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/Geggè/

nome:

Francesco
eta': 46
Citta'.: Napoli
Descrizione: Non è importante cosa trovi alla fine della corsa, l'importante è cosa provi durante...




C'è un momento in cui abbiamo visto tutti questo gattino dei cartoni animati che, in un momento di difficoltà, in cui si sente inseguito dal cane del quartiere che abbaia e lo insegue, viene spinto a salire sopra un albero, sopra il tetto di una casa.

Quindi il gatto facendo questa operazione, aiutato dalle sue doti, dal suo fisico, dalle sue unghiette, si arrampica in cima a un albero e si mette in salvo e lascia questo cane definitivamente giù. Il gatto è su, il cane non è in grado di raggiungerlo. Quindi il gatto si sottrae alla caccia del cane.

Quando sta sull'albero il gatto si rende conto di essersi protetto naturalmente, di avere il controllo della situazione perché l'albero è e alto, e quindi si guarda intorno, vede tutto a 360 gradi, si è messo in qualche modo in salvo. Il guaio è che però non può più scendere, perché se scende, ritrova assolutamente intatte le situazioni dalle quali si è dovuto mettere in salvo. Il gatto può decidere di rimanere sull'albero mesi, anni.

È certo che poi, stando lì, si rende conto che questa salvezza lo priva però di molte cose, di molti affetti, della scuola, della famiglia, delle amicizie. Non può andare in bicicletta, non può giocare. Prova a fare amicizia con gli insetti e i frutti dell'albero, deve arrangiarsi e fare i conti con questa soluzione, che rappresenta per lui una cura...


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Fare della parola un bisturi e un megafono è già una sfida straordinaria. E non solo perché in quest'epoca la regina è l'immagine. Anche perché il dispotismo dell'era visuale confina la parola nei bordelli e nei negozi di trucchi e scherzi.

"Anche così, possiamo solo confessare la nostra confusione e la nostra impotenza, la nostra rabbia e le nostre opinioni, con le parole. Con le parole nominiamo anche le nostre perdite e la nostra resistenza, perché non abbiamo altre risorse, perché gli uomini sono indefettibilmente aperti alla parola e perché poco a poco sono queste a modellare il nostro giudizio. Il nostro giudizio, sempre temuto da coloro che detengono il potere, si modella lentamente, come l'alveo di un fiume, per mezzo di correnti di parole. Ma le parole producono correnti solo quando risultano profondamente credibili." (John Berger. Op. Cit.)

Credibilità. Cosa di cui è carente la destra intellettuale e che, fortunatamente, abbonda fra gli intellettuali progressisti. Le loro parole hanno prodotto, e producono, in molti prima la sorpresa, poi l'inquietudine. Perché questa inquietudine non venga schiacciata dal conformismo prescritto dall'era visuale, occorrono altre cose, che sfuggono al compito dell'intellettuale.

Ma anche quando la parola si è fatta corrente impetuosa, la funzione intellettuale non ha termine. I movimenti sociali di resistenza o di protesta contro il potere (in questo caso contro la globalizzazione e il neoliberismo) devono percorrere ancora un lungo cammino, non diciamo per ottenere i loro fini, ma almeno per consolidarsi come alternativa organizzativa per altri.

"Alla fine bisogna riconoscere la particolare responsabilità degli intellettuali. Dipende da loro, più che da ogni altra categoria, che la protesta vada sprecata in denuncia senza prospettive o, al contrario, conduca alla formazione di nuovi attori sociali e, indirettamente, a nuove politiche economiche e sociali". (A. Touraine. Op. Cit.)







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