Nick: Peppos Oggetto: Morte di giornalisti in Iraq Data: 14/10/2005 15.32.17 Visite: 153
Battuto ogni record di giornalisti morti in Iraq Corrispondenti e tecnici muoiono a un ritmo di tre al mese Tra le professioni più pericolose del mondo c’è quella del corrispondente di guerra. Nelle guerre mondiali, nei conflitti interni, nelle operazioni punitive, aggressioni armate e altro, sono morti moltissimi lavoratori della stampa. Ma la cifra dei giornalisti assassinati mentre coprivano l’occupazione irachena ha battuto davvero ogni record conosciuto. La situazione è giunta a un punto tale che alcune organizzazioni internazionali si sono viste obbligate e domandare protezione per le loro vite. L’Istituto Internazionale per la Sicurezza dell’Informazione, pochi giorni fa ha accusato gli Stati Uniti di "non prendere le dovute precauzioni per garantire la sicurezza dei giornalisti", fondando le accuse nel fatto che dall’inizio dell’invasione delle truppe nordamericane in questa nazione araba, nel marzo del 2003, giornalisti e lavoratori dei mezzi di comunicazione sono morti a un ritmo di tre al mese. Sino ad oggi 70 sono morti in territorio iracheno per sparatorie dirette da parte delle forze nordamericane, un numero superiore a quello della guerra in Vietnam, definita sino ad oggi come la più cruenta per i giornalisti, nella quale in 20 anni morirono 63 giornalisti. L’ambasciatore degli USA in Iraq, Zalmay Jalilzad, in un’occasione disse, per discolpare i fatti, che "le operazioni militari non sono una scienza esatta". Quello che questo signore s’è dimenticato è che i militari degli Stati Uniti aprono il fuoco sempre più frequentemente senza giustificazioni ed hanno motivato gli attacchi dicendo che avevano di fronte tiratori scelti, le cui sole armi erano macchine fotografiche ed obiettivi in occasioni che non ammettevano equivoci e si dovevano escludere gli incidenti. In accordo con gli esperti, durante la Iª Guerra Mondiale i fotografi della stampa avevano serie difficoltà per essere ammessi sul fronte perchè le truppe alleate erano molto sensibili all’impatto che le immagini potevano avere sulla popolazione civile. Nella guerra successiva l’idea era la stessa poiché lo stesso generale Dwight D. Eisenhower, Comandante Supremo delle Forze Alleate sosteneva il criterio che "il lavoro dei corrispondenti di guerra è identico essenzialmente a quello del personale militare. Di solito è l’opinione pubblica che vince la guerra!" Attualmente agli USA non importa un accidente di dove vanno a finire le pallottole senza nome e non considerano assolutamente l’opinione pubblica mondiale, poiché attuano come se tutto quello che si trova "dall’altra parte" sia un medico, un giornalista o anche un bambino, sia un nemico! La professione del reporter è sempre più pericolosa e spesso accadono incidenti nei quali i corrispondenti o i loro collaboratori perdono la vita. Pochi giorni fa l’editore generale di Reuters, David Schlesinger, ha mandato una lettera al senatore repubblicano John Warner, che dirige il Comitato dei Servizi dell’Esercito nella Camera Alta, nella quale denuncia la condotta delle truppe nordamericane in Iraq, che stanno impedendo la copertura completa della guerra per il pubblico degli Stati Uniti. Nella lettera si legge che questa condotta include l’aumento di detenzioni e spari accidentali contro giornalisti e inoltre si fa riferimento a un lungo elenco d’incidenti perturbatori nei quali i giornalisti professionisti sono stati assassinati, erroneamente detenuti e/o hanno sofferto abusi illegali da parte delle forze degli Stati Uniti nella nazione araba. Inoltre si legge che le forze USA stanno limitando la possibilità di lavoro dei giornalisti indipendenti. David Schlesinger ha chiesto a Warner di presentare le preoccupazioni dei mezzi di comunicazione al segretario alla difesa Ronald Rumsfeld. La situazione per i giornalisti è peggiorata in Iraq e limita direttamente la possibilità di costoro di svolgere il proprio lavoro e inoltre crea un serio effetto di timore in tutti i mezzi di comunicazione in generale, dice ancora la lettera. Limitando le possibilità dei mezzi di coprire in modo completo e indipendente i fatti in Iraq, le forze dell’occupazione impediscono ai loro concittadini di ricevere le informazioni (…) impedendo quelle libertà che gli Stati Uniti dicono di fomentare ogni giorno e per le quali impegna dollari e vite umane... L’editore di Reuters ha riferito che l’esercito USA ha negato d’intraprendere una serie d’investigazioni indipendenti e trasparenti sulla morte dei giornalisti della sua agenzia, dando fiducia a una ricerca controllata da ufficiali delle unità responsabili che hanno esonerato i loro soldati. Non si deve stupire il signor Schlesinger, poiché la famiglia e gli amici del cameraman José Couso, morto assieme a un reporter di Reuters sotto il fuoco diretto d’un carro armato nordamericano dove si trovavano decine di corrispondenti di molti paesi, nell’Hotel Palestina di Baghdad, da due anni stanno aspettando i risultati delle investigazioni delle autorità USA e anche il Tribunale Nazionale di Spagna sta aspettando delle risposte allle sue richieste di poter interrogare i tre ufficiali responsabili dell’assassinio. Un dispaccio di Notimex da Bruxelles ha indicato, alcune settimane fa, alla Federazione Internazionale dei Giornalisti - FIP – dopo la morte d’un operatore del suono di Reuters, aveva emesso un comunicato nel quale si chiede alla ONU di intraprendere un’investigazione sulla morte dei giornalisti in Iraq per mano dei soldati degli Stati Uniti. La ONU in teoria ha la responsabilità di assicurare che in questo conflitto si rispettino come si deve le leggi internazionali e i diritti delle vittime. Notimex ha considerato che è giunto il momento in cui la ONU faccia un passo e chieda che si faccia giustizia e si rispettino i diritti umanitari di base da parte dei paesi democratici implicati in questa guerra. Crediamo che sia necessario - e con urgenza - svolgere un’investigazione piena, indipendente ed esclusiva in tutti questi casi per assicurarsi che i mezzi di comunicazione hanno la fiducia dei governi che devono onorare i loro obblighi, indica il messaggio di Notimex. Davanti a fatti come l’assassinio di un dipendente di Reuters, la FIP ha accusato le forze armate degli Stati Uniti d’incompetenza, imprudenza e indifferenza cinica per le vite dei giornalisti che coprono la guerra in Iraq. fonte: http://www.granma.cu/italiano/2005/octubre/juev13/periodista.html valle TI AMO DI COSCIONA *_*
 |