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Nick: NEVERLAND
Oggetto: Una Favola della Natura...
Data: 17/11/2005 12.34.20
Visite: 349

 

 

 



 

Title: La Marcia dei Pinguini
Author: Luc Jacquet
Copyright: © 2005 - Lucky Red
http://www.luckyred.it



C’ERA UNA VOLTA NELL’ANTARTICO...

 


LA NATURA HA INVENTATO LA PIÙ BELLA DELLE STORIE.



Nell’oceano, il Pinguino Imperatore assomiglia più ad un delfino che ad un uccello.
Potente, fluido, con un colpo di reni viene fuori dalle profondità come un siluro, scivola con destrezza sul ghiaccio, si rialza e finisce per mettersi in piedi sulle zampe.
Trasformatosi in camminatore maldestro, l’uccello si trova ormai alla mercé del minimo ostacolo.



Quale ragione o quale destino spinge dunque questo buffo uccello a lasciare l’acqua ghiacciata nella quale si muove con tanta grazia?


Una sola, primordiale ed essenziale:
la sopravvivenza della propria specie.



Ma nell’Antartico i luoghi eleggibili sono rari poiché d’inverno, per un’ampiezza che va dai 100 ai 200 chilometri intorno al continente, il mare ghiaccia.
Da una parte c’è il nord (il mare ghiacciato, l’oceano e il suo cibo), dall’altra c’è il sud (la banchisa, deserta ma stabile).


Tra i due, c’è l’Imperatore che cammina.
Che cammina d’inverno attraverso centinaia di chilometri di pericoli.
Che cammina senza posa tra il cibo e il suo piccolo che ha fame...


La Marcia dei Pinguini racconta questa epopea...



La storia dei Pinguini Imperatore e del loro ciclo riproduttivo è unica al mondo.
Riunisce amore, dramma, coraggio e avventure nel bel mezzo dell’Antartico, la regione più isolata e inospitale del mondo.
Una storia offerta dalla natura, che si perpetua da millenni e che gli uomini hanno scoperto solo all’inizio del XX secolo.
LA MARCIA DEI PINGUINI racconta questa storia straordinaria...
la storia di un popolo pronto a qualunque sacrificio per generare la vita.



Dopo il grande successo riscosso in Francia e negli Stati Uniti, dove ha incassato più di 80 milioni di dollari, arriva anche da noi dal 18 novembre La marcia dei pinguini (La marche de l'empereur), film documentario del biologo Luc Jacquet.
Un trionfo che ha portato l'Academy of Motion Picture Arts & Sciences a inserire il docufilm nella lista dei candidati agli Oscar nella categoria relativa.



Protagonisti di questa storia unica che parla d'amore, di coraggio, di vita e morte nella regione più inospitale del mondo, l'Antartico, sono i Pinguini Imperatore, attori di quest'avventura che per il giovane biologo Jacquet è iniziata quattro anni fa, leggendo un annuncio che diceva "cercasi biologo che non abbia paura di niente, pronto a partire per quattordici mesi ai confini del mondo".
Un invito, ma soprattutto una sfida che Jacquet non poteva che accettare, vista la sua indole avventurosa.
Il progetto poi è maturato lentamente, nel corso di mesi fatti di formazione cinematografica, per imparare a usare una cinepresa, e di prime missioni alla base di Dumont d'Urville, con una lista precisa di inquadrature da effettuare.



"Avevo la storia, pura, semplice, senza inganni (visto che si tratta di sopravvivenza) di un popolo maledetto.
Sapevo precisamente dove e quando girare.
La scaletta era pronta, la sceneggiatura era stata elaborata minuziosamente e tutto ciò che restava da fare era...scommettere sugli attori".


Il popolo maledetto, appunto, come lo chiama il regista.
Per riprodursi, infatti, il Pinguino Imperatore è costretto a camminare per chilometri, "come un penitente", fino all'estrema punta della costa antartica.
Poi depone un uovo, lontano dal mare, e per tutto l'inverno fa da spola tra la colonia e il mare, dove trova tutto ciò che gli serve.
"Il pinguino imperatore è il confine della vita – racconta il regista – dopo di lui non c'è più nulla.
Si entra in ambito biotico.
In quest'orizzonte bianco a perdita d'occhio è l'ultima vedetta, l'ultimo elemento di vita del pianeta...ci troviamo tra realtà e fantasia".



