Un pò di ERRE

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Nick: Franti
Oggetto: Un pò di ERRE
Data: 6/11/2005 20.40.23
Visite: 225

Sembrava un campo di concentramento. E invece era la mia testa. Pensieri sterminati, pensieri messi al rogo, mezzi pensieri, paure, angosce, poche speranze.
Era come quando da bambina mi violentavo cerebralmente, immaginando le situazioni piu’ dolorose, per provare male, quel male che ti spaventa al punto che vuoi a tutti i costi esorcizzarlo.
Allo stesso modo, mi stavo facendo violenza, la mia materia grigia si masturbava con poca delicatezza. E avvertiva paure inaudite ed inesistenti, e voleva fuggirle, ma al tempo stesso le rincorreva, un po’ come il gatto con il topo. O il demone con l’uomo.
E come venirne fuori? Una canzone, un film, il fumo di una sigaretta, il fumo di una camomilla bollente. Ma niente caffe’, porca puttana. Dicono peggiori le cose. Adoro il caffe’, e’ roba mia. La prima parola della giornata che proferisce la mia bocca sa di caffe’. E a volte anche l’ultima.
E poi c’erano loro, gli uomini.
Una mano tesa di qua, una stretta di la’, un bacio, un abbraccio, un orgasmo. Ma mai una lacrima. Quelle erano solo mie. Come erano sempre state.
Vaglielo a spiegare che poteva bastare dormirmi accanto, senza bisogno di scopare.
E c’e’ chi ha finto empatia. Chi magari era invece sincero, chissa’.
"Toccami. Dammi la mano." "Perche’?" Ma fanculo, non te lo spiego e manco la voglio piu’ la tua mano.
E arrivava l’ennesimo "come stai?" e la mia voce vomitava l’ennesimo "sembra meglio, ma non bene".
E mi facevo schifo: io che avevo bisogno degli altri. Dovevo riuscire a bastarmi da sola. Perche’ poi, parliamoci chiaro, e’ vero che l’unica persona con cui sarai sempre sei tu. Ma mi facevo schifo lo stesso.
Fin quando e’ arrivato a scoppiare uno tra i piu’ grandi incendi dell’ultimo decennio. Tra le mie sinapsi.
"C-E L-A F-A-C-C-I-O" Imperativo. Categorico. Che poi non e’ propriamente un imperativo, era un imperativo mascherato da indicativo, il modo della certezza.
E si’, le mie fottute paure ora cominciavano a divertirsi, mascherandosi. Da certezze, da convinzioni, da prese di coscienza; da qualsiasi cosa fuorche’ da paure. A tal punto che paure non erano quasi piu’.
L’incendio. Tutto brucio’. Tutto fu raso al suolo. Tutto brucio’. Tutto fu abbattuto.
Tutto brucio’.
Il campo di concentramento non c’era piu’. C’era il vuoto. "Si ricomincia. Ne hai voglia?" Cazzo se ne avevo voglia.
Era dura. Ma me ne sbattevo.
E accadde che realizzai una dose di forza in me mai sospettata. Un po’ come quando nei film il cazzone di turno diventa l’eroe. A volte nei fumetti il supereroe. Come Clark e Superman.
Ero la mia eroina preferita, in quel pezzo di film. Mi guardavo compiaciuta. E non mi facevo quasi piu’ schifo.
Adesso non c’e’ piu’ solo vuoto, al posto di quel lager. Si intravedono fondamenta, colonne, marmo, erba, legna, cielo, nuvola, luce, caldo, freddo, paure e angosce, molte speranze. Si intravede vita.
E’ un nuovo inizio.
Quello che sembrava un campo di concentramento e invece era la mia testa, non sembra piu’ un campo di concentramento, e la cosa mi piace un casino.
Senza contare che riprendo i miei 15 caffe’ al giorno. E che non mi faccio schifo.
Solo le lacrime, quelle ci saranno sempre.

Erre

Ps - Erre è una persona che "adoro" da tanto tempo.

Nick: luciesogni
Oggetto: nunziatella
Data: 25/10/2005 12.28.57
Visite: 10

nunzia, tu ke ne capisci, come si chiama quella canzone degli u2 che ha un assolo ke fa nananaaaanaaaaaaaaaaaa
nananaaaaaaaaaaaaana na naaaaaaaaa

ecc