Nick: Bisturi Oggetto: re:si ma Data: 14/11/2007 16.47.2 Visite: 49
facciamo un passo indietro allora. la prima guerra mondiale, scoppiata per superare l'empasse bancario conseguente ai grossi debiti accumulati dai primi grandi potentati industriali, ha divorato le economie di intere nazioni, mettendo la piccola borghesia europea sul lastrico. in italia, situazione simile, ma spostata nell'economia ancora rurale. in questo contesto di divisione lacerante fra un ceto ristretto di vecchia aristocrazia terriera, clero e grosso e grasso industriale e chi dalla guerra ne era uscito solo con una mortale fame, senza terra e senza lavoro, si è inserito il pensiero fascista. il pensiero fascista non era altro che un'estremizzazione violenta del pensiero riformista socialista. il buon borghese socialista prodigo di teorie illuminate (come weltroni) nel suo fallimento pratico, partoriva due figli con idee opposte, ma figlie della stessa necessità: il massimalismo ed il fascismo. quindi il primo fascismo, nato dalla frattura dell'Avanti! è un movimento di sinistra, che solidarizzava la piccola borghesia cittadina e, poco, la classe rurale in alcune aree del centro-nord. nel meridione intanto si dormiva ancora. il fascismo in questa sua prima fase ha sempre più rafforzato l'identità di un popolo allo sbando, non per niente in questi primi anni mussolini era molto ammirato dagli statisti europei. il ventennio fascista è stata una parabola. per me non è la bestia nera, purghiamoci di tutte le bugie che ci sono state inculcate, senza nasconderci dietro la solita frase che i nostri genitori, perchè comunisti, si sono fatti le fiaschette di olio di ricino. anche in questi contesti non c'è serenità politica e molto pressapochismo. |