Le riprese sono durate un anno "e 120 ore di immagini", con imprevisti di ogni tipo, come l'avvicinarsi alla colonia troppo bruscamente o il "mandare al tappeto duecento uova", oltre alla strategia di contatto con gli animali.
"Il Pinguino Imperatore è un animale che ha un rapporto particolare con l'uomo – dice Luc Jacquet - può lasciarti avvicinare un giorno e quello dopo no.
Tutto questo serve ad instaurare un codice di buon comportamento".



Insomma, un anno di Antartico "non stop" anche per il regista e per coloro che firmano le immagini di questo splendido documentario, Jéröme Maison, marinaio esperto in biologia marina, e Laurent Chalet, direttore della fotografia esperto in documentari e fiction.
Resistere a 12 mesi di quel freddo intenso significava anche scegliere la cinepresa adatta e sufficientemente robusta da sopportare -40°C.
Non si trattava solo di riprendere il ciclo vitale dei pinguini, ma di raccontare una vera e propria storia, ricordando, come dice Chalet, "tutto ciò che si era girato, e come lo si era girato: le entrate in campo, le uscite dal campo, ecc...tutto questo senza mai poter visionare niente".



Il ciclo del Pinguino Imperatore inizia a Febbraio, con la fine dell'estate nell'Antartico e acque ricche di calamari e pesci.
A marzo, tra i blocchi di ghiaccio di acqua grigia e vischiosa, gli Imperatori iniziano a formare piccoli gruppi sparsi per affrontare in migliaia, rigorosamente in fila indiana, le temperature più rigide.
E' il momento in cui l'oceano inizia a gelare. All'inizio di aprile, dopo giorni di marcia e di chilometri percorsi, i pinguini sono giunti nell'arcipelago di Pointe Géologie dove iniziano la fase di seduzione, con duetti di danza e canti che servono a far sincronizzare i pinguini nei mesi che seguiranno, con un loro codice di riconoscimento personale.
Segue l'accoppiamento e, alla fine di maggio, la femmina depone l'uovo.



Ha inizio l'alternarsi del maschio alla femmina nella cova in quello che è il periodo di immobilità, senza cibo e in condizioni climatiche estreme (- 40°C).
Per resistere ai forti venti, i pinguini che hanno il compito di covare l'uovo si raggruppano stringendosi gli uni contro gli altri, raggruppandosi a chiocciola.
A questo punto, le femmine raggiungono il mare per nutrirsi nuovamente;
alcune non riescono a sopravvivere alle intemperie o, una volta raggiunta l'acqua, ai leoni marini.
Le femmine che raggiungono la zona d'acqua in qualche settimana recuperano le forze e il cibo necessario.
Nel frattempo, a metà del mese di luglio, l'uovo che ha in custodia il maschio si è schiuso.
L'arrivo della femmina consente al piccolo, ancora fragile, di sopravvivere e al compagno di allontanarsi a sua volta, alla ricerca di sostentamento.
Stesso tragitto per una ventina di giorni e così fino a metà dicembre, alternandosi alla femmina, mentre i piccoli possono già raggrupparsi tra loro per scaldarsi.
Quelli che riescono a sopravvivere al gelo e alle grandi procellarie saranno in grado di immergersi e pescare da soli, ma solo verso i quattro anni saranno in grado di ripercorrere le tappe degli adulti, per riprodursi.
Per il Pinguino Imperatore, la storia ricomincia...



"Mi sono talmente immedesimato in questa storia che durante le registrazioni della voce narrante usavo la giacca a vento!
Noi uomini dovremmo prendere esempio dai pinguini maschi che marciano per 20 giorni e 20 notti a temperature impossibili per incontrare le loro compagne e non è tutto!
Sono loro infatti e non le femmine a covare l’uovo per mesi!
E noi maschi della razza umana?
Qual è il nostro contributo per fare nascere i nostri pulcini?
Quei soliti dieci minuti?
C’è chi ci mette anche meno!
A parte gli scherzi, è stato bellissimo raccontare questa incredibile storia...
talmente bello che quando facevo un errore e dovevo incidere di nuovo la frase era un piacere poter rivedere ogni scena anche cinque o sei volte."


(Fiorello)



Fonti:
http://www.lamarciadeipinguini.it
http://www.luckyred.it


Copyright ©2005 Lucky Red Distribuzione. Tutti i diritti riservati.


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