Non è proprio così. Il provvedimento del Garante della Privacy del 12 febbraio scorso in materia di "Privacy e propaganda elettorale: le regole per un uso corretto dei dati personali dei cittadini" ha stabilito che sui dati non pubblici è necessario il consenso dell'interessato. Vi si legge:
"Chi effettua propaganda elettorale tramite fax, telefono cellulare, e-mail ha l’obbligo di dare l’informativa ai cittadini e acquisirne il consenso prima di qualsiasi comunicazione.
L’uso dei numeri dei cellulari per l’invio di messaggi Sms e Mms è vietato senza il consenso preventivo e informato dell’abbonato o del reale utilizzatore della scheda prepagata.
Allo stesso regime sottostanno gli indirizzi e-mail i quali, come sottolineato più volte dal Garante, non rientrano tra le fonti pubbliche utilizzabili liberamente ma recano dati personali da trattare nel rispetto della normativa sulla privacy. E’ quindi illecito il loro uso senza consenso preventivo dell’abbonato, indipendentemente dalle modalità del reperimento degli indirizzi di posta elettronica in Internet (forum, newsgroup, software automatici).
Il consenso deve essere specifico e manifestato liberamente, non è sufficiente un consenso generico, espresso magari per scopi di tipo commerciale.
Il candidato o l’organismo politico che acquisisce dati da un privato ha l’onere di verificare che gli interessati siano stati informati in modo specifico e abbiano espresso il loro consenso.
La violazione di questi principi rende illecito il trattamento e inutilizzabili i dati."
Ma lo stesso Garante della Privacy è intervenuto il 12 Marzo scorso con un nuovo provvedimento che ha chiarito quanto segue:
"Tale trattamento può essere effettuato a seconda dei casi da parte del solo fornitore, oppure anche da parte del soggetto pubblico che assume l’iniziativa, e rientra comunque, in entrambi i casi, nell’ambito applicativo della normativa sul trattamento dei dati personali (in particolare della legge n. 675/1996 e del d.lg. n. 171/1998).
E’ quindi necessario verificare in quale modo, in presenza di un interesse pubblico all’inoltro di Sms per ragioni di pubblica utilità (o addirittura legati a speciali situazioni di emergenza constatate da provvedimenti contingibili ed urgenti adottati da autorità locali o centrali), debbano essere rispettati i diritti degli abbonati e degli utenti previsti dalla normativa in materia di trattamento dei dati personali nel settore delle telecomunicazioni."
e ancora che:
"Alla luce dei primi elementi acquisiti da questa Autorità si possono formulare distinte osservazioni a seconda delle diverse modalità di invio dei messaggi, in particolare in caso di:
a) Sms "istituzionali" inviati da operatori telefonici per conto di soggetti pubblici in situazioni di più frequente "emergenza", utilizzando i dati degli abbonati senza trasmetterli all’amministrazione che dispone l’invio dei messaggi; situazioni da distinguere da casi eccezionali (legati specie a disastri, a calamità naturali o ad altre situazioni di pericolo grave ed imminente per la popolazione) nei quali un’autorità pubblica adotta un provvedimento contingibile ed urgente che reca disposizioni in deroga a determinate norme vigenti;
b) Sms "istituzionali" inviati da fornitori di servizi di telecomunicazione, su richiesta dell’amministrazione, per altre finalità di informazione del pubblico su eventi culturali, ricorrenze, ecc.;
c) Sms "istituzionali" inviati direttamente dal soggetto pubblico senza la collaborazione dell’operatore telefonico, utilizzando dati in possesso del primo.
2. Sms inviati dagli operatori telefonici: consenso e deroghe
A) Invio di Sms e consenso
Nelle ipotesi descritte nel presente paragrafo, l’operatore telefonico titolare del trattamento dei dati personali soddisfa la richiesta di un soggetto pubblico e, senza trasmettere a questo i dati, inoltra Sms utilizzando i numeri di tutti o di parte degli abbonati e dei titolari di carte telefoniche ed eventualmente i dati relativi alla dislocazione degli apparecchi in un dato momento.
Altri dati possono essere trattati automaticamente per effetto di differenti selezioni basate sull’oggetto del messaggio (es., data di nascita, in relazione a Sms riguardanti soggetti compresi in una determinata fascia di età; sesso, in relazione a Sms che invitano a sottoporsi a screening mammario).
Anche se il soggetto pubblico non viene a conoscenza dei dati identificativi degli interessati non per questo il trattamento è per ciò stesso liberamente consentito.
Allo stato i numeri di telefonia mobile non rientrano infatti nel novero dei dati personali cui è applicabile il regime previsto dalla legge n. 675/1996 per i "pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque". La loro utilizzazione da parte dei fornitori non può quindi, allo stato, prescindere dal consenso espresso degli abbonati, prestato in forma specifica e documentato per iscritto (art. 11 legge n. 675).
Non si è poi ancora completato, per la telefonia mobile, l’iter per la prestazione del servizio di elenco telefonico generale che comporterà la presenza negli elenchi anche dei numeri della telefonia mobile (unitamente a quelli della telefonia fissa, oppure con elenchi distinti per la sola telefonia mobile).
In ogni caso, salva l’introduzione di modifiche normative in riferimento alla menzionata legge sulla comunicazione istituzionale, il principio del consenso opererà anche dopo l’introduzione degli elenchi di telefonia mobile."
Insomma... la manovra alla fine risulta legale. Conosco Rodotà, uomo in gamba nonostante tutto, che sta anche facendo un buon lavoro.
Anche se rimango "anti". Anti-sistema, anti-governo, anti-politica attuale.
Ma occorre distinguere le idee politiche dal benessere civile e sociale. Questo governo possiamo giudicarlo come vogliamo demolendolo in due secondi (io per prima) ma le cose vanno sempre prima approfondite. Ok. Ora che le abbiamo approfondite... demoliamo il governo
!
Riconosco l'importanza della comunicazione istituzionale. Forse in questo caso se ne è fatto un abuso.
Sulla materia comunicazione pubblica, per gli interessati, e anche per altri approfondimenti sul tema, il dibattito sicuramente prenderà fuoco su www.legge150.it.
E' senza fini di lucro. Spero di non fare non voluta pubblicità.