Nick: Hightecno Oggetto: SEMPRE + LOTA Data: 19/10/2005 11.56.2 Visite: 116
Lo sfogo di Maria Grazia Laganà: è stato un omicidio politico, altrimenti non lo avrebbero ucciso così Ma la vedova accusa il governo 'Da Berlusconi neppure una parola' REGGIO CALABRIA - Non è una polemica, la sua: è una constatazione. "Non sono stata raggiunta da alcun messaggio del presidente del Consiglio". Ciampi, invece, è stato "molto affettuoso, un padre. Ha chiesto che cosa facciano i miei figli, mi ha esortata a essere forte, a reagire". Del resto, Maria Grazia Laganà, la vedova di Francesco Fortugno, il vicepresidente del consiglio regionale calabrese ucciso domenica nel seggio delle primarie, è donna energica e battagliera, manager della campagna elettorale del marito e dirigente dell'ospedale dove con lui ha lavorato per anni. Si fa coraggio, fuma. La sua tempra la ritrova in una pausa dalla maratona del dolore che da due giorni, a casa prima e poi nell'interminabile rito della camera ardente in consiglio regionale, le ha fatto stringere centinaia di mani, abbracciare parenti e uomini delle istituzioni, medici, guardie giurate, impiegati. Dietro di lei c'è suo figlio, un ragazzone di ventitré anni, studente di Medicina a Roma: gli fanno leggere il comunicato dei sindacati che proclamano cinque minuti di sciopero nazionale in memoria del padre e lui scoppia a piangere. "Siediti, Giuseppe", gli ordina lei. Signora Fortugno, si aspettava questa fine per suo marito? "No. Mai un segnale, di nessun genere. Me l'avrebbe detto. Mi avrebbe raccomandato di controllare i ragazzi, di non farli uscire la sera. Invece, niente". Il ministro Pisanu ha detto che in Calabria lo Stato sta facendo la sua parte. "Se Pisanu dice così, sono le dichiarazioni del ministro Pisanu. Dell'esponente, cioè, di un governo di centrodestra che ritiene che in Italia vada tutto bene". Ciampi cosa le ha detto? "Mi ha fatto coraggio. Mi ha detto che se ho necessità, se vedo che qualcosa non va o che le indagini non procedono come dovrebbero, posso chiamarlo. Gli ho risposto che lo farò. Mi ha detto anche che se il presidente della Repubblica ha deciso di venire qui è perché s'è informato sul suo conto, anche attraverso molti amici calabresi. Se Ciampi era qui vuol dire che Franco meritava la sua presenza". Le indagini, però, sono all'inizio, si fanno per lo più congetture. Cosa pensa dell'ipotesi di un omicidio maturato nell'ambito della sanità? "Lui era fuori dall'ospedale da almeno sei anni. Si occupava di sanità, sì, ma facendo battaglie politiche dall'opposizione. E mai da solo: le interrogazioni che presentava le firmavano tanti altri". S'è parlato anche di appalti che facevano gola ai clan, ad esempio, quello per la ristrutturazione dell'ospedale di Locri. "Non ne ho mai sentito parlare. Lo apprendo da voi. Mio marito non ha mai avuto ruoli amministrativi, non ha mai gestito nulla. No, io non riesco a dare alcun tipo di lettura se non quella legata al suo ruolo istituzionale. E' un omicidio politico, assolutamente. Se volevano ucciderlo in maniera privata avevano mille opportunità. Noi viaggiavamo senza problemi tutte le sere. Invece hanno scelto di farlo con quelle modalità, durante le primarie". Si è detto anche che aveva preso molti voti e aveva una cambiale, non mantenuta, da pagare con i clan. Questo spiegherebbe anche le intimidazioni agli uomini della giunta Loiero. "Basta leggere i voti dei paesi ad alta densità mafiosa per capire che non è così. Basta analizzarli per vedere a chi sono andati. Si controlli anche a Locri: lì mio marito ha preso solo 490 voti. Altri consiglieri molti di più, senza essere del paese e senza avere alle spalle un partito organizzato. Franco non faceva promesse elettorali, non ne ha mai fatte. Non gestiva nulla e non alimentava aspettative. Stava persino attento a non frequentare ambienti che solo lontanamente potessero apparire equivoci". Ora cosa si aspetta? "Temo che tutta questa tensione emotiva si attenui di qui a una settimana. Allora sarà la fine. Vorrei giustizia. Sia per me che per mio marito. Chi indaga deve mettercela tutta, far leva su tutte le professionalità di cui dispongono le forze dell'ordine. E mi auguro che questo sacrificio serva a far cambiare, una volta per tutte, la Calabria. Infine, vorrei che si ricordasse chi era mio marito". Lo dica lei. "Un marito esemplare e un ottimo padre. Saranno parole banali ma sono vere". "Pensare è facile.Agire è difficile. Agire seguendo il proprio pensiero è la cosa piu' difficile al mondo" |