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Nick: Zipper75
Oggetto: Capitolo 16 - L'appuntamento
Data: 13/1/2004 11.3.16
Visite: 630


Si svegliò dopo un sonno molto agitato, non ricordava cosa avesse sognato, era sudato e stanco. Come già capitato altre volte lei già era sparita.

Cazzo, ma è un abitudine? Come al solito lei è andata via… avrà lasciato un biglietto?
Sul cuscino no, sulla scrivania ? Niente, strano, questa volta è stato tutto troppo imprevedibile.. troppo strano, come se lei avesse fretta.

Meglio non pensarci, vado a prepararmi quella schifezza di caffè, ma come?!La macchinetta del caffè è calda, e dentro c’è ancora tre quarti del contenuto… diavolo ! Mi ha preparato il caffè, cosa deve farsi perdonare ?

Distrattamente si gira e vede un bigliettino post-it attaccato alla porta del ingresso.

"CIAO SCUSA SCAPPO HO IL VOLO ALLE 10.45 VADO IN SIRIA DA TIZIANA, CI RISENTIAMO AL MIO RITORNO. P.S. NON STARE IN PENSIERO SO CAVARMELA SEMPRE."

Ecco, ora capisco diavolo Vittorio, ci avrai fatto il callo no ?
Nutella su’ su’ vieni qua…ecco dai tieni .. com’è buono ? Sì ?! Diavolo devo ricordarmi di prenderti un’altra scatola di croccantini.

Mentre Vittorio divaga tra i suoi pensieri il cellulare squilla …
ANONIMO !!
Sempre .. come se tutto il mondo sapesse che odio i numeri anonimi puntualmente uno al giorno, vabbè rispondiamo tanto la giornata già è troppo ambigua per fermarmi a riflettere.
‘Pronto ?’
Una voce cupa, ma sostanzialmente serena.
‘ Salve, mi ascolti bene, che non ho molto tempo da dedicarla. Sappiamo che lei ha parlato con il nostro deludente collaboratore, sappiamo che le ha riferito tutto, a questo punto abbiamo deciso di incontrarci abbiamo chiesto al signor Pierluigi di darci una cosa che a noi sta molto a cuore, lei deve solo essere presente a quest’incontro…’
‘ scusi ma non capisco cosa volete da me …’
‘ la prego non mi interrompa, lei deve essere presente, vi verrà chiarito dopo il motivo…’
‘..Ma Andrea ?? Cazzo sta storia deve finire …’
‘ Senta stiamo venendo noi incontro a Voi non lo capite ? vogliamo risolvere tutto per il meglio. Si faccia trovare alle ore 11.30 al parco sulla panchina accanto al chiosco dove si trova la fontana. Se farete come vi è stato detto le ridaremo Andrea, a patto che il suo amico si comporti come si deve… click ‘

Quest’ultima frase "Se farete come vi è stato detto le ridaremo Andrea" gli gelò il cuore, forse ci stava una soluzione onorevole alla cosa, ma perché lui doveva essere presente ?
Devo chiamare subito PierLuigi… mentre si presta a cercare in rubrica il nominativo P.G. … il cellulare squilla di nuovo… ANONIMO … Cazzo di nuovo ma che vogliono ancora ?
‘Pronto !! si HO capito … è successo qualcosa devo portare anche il mio cane all’appuntamento ?’
‘Vittorio … calmati sono io Pierluigi, hanno chiamato anche a me, mi hanno detto dell’appuntamento, vogliono che porti i risultati delle ricerche in formato elettronico all’appuntamento…’
‘Avevo capito qualcosa del genere, ma perché ci devo essere pure io ? ‘
‘Non lo so, forse vogliono farti delle analisi, visto che come ti ho già detto tu sei il risultato dei miei test, ma non so’
‘Pierluì mi sto cacando sotto, ma se è l’unico modo per uscire fuori da questa storia tutti noi, andiamo’
‘ Si lo so, ho appena finito di salvare i miei dati su una memory card, ci vediamo alle 11.10 di fronte alla biblioteca, da lì arrivare al parco sì e no ci vogliono 5 minuti a piedi… Vittorio, perdonami lo sai… fidati di me per l’ultima volta, non sbaglierò di nuovo.’
‘ Pierluigi, oramai voglio che tutto finisca, ne riparleremo poi.. ciao’
‘Ciao …’
‘ Vittorio senti hai saputo di sara .. par… click’

Pierluigi aveva paura, era angosciato, aveva perso probabilmente il suo migliore amico, probabilmente aveva anche perso il suo futuro amore sara. Ma non era quello il momento di pensarci, aveva appena finito di passare i dati dal pc al palmare e salvato tutto sulla memoria, doveva metterla in un posto sicuro … dove ? nel portafoglio no ? sì ecco, ci sta quel vecchio porta monete da appendere al collo, di quei modelli che si usano d’estate, sì la metto qui dentro, così la tengo appesa al collo. Qui ci sono cose troppo importanti … che ore sono ? le 9.55.

