Nick: MuS|CA' Oggetto: re:Parità o parità? Data: 27/1/2004 16.38.23 Visite: 90
La parità per la quale tanti (si, anche gli uomini vi hanno preso parte da un certo momento in poi) è una pèarità sociale e politica, riguarda la promozione di leggi che stabilissero gli stessi diritti sociali, politici e civili sia agli uomini sia alle donne. Si trattava, dopotutto, di riconoscere quello già era: il grande contributo dato dalle donne (ma direi anche dai bambini per i cui diritti anche si è lottato) al progresso civile, culturale, sociale del mondo. Molte donne, anche prima di Leggi che le riconoscessero di pari dignità con gli uomini, si erano distinte in tutti i campi... penso, per esempio, alla prima donna iscrittasi alla Facoltà di Medicina, a George Sand, Madame Curie, la Hackermann e la Montalci che non hanno iniziato i loro studi e il loro lavoro 10 anni fa, Elisabeth Browning, e perché "Frankestein" chi lo ha creato? la Duncan... vabbè aggiungetene voi... tutte donne che hanno vissuto come hanno voluto e hanno avuto successo nonostante le difficoltà sociali. Ma hanno avuto successo, secondo me, perché hanno espresse se stesse, sapevano cosa volevano, "erano" non si conformavano a niente, neanche a un ideale comune, tanto è vero che sono tutte donne diversissime tra di loro. E questo, secondo me, è ciò che conta, maschio o femmina che si sia, cercare cosa si è realmente, trovare il proprio ruolo nella vita senza pregiudizi. Stabilire in una coppia se debba cucinare lui o lei è stupido oltre che inutile, porta solo a sminuire la personalità di entrambi e a far terminare il rapporto prima del tempo, senza neanche una possibilità di sforzarsi per costruirlo, difficoltà dopo difficoltà. Certo, nel momento storico in cui la lotta per la parità è diventata più insistente si è DOVUTO anche fare gesti eclatanti che potessero aiutare a disintegrare una cultura... via il reggiseno, è mia e me la gestisco io, io sono mia, la coppia aperta, la Comune e tanti altri gesti piccoli e grandi. Era anche il periodo in cui si faceva coincidere il pubblico con il privato, ma ripeto era tutto strumentale al raggiungimento di un risultato netto e deciso. Oggi, le femministe storiche stanno rivedendo proprio questo aspetto della loro lotta. Io, per essempio, dopo aver passato la vita a rifiutare il matrimonio e l'idea di famiglia, ho scoperto da pochi anni che in realtà sono nata per crescere figli, animali, rendere felice il mio uomo e ANCHE scrivere e fare teatro... una cosa non esclude l'altra e l'una non mi farebbe sentire sminuita nella mia dignità. E' solo questione di definire il proprio ruolo nella società, altrimenti non possiamo nenche contribuire positivamente al suo crescere. Vedere festeggiare oggi l'8 marzo con l'uscita in un branco di sole femmine a caccia di maschi, vedere ancora svilire il confronto uomo-donna con le solite accuse trite e ritrite fa non dico male perché forse è esagerato, ma ridere senz'altro. Vabbè, una si diverte e OK! ma non c'entra niente con la parità e soprattutto quello che intristisce e che così facendo non si progredisce nella crescita né personale né comune, ma si protrae all'infinito una ghettizzazione dalla quale, sinceramente, speravamo fossimo uscite. Marisa |