http://www.chiaianodiscarica.it/?p=542
Il giorno 21 gennaio 2009 dal versante incombente sull’area di lavoro si è originata una frana come previsto
nella relazione elaborata da G. B: De Medici e dallo scrivente il 18 gennaio 2009 nella quale l’area dalla
quale si è innescata la frana è indicata nelle figure 21, 22, 23 e 24.
Il fango staccatosi dalla parte alta della parete evidenzia ancora una volta che i lavori eseguiti non sono
adeguati e continuano a mettere in pericolo la vita dei lavoratori. Il fango è caduto da un’altezza di varie
decine di metri; la pericolosità dell’evento è sottolineata dal fatto che un metro cubo di fango può pesare
circa 2000 chilogrammi.

Figura 1: dissesto verificatosi il 21 gennaio 2009

Figura 2: a destra il dissesto che si è verificato il 21 gennaio 2009; a sinistra la foto del 17 gennaio 2009
inserita nella relazione elaborata il 18 gennaio 2009 nella quale si segnalava l’imminente pericolo di frana
proprio nella zona nella quale si è verificata

Foto 3: Allagamento cava del poligono del 20 Gennaio 2009

Foto 4: Allagamento cava del poligono del 21 Gennaio 2009
La notte tra il 20 e il 21 gennaio 2009 è stata caratterizzata da intense piogge che hanno provocato un
nuovo allagamento della cava del Poligono.
Facendo il confronto con le immagini riprese dalla web cam il giorno precedente (figura 3) si riscontra un
sollevamento del livello dell’acqua di oltre 1 metro (figura 4); l’acqua che è defluita nel piazzale di cava ha
trascinato anche detriti vari come evidenziato dalle immagini.
Sull’acqua continua a ristagnare una strana schiuma che denota un inquinamento chimico dell’acqua il cui
livello era diminuito nei giorni precedenti non piovosi.
Si rilancia l’ennesimo appello affinché si garantisca l’incolumità dei lavoratori realizzando interventi
degni di assicurare la sicurezza ambientale.
Si evidenzia che la discarica non può essere responsabilmente attivata perché mal progettata e priva
di interventi di reale messa in sicurezza ambientale e idrogeologica.
Il Comune di Marano può essere interessato da dissesti idrogeologici che si possono innescare nella
zona oggetto di lavori che è priva di sistemi e interventi per la messa in sicurezza nella fase di
cantierizzazione.
Per avere idea dei gravi dissesti che possono giungere ad interessare anche l’abitato di Marano
basta fare riferimento agli eventi piovosi intensi che si sono verificati in gennaio in Puglia, Calabria e
Sicilia e nella zona di Cagliari nell’autunno scorso.
Si ricorda che l’area in esame è stata recentemente interessata da un evento piovoso intenso
all’inizio di giugno 2008 (circa 100 mm in 24 ore) e il 15 settembre 2001.
Il tratto di alveo-strada della Cupa del Cane compreso tra la cava del Poligono e l’abitato di Marano è
attualmente interessato da un maggiore deflusso delle acque durante gli intensi eventi piovosi a
causa delle alterazioni del precedente assetto della superficie del suolo interessata dai lavori. Oltre a
maggiori portate idriche si riscontra una incremento dei detriti di vario tipo trasportati durante le
piene che stanno progressivamente intasando la fognatura nella quale si immette l’acqua; durante le
piene, inoltre, i detriti ostruiscono la griglia che protegge l’imbocco della fognatura impedendo lo
smaltimento dell’acqua che invade pericolosamente la sede stradale a valle.
Alla luce dei dati acquisiti si sottolinea che deve assolutamente essere effettuata una adeguata
sistemazione idraulica dell’alveo strada per eliminare ogni pericolo.
Il giorno 8 gennaio, durante un evento piovoso, è stata ripresa la piena che invadeva la sede stradale
mettendo in serio pericolo l’incolumità di coloro che transitavano nella strada.
Si riscontra, con preoccupazione, che il canale progettato come difesa idraulica per la strada di
accesso alla discarica in corso di approntamento nella Cava del Poligono, sembra terminare proprio
in corrispondenza della cava a fossa presente poco a nord est; deve essere immediatamente
accertato se vi sia l’intenzione di immettere dentro la cava a fossa (affinchè siano smaltite nel
sottosuolo) le acque inquinate provenienti dal ruscellamento lungo l’area e le strade che saranno
interessate dalle varie attività della discarica.