare», rendendone protagonisti attori come Ida Di Benedetto, Serena Grandi, Giulietta Masina, Enrico Montesano, Maurizio Nichetti, Francesco Nuti, Renato Pozzetto, Gigi Proietti, Ugo Tognazzi, Carlo Verdone, Paolo Villaggio. Continuando ad affidarsi a un cast importante, Sergio Citti dirige nel 1989 il corale Mortacci (che Pasolini gli aveva ispirato anni prima, durante una chiacchierata in macchina), interpretato, tra gli altri, da Vittorio Gassman e Mariangela Melato, assieme ad esordienti come Nino Frassica, Andy Luotto e Sergio Rubini.
Poi, dopo una lunga pausa, torna dietro la macchina da presa con I magi randagi (1996), derivato da Porno-Teo-Kolossal, un soggetto originale che Pasolini avrebbe voluto realizzare trent'anni prima con protagonisti Totò, Eduardo De Filippo e Ninetto Davoli. Nel 1998 è la volta di Cartoni animati, diretto insieme al fratello Franco, con protagonista Fiorello, dove i cartoni del titolo sono quelli che fanno da scudo protettivo ad una comunitá d'emarginati. Infine, nel 2000 Sergio Citti realizza Vipera, ennesima storia di sottoproletari vessati, scritto con Vincenzo Cerami.

fonte: www.corriere.it
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