Nick: jeanee Oggetto: re:Amare e bene velle Data: 10/5/2007 19.56.44 Visite: 27
Dicebas quondam solum te nosse Catullum, Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem. dilexi tum te non tantum ut vulgus amicam, sed pater ut gnatos diligit et generos. nunc te cognovi: quare etsi impensius uror, multo mi tamen es vilior et levior. omoteleuto qui potis est, inquis? quod amantem iniuria talis cogit amare magis, sed bene velle minus. Dicevi un tempo, di conoscere solamente Catullo, o Lesbia, e di non voler possedere nemmeno Giove al posto mio. Ti ho amata allora non tanto come si può amare un'amante, ma come un padre ma i figli e i generi. Soltanto ora ti ho conosciuta: perciò, sebbene io arda di più intensa passione, tuttavia vali e conti molto meno per me. Come è possibile? Poichè una tale offesa costringe chi ama, ad amare di più, ma a voler bene di meno? La traduzione é un pò approssimativa, ma è un canto bellissimo.
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