Nick: LaNdel10 Oggetto: Perché non Dante? Data: 9/11/2005 15.24.17 Visite: 162
Qualche post più giù, Casual ha ricordato la grandiosità della Divina Commedia. Tal cosa mi ha fatto immenso piacere in quanto, già da qualche giorno, mi imbatto in alcune riflessioni personali riguardanti la diffusione, tra le generazioni più recenti, della poesia di Dante rispetto a quella più commercializzata, se mi si passa il termine, di altri autori. Poeti dello spessore di Pessoa, Neruda, Garcìa Lorca e altri pochi dello stesso calibro godono, a ragione, di una forte considerazione e diffusione tra i giovani; la stessa luce non illumina la poesia del Poeta, vale la pena specificare, Dante. Eppure ciò che il "fiorentino" ci ha lasciato nulla ha da invidiare all'opera delle deliziose penne pocanzi menzionate. Sarà forse a causa del fatto che il Poeta non lo si riesce ad affrancare da quel ruolo scolastico al quale, da troppo, è relegato? Si sa che la scuola, in virtù di quell'essere un'istituzione imposta, spesso sortisce l'effetto di allontanare i giovani da ciò che essa gli propone. Mi chiedevo, ancora, se la causa non fosse il linguaggio originario con cui le opere di Dante vengono proposte; perché è pur vero che se le poesie fossero "ammodernate" sarebbero più comprensibili e attuali. Che ne pensate? Vi lascio una bella poesia d'amore tratta dalla vita nova. Ne li occhi porta la mia donna Amore, per che si fa gentil ciò ch'ella mira; ov'ella passa, ogn'om ver lei si gira, e cui saluta fa tremar lo core, sì che, bassando il viso, tutto smore, e d'ogni suo difetto allor sospira: fugge dinanzi a lei superbia ed ira. Aiutatemi, donne, farle onore. Ogne dolcezza, ogne pensero umile nasce nel core a chi parlar la sente, ond'è laudato chi prima la vide. Quel ch'ella par quando un poco sorride, non si pò dicer né tenere a mente, sì è novo miracolo e gentile. "Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" |