Nick: `ReVaN` Oggetto: dovresti informarti Data: 30/8/2006 12.28.43 Visite: 35
In Libano si va, come parte terza, a mettere un freno ad una possibile escalation di violenza in medio Oriente, a seguito di una guerra tra Libano appunto e Israele. In Iraq la guerra la vollero Bush e Blair come guerra privata volta all'occupazione delle risorse irachene. Sono 2 cose molto differenti. Sono assai differenti anche, di conseguenza, le risoluzioni di cui parli. Qui l'Onu, con l'avallo di tutti i membri del Consiglio di Sicurezza, ha approvato una risoluzione reale, volta al mantenimento della pace e alla pacificazione dell'area. In Iraq, uno dei paesi membri del Consiglio ha iniziato UNILATERALMENTE una guerra di aggressione, senza alcuna risoluzione (ovviamente, perchè dato il tipo di attacco nessuna risoluzione onu avrebbe potuto giustificarlo...). Solo successivamente sono intervenute alcune risoluzioni che però volevano solo essere una pezza a colori. In particolare, con la Risoluzione 1483, adottata il 21 maggio 2003, il Consiglio di Sicurezza, ha evitato accuratamente di spendere una sola parola che legittimasse - a posteriori - il fatto compiuto, ed ha attribuito la qualifica di "Potenze occupanti" agli Stati Uniti e Gran Bretagna, richiamandoli al rispetto delle obbligazioni loro imposte dalle Convenzioni internazionali. Non potendo sanzionare in alcun modo, né la guerra, né la conseguente occupazione militare, la Risoluzione ha messo l'accento sul diritto all'autodeterminazione del popolo iracheno, compreso il controllo della proprie risorse naturali. Quindi esattamente IL CONTRARIO DEL SIGNIFICATO CHE TU PENSI AVESSE QUELLA RISOLUZIONE. DOPO, SEMPRE DOPO, hanno cercato di mettere 2 pezze a colori ai danni fatti dagli Stati Uniti, dal momento che essi stessi aggressori sono parte del Consiglio di Sicurezza. Il risultato di questa pezza a colori è sfociato nella Risoluzione 1511 del 16 ottobre 2003, in una posizione molto più ambigua della precedente. Con questa Risoluzione il Consiglio ha cercato di "addomesticare" l'occupazione funzionalizzandola ad un programma che avrebbe dovuto portare, con la Cooperazione del Consiglio di Governo installato dagli occupanti, alla ricostruzione di istituzioni politiche statali rappresentative ed in particolare alla redazione di una nuova costituzione ed allo svolgimento di elezioni politiche democratiche sotto l'egida della nuova costituzione. Proprio in virtù di questa "funzionalizzazione" dell'occupazione militare allo scopo, di ristabilire una capacità di autogoverno del popolo iracheno, la Risoluzione, in uno dei suoi passaggi più contestati, autorizzava le Potenze occupanti a formare una forza militare multinazionale a comando unificato (cioè sotto il comando degli USA), invitando gli Stati membri dell'ONU a collaborare con questa attività, anche attraverso l'invio di contingenti militari. In realtà l'escamotage della "funzionalizzazione" dell'occupazione allo scopo di ristabilire la sovranità del popolo iracheno sul proprio paese, alla prova dei fatti si è rivelato un espediente dannoso e controproducente. In questo contesto, il progressivo estendersi della guerriglia, l'indurimento delle azioni militari di contrasto della guerriglia, l'esplosione della pratica generalizzata dalle torture, rendevano indifferibile l'esigenza di una "svolta" da parte delle istituzioni internazionali. Di qui l'aspettativa che un nuovo intervento del Consiglio di Sicurezza, a fronte di una situazione di crisi per le Potenze occupanti, avrebbe potuto aprire la strada a soluzioni virtuose. Purtroppo la svolta non c'è stata. Non avendo la forza di cambiare la situazione reale, ancora una volta si è preferito battere la strada del cambiamento immaginario, attraverso una falsa rappresentazione della realtà. Si giunge così alla terza PEZZA A COLORI La Risoluzione 1546 formalmente mette fine all'occupazione militare del territorio iracheno. Il Consiglio di Sicurezza "nota con soddisfazione che entro il 30 giugno l'occupazione avrà termine e l'Autorità provvisoria di coalizione cesserà di esistere e l'Irak ritroverà la sua piena sovranità." Se ciò fosse vero, si tratterebbe sicuramente di una svolta di cui tutti dovrebbero essere lieti. Senonchè le forze militari delle Potenze occupanti rimangono sul territorio iracheno e non cambiano sostanzialmente la loro missione, né i loro poteri. Quello che cambia è il titolo (apparente) della loro presenza, non più forze "occupanti", ma forze "invitate" da uno Stato "sovrano", attraverso l'artificio di uno scambio di lettere fra il Governo ad interim, ed il Segretario di Stato americano. In realtà se c'è una cosa che non può essere fittizia è l'esercizio "sovrano" delle funzioni di Governo. La sovranità non è una scatola vuota: essa si sostanzia nella speciale capacità giuridica di uno stato di esercitare le proprie funzioni in una posizione di indipendenza e di superiorità nei confronti di qualsiasi altro soggetto che si trovi nel suo territorio. Nella situazione irachena della sovranità mancano tutti gli attributi. --------------------------------- Tutto ciò considerato, capisci che sono evidenti le differenze tra i 2 casi. Basta ragionarci sopra senza preconcetti, e vedi che la differenza è netta. Ti concedo che molte persone manco le capiscono tutte ste cose e seguono come pecore i loro "capi" di destra o sinistra che siano, ma chi si documenta sa perfettamente rendersi conto delle differenze nette, giuridiche e di fatto, tra le due situazioni. Sciacquarsi la bocca con la parola "risoluzione" serve a poco, se non si ha chiaro il quadro PRECEDENTE e il contenuto delle stesse. |