Nick: harding Oggetto: di schiena Data: 6/9/2003 14.59.27 Visite: 12
Esco col cane. Ogni passo è una stilettata tra i reni. E' un mese sano che non riesco a muovermi bene. Sto cazzo di lavoro sedentario mi sta storpiando. Alla mia pensione (se mai ne raggiungerò una) uscirò dall'ufficio su una sedia a rotelle e col sorriso ebete di chi non ha ancora realizzato che la maggior parte della vita se l'è giocata da seduto. Il cane tira ed annusa ogni santa gomma di auto ed ogni santo albero che incontriamo. Quando strappa col guinzaglio vedo le stelle. Ma il dolore è stranamente assonante col caldo, col rumore delle auto, con i visi anonimi che incrocio. "Dai Elio. Hai già fatto la cacca e tre volte la pipì. Che fai, te la conservi per la grande occasione?". Elio mi guarda nella sua dignità cagnesca e sembra dirmi che questa è l'unica mezz'ora di gloria di una pallosissima giornata. "E vabbè altri 10 minuti e poi si torna a casa" mi arrendo. Lui sembra rianimato da queste parole. Dà un portentoso strappo al guinzaglio. Con tutta la forza dei suoi 30 e passa chili. Vedo letteralmente le stelle. Le gambe non mi reggono e cado a terra. Sono supino e Elio mi annusa la faccia inframezzando qualche leccatina. Sta facendo sera ed il cielo è di quel colore che non sai se blu chiaro o celeste scuro. Resto steso. Non posso mai farcela ad alzarmi. Anche muovere le gambe in quella posizione smuove la tigre della schiena. Una mamma con bimbo passa velocemente alla mia sinistra. La mamma fa finta di non vedermi. Il bimbo mi manda un bacio. 1 a 1. Elio si stende accanto a me emettendo un sospirone di santa pazienza. Non è male questa posizione. Abito da quasi sette anni qui e non ho mai visto questo posto da un altro punto di vista. I palazzi fanno cagare. Sono vera speculazione edilizia. Dentro le case, però, c'è tanta dignità. Lampadari con qualche pretesa buranese, quadri d'avanguardia, librerie ricche (chissà di cosa). Soprattutto ci sono tante donne che si affaccendano: cucinano, lavano, stendono il bucato. Penso al fatto che a casa mia era la cameriera a fare queste cose. Mi sembra terribilmente strano. Ora vorrei tornare indietro e dire a mia madre di farlo per non rompere l'armonia delle cose. Per permettere alle persone che vedono dalla strada di riconoscere la nostra come una casa. Ma forse il sangue mi sta salendo alla testa in questa posizione. Mi sollevo solo di braccia facendo forza sul solido cofano di una Volvo. "Dai ciccio, torniamo a casa. Per oggi ne abbiamo abbastanza". Elio si fa portare docile e contento. |