Nick: Viol4 Oggetto: OT ma... Data: 21/9/2003 15.47.14 Visite: 15
è un OT, ma mi piace troppo.
Nel 1914, Campana pubblica i Canti orfici e, subito, l'Italia è trascinata nella guerra. Non proprio a torto, egli ne sarà tratto a delirare che la responsabilità della guerra fosse sua. La guerra scoppia per ristabilire l'altro domestico, per definirlo nella coppia amico-nemico. Poco prima della guerra, Campana avverte il mito dell'Altro nel mito di Orfeo, che risale dall'Ade, incerto se dovrà lasciarvi Euridice. Orfeo si volta, per tema di abbandonarla. E così abbandona. Uscito dall'Ade, si ritrova in Orfeo, depurato alfine di Euridice, ma le donne tracie avvertono che non ha potuto abbandonarla e lo fanno a pezzi. Campana, Orfeo e Euridice. Pubblica i Canti e lascia ormai Euridice all'inferno, strappatone dalla donna degna del nome. Sibilla, il viatico dall'Ade. Lui lascia l'inferno e, giacché i poeti non concedono corona, si appresta a trovare le donne. Ne risulterà in pezzi come Orfeo. Dirà poi che è lui il responsabile della guerra, a causa del suo amore per Sibilla. Pubblica i Canti, dispiega la cetra di Orfeo nell'invocazione a Euridice; se mai uscisse dall'Ade. Sibilla, sola, lo ascolta, si propone senza esitare. Ma lei non è Altro. Una donna non può tanto. Pur brava e dolce e colta oltre il dire. Da lei non avrà il futile e il frivolo, solo le due versioni disponibili del tempo, la religione della fretta di Marinetti e il rallentamento spasmodico della frase eternizzata di D'Annunzio. Con lei non raffrena il delirio. "Il vampiro, la sanguisuga violetta". Con lei, vanifica in un incendio le due versioni della sensualità. E, fra le sbarre del carcere a Novara, Sibilla che va a trovarlo non scorge più Orfeo, ma, di dietro la doppia grata a maglia, la prigioniera Euridice degli inferi. Lei può uscire dall'Ade, lei può abbandonare Orfeo, ma scriverà che "la libertà è parsa la cosa più tremenda della terra". Campana resterà nel manicomio di Castel Pulci, a inseguire ancora il mito di Orfeo. Dopo quattordici anni, gli dicono che è guarito, parlano di dismissioni e, all'improvviso, giunto quasi fuori dagli inferi, ripete Euridice e muore di setticemia.
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