Nick: B{L}U Oggetto: re:Par' a' o' limpia' de. Data: 10/3/2006 17.1.27 Visite: 67
è stato detto: Superare il primo ostico scoglio di "pietà", non conoscenza, disarmo, verso una categoria di persone che vi gravitano intorno tutti i giorni, è il primo passo per una piena consapevolezza circa l'animo umano.
Vero. E' non è facile. La prima cosa che uno è portato a provare verso un disabile è pietà, compassione, a volte imbarazzo. "La pietà" eh albè? Poi con l'intensificarsi dei rapporti, tale sentimento viene rimpiazzato da altre sensazioni. E la velocità con cui avviene questo processo dipende sì dalla nostra intelligenza e/o sensibilità, ma molto anche dal modo di essere del disabile e dalla sua capacità di mettere a proprio agio il prossimo. Conosco un solo ragazzo disabile, è di fuorigrotta. Che tutto è, fuorchè disabile. Almeno questa è l'impressione che dà di sè. Mi "innamorai" di lui dopo mezzora che ci parlai la prima volta. La sua forza, la sua allegria, la sua intelligenza, la sua passione nel fare le cose che ama, la sua capacità di mettere le persone a proprio agio lo rendono una persona adorabile. E non un "diverso". O meglio un diverso nel senso che sembra avere molte paia di palle in più di tanti di noi. E se non ho mai provato pietà per lui, è solo merito suo. Non gliele ho mai dette ste cose, ma credo e spero che lui le abbia capite da tempo. :*
Perchè perchèèè, primo tempo tu vincevi tre a zero... alla coppa ci credevi per davvero... perchè, perchè... tre a uno, tre a due, tre a tre! http://www.25maggio2005.com |