Pierluigi scende, si affretta a mettere in moto la macchina, che giornata di merda pensa tra se e se, piove, quella pioggerellina che ti da soltanto fastidio. A un certo punto sente il cell emettere il suono di un messaggio.
Chi sarà ? Vittorio ?
NO era Sara.. "Caro perdonami avrei voluto salutarti il volo parte alle 10.45 mi sa che non faccio in tempo, al mio ritorno ti prometto una cenetta intima."
Al suo ritorno ? e se io non ci sarò più al suo ritorno ? se oggi stesso mi facessero fuori ? Si sentì improvvisamente angosciato triste e solo, che ore sono ? le 10.00 si posso farcela, devo andare in aeroporto a salutarla, non è possibile devo rivederla.

Parte in direzione Aeroporto, sa che era rischioso con il fardello che si portava al collo, ma non poteva rischiare di non rivederla mai più.
Dopo una folle corsa, parcheggia nel posto riservato ai tassisti, ma chi se ne frega …

Scende e da lontano gli sembra di scorgere lei, con il suo trolley che si avviava verso l’area partenze.

"SARA !!! "
Sara si gira, non riesce a vedere ma sente che qualcuno l’ha chiamata,
"SARAAAA !!! ASPETTA !!!"
Lei continua a guardarsi intorno, ma si… eccolo PIERLUIGI? ??? che ci faceva li ??

Pierluigi capisce che lei l’ha riconosciuto, sbatte velocemente la portiera dell’ auto affannosamente inizia a correre verso di lei

Sara, tra sè e sè , "diavolo non pensavo davvero che mi facesse felice rivederlo, che mi sta succedendo ???"

Mentre Pierluigi attraversa di corsa … a un tratto silenzio … gli si appanna la vista, incomincia a girare tutto, chiude di riflesso gli occhi, un leggero dolore alle gambe … il silenzio … il buio.

Non aveva visto arrivare l’autobus di linea, l’autista aveva frenato, ma il terreno bagnato da quella maledetta pioggia non aveva fatto altro che fare accelerare il mezzo, non aveva potuto evitare l’impatto.

Un rumore di frenata, trasformato nel classico rumore del acqua planning aveva fatto capire a sara che il dramma non si poteva evitare.

"PIERLUIGIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIi "

Vede l’autobus che prende in pieno p.g sul lato destro lo spinge 3 metri + avanti e ci passa sopra con le ruote anteriori …

"Noooooooooooooo"
"PIERLUIGIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII "

Lascia il trolley cadere sulla moquette plastificata dell’aeroporto corre da lui…

Attimi di panico, terrore, freddo, non poteva essere vero non era p.g quello che volava.
Lui era lì, riverso a terra, le gambe, o quello che ne era rimasto erano immerse in una pozza di sangue che continuava fin sotto l’autobus. Lei gli si avvicina prima di tutti,si china verso di lui e gli gli alza il capo.
"PIERLUIGI, parlami ,Pierluigi…. Si !! Per Dio ! respira respira…!"

BUIO, una voce lontata lo chiamava, non riusciva a rendersi conto del’accaduto, era stanco, Ricordava alcuni attimi prima del impatto, ma non capisce.
Sara continua a chiamarlo, Sara !? SI è lei, apre gli occhi.. cazzo la testa, mi fa male la testa …
"Sara…. Nn n non mi sento + le gambe ….la testa … "
"Pierluigi non parlare, non preoccuparti hanno già chiamato l’autombulanza .. E TOGLIETEVI DA DOSSO FATELO RESPIRARE !"
"Sara … ho freddo, sento freddo, sarà …. perdo molto sangue … lo sento …"
"NO non dire fesserie, stupido è una sciocchezza." ma come faceva a mentire, lui era pallido, aveva perso moltissimo sangue, l’impatto gli aveva tranciato di netto le arterie femorali … era condannato ?
"PIERLUIGI non parlare, tra un po’ tutto sarà risolto" ma le sue lacrime tradivano la sua sicurezza.
"Sara…devi aiutarmi… è questione di vita o di morte … sara ……" un dolore che parte dal basso ventre l’aveva come stretto alla gola, ma no, doveva parare a sara… sentiva che stava per svenire… doveva parlargli …
"Sa…sar..sara dai questo contenitore a Vittorio, c’è la mia vita dentro e anche la sua… ti prego sar…."
"Vittorio ?? si gliela dò dopo però ora resta in silenzio e respira .. ecco è arrivata l’autombulanza"
"Sar…sara.. vai alla biblioteca, lì…c’è vittorio che mi aspetta, vacci tu…."
Non aveva più fiato, aveva solo freddo, un freddo che non aveva mai provato, sentiva che stava per morire, si sentiva solo… si è proprio vero pensava tra sè e sè, si nasce soli e si muore soli.
Non era pronto per morire, aveva tante cose in sospeso da finire, perché non gli veniva concesso un altro po’ di tempo?


Parco ore 11.10 una macchina nera con i vetri fumè si avvicina al parcheggio comunale, da dentro scende una donna, Monica.
Si pressa per bene nel orecchio la radio trasmittente, gli aveva sempre dato fastidio, ma era l’unico modo per restare sempre a contatto verbale con loro.
Uno sguardo verso la macchina, un cenno di adesione e si incammina verso il chiosco.



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