Nick: Landscape Oggetto: re:amore a prima vista? Data: 16/10/2008 18.4.22 Visite: 54
Se parliamo di "vista", mi è capitato soltanto due volte in vita mia. L'ultima volta mi è successo quasi cinque mesi fa. Mi ero laureata da poco, e una sera portai dei pasticcini nel teatro dove stava provando un mio amico con la sua compagnia. Appena arrivai interruppero e si menò dal palco un ragazzo biondo, alto, con gli occhi azzurri (a me piacciono i classici principi azzurri slavati ) e si presentò... io rimasi soltanto a fissarlo per alcuni secondi, prima che tutti gli altri si menassero sui pasticcini (non verso di me ), ringraziassero e facessero gli auguri del caso. Rimasi colpita dal suo aspetto e dal fatto che si mostrava interessato facendomi delle domande. Andai via dopo pochi minuti per lasciarli provare. Passarono due-tre giorni, ed io (assolutamente fredda e distaccata ormai da tempo, gelosa della mia solitudine e della mia libertà) non riuscivo, stranamente, a non pensare al viso di quel ragazzo. Trascorso quel tempo, una mattina il mio amico che faceva le prove quella sera mi disse: "Lo sai che hai fatto colpo?". Io ero convinta che scherzasse... cercai di capirci di più, di scoprire chi poteva essere, ma il mio amico mi chiese di dirgli soltanto chi, tra i ragazzi della compagnia (tra l'altro tutti abbastanza carini) avevo notato, chi mi poteva piacere. Ed io, convinta sempre che mi stesse prendendo in giro, gli descrissi il ragazzo dai colori nordici. Il mio amico sorrise e non si fece uscir nulla... mi disse solamente di venire qualche sera alle loro prove così me l'avrebbe presentato. Io non ci andai mai. Per scetticismo, per altri pensieri, per il rifiuto di qualsiasi nuovo intrallazzo, per mancanza di un concreto interesse. Quasi dimenticai, per un mesetto, la cosa. L'11 maggio la compagnia mise in scena la commedia che stavano preparando. Io ci andai e, oltre ad un po' d'imbarazzo, l'unica predisposizione che mi accompagnava era la curiosità di capire chi poteva essere questo ragazzo che il mio amico continuava a dire "mi chiede sempre di te". Avevo escluso a priori, non so perché, l'idea che potesse essere lo stesso ragazzo che mi aveva colpito tempo prima e del quale quasi avevo cancellato il ricordo. I atto, entra in scena il primo ragazzo... assolutamente niente di che, mi volto verso l'amica seduta al mio fianco e le sussurro: "speriamo che non sia questo!". Entra il secondo: carino, non mi dispiacerebbe, anche se non mi dice granché. Entra il terzo: il mio amico, e lui non poteva essere! Entra il quarto... un ragazzo alto, magro, coi capelli tutti tirati indietro con la gelatina per esigenze di copione. Mi emoziono appena lo vedo, pur non essendo certa che potesse essere lo stesso che mi piacque tantissimo quella sera... sussurrai alla mia amica: "Immagini se fosse lui?..." . Un attimo dopo le dissi: "No, no... non può essere, figuriamoci se è lui!". Continuai a tenergli gli occhi incollati addosso fino a chiusura sipario... appena si concluse il I atto corsi dalla fidanzata del mio amico, consapevole degli 'ngiarmi del suo ragazzo e conoscente di tutti quelli della compagnia, e le dissi: "Ale, per favore, dimmi chi è! Deve ancora uscire?". "E' già uscito... è il biondino che recita la parte del figlio di Madama Quatte Sorde". Credo di aver fatto un'espressione più unica che rara in quel momento. Potrei dire che mi sentivo felice e sorpresa come una bambina alla quale la mamma ha appena detto che può restare a casa dell'amichetta del cuore tutto il tempo che desidera. Non sto a raccontare tutte le vicende assurde che sono capitate nel giro di una sola settimana prima che io e quel ragazzo, che scoprii abitare a 200 mt da casa mia, e che non avevo mai visto prima di quella famosa sera in teatro in vita mia, ci mettessimo insieme, e solamente perché sarebbe una storia lunga quanto il primo capitolo dei Promessi Sposi e comincereste a linciarmi con le parole. Cmq è finita che dopo una decina di giorni abbiamo scoperto di avere un amore in comune, quello per la scrittura (però rispetto a me lui SCRIVE, spera di pubblicare presto diversi lavori). E' stato il tassello mancante da aggiungere a quel puzzle di tante circostanze che sembravano tutte dire: "DOVETE vivere per un tempo indeterminato qualcosa che il tempo non ce l'ha". Da quel momento trascorremmo una notte intera al telefono a parlare come se fosse la cosa pù naturale del mondo. Abbandonammo in un istante timori ed imbarazzi, e il giorno dopo decidemmo di vederci. E così da quel pomeriggio di fine maggio ci vediamo quasi tutti i giorni . "Ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà. C'è un detto: ieri è storia, domani è mistero, ma oggi è un dono... per questo si chiama presente". |