Nick: random^ Oggetto: re:Random Data: 18/2/2005 23.46.7 Visite: 31
è stato detto: Può essere anke vero che se non sai far ridere in italiano non sai far ridere, però ti faccio un esempio. conosco Alessandro siani che,ti giuro, sul palco è un mostro.è capace di far spaccare in due le persone presenti in sala dalle risate.Poi però lo vedi a qualche premio a BELLUNO e non fa ridere come a Napoli. Questo perchè alcuni atteggiamenti, alcuni tormentoni magari qui a Napoli fanno ridere e vengono apprezzati, da qualke altra parte no...fermo restando che per me chi cerca di evolversi (sia pure adattandosi alla "LEGGE ZELIG", per me è da premiare...meglio ANtonioe michele di GIGGINO DON CHILLEBBIV)
lo so. ho anche avuto un confronto con siani sulla comicità, per motivi che non sto a spiegarti. ovviamente parlammo al tunnel dopo un suo spettacolo. mi disse che si vergognava a volte di quello che doveva dire, ma DOVEVA dirlo, altrimenti la gente a napoli non ride. Cioè lui TAGLIAVA gli spettacoli in relazione al pubblico: in un certo senso quindi ammetteva i suoi limiti, riuscire a confezionare lo spettacolo PER BENE solo con i napoletani, che ridono alle puttanate (e non esito a definirle così; conosco MOLTO MOLTO MOLTO bene i copioni di Alessandro e le sue finte improvvisazioni, fidati). Al nord, il deserto. Secondo me quando un comico si rende conto di non essere universale deve specializzarsi nelle poche cose che sa fare bene. E non azzardare altro. Per quanto riguarda la questione Zelig, tutto è nato dal disastro Biagio Izzo. Questo tale esporta la comicità napoletana becera e oleografica nell'unico posto in cui la si può spacciare e aver successo: buona domenica. Da quando anche i vanzina hanno capito che il BORO napoletano richiama pubblico, molti hanno pensato che tutto quello che viene dal mezzogiorno potesse avere lo stesso effetto. Sono nate allora rosalia porcaro, antonio e michele e non mi stupirei di vedere presto alan de luca e perfino antonio di gennaro a el dorado cafè (eresia). Tutto nasce da un errore di Costanzo, che, come al solito, è diventato un problema per tutti noi. Ovviamente sono contrario a traduirre le battute napoletane in italiano. Opterei per un abbandono della lingua napoletana, ma per una conservazione del sarcasmo, del disincanto e della malinconia della nostra terra, espresse in italiano. Lì, li stenderemmo. |