Nick: CrimeChat Oggetto: Dieci Piccoli Nick Data: 12/9/2003 18.38.52 Visite: 33
DIECI PICCOLI NICK Era una notte buia tempestosa, quando i nostri piccoli nick bussarono alla porta della maestosa villa del conte ( r’o cess) Von Franti a Dentecane, una ridente cittadina, vagamente simile alla Transilvania di fine ‘800. Ad aprire la porta fu il fedele maggiordomo, nonché programmatore, Igor Ellegi, vestito con una lunga tunica nera modello Giuditta per nascondere la sua deforme gobba causata dallo stare troppo tempo piegato sul computer. Li accolse in casa e con una voce stridula e gracchiante esordì dicendo: “Buonasera signori e signore, benvenuti in quest’umile dimora. Accomodatevi, il conte Von Franti vi raggiungerà quanto prima.” Un po’ perplessi, tutti i nick entrarono in religiosa fila indiana. Il primo ad entrare fu Harding, meglio conosciuto come il Goethe di Montedonzelli, seguito da Cristy85, una giovane fanciulla che non smetteva un minuto di fare domande stupide e che aveva già sfrantumato 3/4 di wallera a tutti, motivo per il quale EvaKant, entrata dopo Cristy85, la cazziava e le intimava di tacere, minacciandola di portarla con sé nel bagno; subito dopo entrò Ahstarte, con un libro di Freud sotto il braccio (per la precisione “Psicopatologia di chat e dintorni”) e con un taccuino su cui annotava tutti i comportamenti insoliti che notava; dopo Ahstarte entrò Nessuno, con il suo inseparabile pc portatile e con indosso la maglietta di Ircnapoli; a braccetto con AvvdiSilv, entrò Viola, fumando una sigaretta con un lungo bucch…Ehm, bocchino (perdonate il lapsus freudiano), intenta ad ascoltare le prodezze (sessuali) di Berlusconi raccontate dal suo avvocato; in minigonna inguinale e perizoma brillantinato (rubato a Gattina all’ultimo meeting di Ircnapoli) entrò per ultima Ladytrip. Dopo averli fatti accomodare sulle poltrone di un ampio salone, Ellegi srotolò un enorme pergamena che aveva appesa alla gobba e cominciò a leggere: “Queste sono le regole della casa che voi dovrete assolutamente rispettare: - non usare CAPS, ovvero scrivere in maiuscolo; - non ripetere sempre le stesse cose (avvertimento in particolare per Cristy85); - non floddare; - non pubblicizzare altri siti; - nun rumpit’ o’ cazz. Se non rispetterete queste regole sarete kikkati o addirittura bannati.” Finita la lettura, Ellegi si allontanò sparendo in un buio corridoio, trascinando a fatica la sua gamba di legno (sta pop’nguajat). Girovagando per la villa di Von Franti, i convitati notarono che egli, da buon chattatore (azzeccat) qual era, possedeva un computer in ogni stanza, pure nel bagno, si fermarono poi ad ammirare la bellissima collezione di varche siriane e la biblioteca, biblioteca che fece trasalire Harding poiché piena solo di libri di Niccolò Ammaniti, con ben 220 copie del romanzo “Branchie”. Ad un certo punto suonò la campanella che annunciava la cena ed i convitati si riunirono a tavola. Un tuono fragoroso ruppe l’imbarazzante silenzio dei commensali e la sala cadde nel buio più assoluto. L’unica cosa che si riusciva ad intravedere in quella inquietante oscurità era uno strano luccichio…La luce si riaccese, un “Oh” di stupore invase la stanza e tutti allora compresero cosa fosse quello strano luccichio: la pelata di Franti. Salutati i suoi ospiti, il conte ordinò ad Ellegi di servire la cena. Dopo aver gustato le prelibatezze della cucina dentecanese, preparata seguendo fedelmente i dettami sull’alimentazione e le ricette di Adp, alcuni commensali si diedero alla conversazione, altri alla visita della casa. Improvvisamente un urlo agghiacciante fece sobbalzare e accapponare la pelle agli invitati. Sgomenti, tutti si precipitarono di corsa verso la stanza da cui era provenuto il terrificante urlo…Entrarono e videro… CONTINUA...
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