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Nick: NEVERLAND
Oggetto: Pizza e Mandolino (Com'è)
Data: 28/11/2005 14.40.43
Visite: 228

Innanzitutto alzate il volume e 'spettate che si carichi il file audio in sottofondo.
Se avrete la pazienza di farlo verrete riccamente ricompensati perchè ascolterete una delle cose più belle che io abbia ascoltato in questo scorcio di 2005, una melodia "Pizza e Mandolino" malinconica ma stracarica di speranza, un testo bellissimo, una "Hit Song" davvero Hit, molto più dei soliti tormentoni dei Negramaro o dei Subsonica.
E' vita tradotta in musica e parole, è un qualcosa di meravigliosamente bello...
è una delle mie tracce preferite di "Naif" l'ultimo lavoro dei miei "Ottoohm".



"...non ti chiederò mai se davvero era questo che ti immaginavi, com'è che ti amo ancora ed invece di odiarti mi sento pizza e mandolino..."

"...sono gli ultimi romantici rimasti, sono gli ultimi romatici rimasti..."

Esistono gli album "di esordio" e "di denuncia", quelli "di conferma" e quelli "sorprendenti", esistono "i nuovi album" e quelli che segnano "il ritorno", esistono gli album "in tutti i negozi di dischi" e poi quelli che "colmano l'attesa".
Ma sono solo titoli ad effetto e degli Ottoohm questo non è un effetto, si intitola "Naif".
"Naif" perchè non esiste un "nuovo inverno" e una "sorprendente primavera", esistono l'inverno e la primavera.
Perchè non esiste un bambino che non sappia comunicare fermamente il proprio dissenso, che non sappia indicare dove fa male e dove è la ferita.

"...perchè non importa la strada che fai, la gente che incontri e le donne che hai, conta solo il momento in cui riesci a vederti dentro di lei, ti sussurrerò parole dolci agli angoli delle strade inquiete, mentre viene giù la neve, avrò cura delle piccole malinconie, delle timidezze che fanno sorridere, per far caso ancora ai piccoli miracoli che ormai nessuno vede, non bisognerà guardare poi così lontano, tui dimmi che li vedi come li vedo io..."

"Naif" è così.
E' diretto, è semplice e con questo titolo esperime tutto ciò che di complesso si può fare quando si descrive la vita attraverso la musica e le parole.
Canzoni d'amore come romantici ciclostili dai contorni consunti, "Naif" produce emozioni a ciclo continuo, inchiostra i rulli e spara fuori istantanee di vita.
Come in "Pizza e Mandolino" in cui si incontrano la speranza e gli scontri di piazza, in cui dopo una madre "senza amore nè pensione" riesce a trovare posto anche la conforme tristezza di "Dido e Meneguzzi".
Si sente l'amore per la riflessione cauta e allusiva, così come la tagliente ironia di "Promesse Per La Massa" perchè non è più possibile scrivere di musica, confezionandola come un prodotto da scaffale, con un video che "piaccia a MTV", magari con "il pupazzetto loffio dei tiromanci", la musica degli Ottoohm è spesso discussione ed elaborazione del presente politico:
"Ci sono forti segnali per la nostra ripresa, allora porterò quelli per pagare la spesa".
Paradosso doveroso e allucinante, tanto quanto risulta vero.

"...ti canto una hit song che possa salvare un minuto dalla banalità del tempo, dal kitsch del tuo capufficio, ti canterò una hit song per non farti sentire sola e ti darò la musica per farti innamorare.../...ti canto una hit song che esce da tutte le radio, che parla solo di noi due, tu saprai che esiste il rimedio ti canterò una hit song perchè non devi aver paura se non riesci ad essere come il mondo ti vuole..."

Fare musica è anche uscire dalla logica delle hit di classifica, cantando una "Hit Song" che smetta di farci sognare e spezzi quel ritmo artificiale e ignobile che accompagna lo scandire del tempo, tipico dei tormentoni estivi e della vita fatta di facciate e di frasi di comodo.
"Naif" intreccia continuamente amore, speranza, ostinazione e ribellione...
e poi si ferma e ti lascia uscire e così come ti ha catturato, ogni tanto scompare durante l'ascolto, riuscendo a spostare l'attenzione di chi lo ascolta dal più totale struggimento al più forte desiderio di lottare.
Poi riprende e improvvisamente e onomatopeicamente "B.E.M."!, un pieno di musica riporta a guardare avanti, senza illusioni e con una nuova carica che giustifica il desiderio di intimità in cui "volevo solo urlare come siamo soli nel nostro squallido pensare solo a noi" ci risulta come l'unica frase possibile.
L'unica vera grande paura.

"...e vinceremo le vigliaccherie di un mondo che ci vuole sempre uguali, vedrai sarà più facile dividere per due, saremo forse gli unici domani, ed entrerà la luce in questa casa ci sembrerà più magico il destino anche se non c'è niente da scoprire troverai un motivo in più per esserci...domani"

In contrasto e in assonanza con il singolo "Domani", che appare in questo album con una timidezza e un'intimità come solo la confidenza di un'innamorato alla sua misura può avere.
Un ascolto di frodo, rubato alle pagine di un diario che non può rimanere chiuso.
Pieno di debolezze e di difetti "non dimenticare che non so mettere le virgole e odio i centri commerciali.../...per questo domani ti sposo", pieno di "Parole Slegate" perchè l'amore spesso si nutre di libera espressione e di neologismi e non occorre alludere quando è possibile esprimersi apertamente e chiedere alla tua "lei" di non mostrarsi per forza "...interessata alle mie osservazioni critiche per farmele apparire meno stupide", e questo non serve "se ti ritrovo in ogni piccolo particolare".

"...Non devi necessariamente ridere per risultare ad uno come me, mostrarti interessata alle mie osservazioni critiche per farmele apparire meno stupide, se me lo chiedi certo che potremmo scioglierci e cominciare ad essere noi soli, senza domande su quelle cose che stanno in superficie, per darci un tono, sembrare forti, vedere quel che succede.../...Ogni piccolo particolare inevitabilmente porta a te, in mente soltanto parole slegate, come la prima volta fai sembrare ogni cosa, ogni piccolo particolare mi parla a voce bassa del tuo essere, ti ho trovata e non riesci a scappare se ti ritrovo in ogni piccolo particolare, dentro agli occhi delle persone, nella valigia che preparo per correre da te, da te..."

L'album è spesso uan consapevole dichiarazione d'amore e quando in "Scusa" si abbassano gli occhi e le parole escono spontanee, appare normale "che certe cose accadono soltanto quando sembra chiaro che a te non può succedere" e allora si vincono le paure, la solitudine e l'abrutimento perchè qualcosa di speciale lo abbiamo già accanto.
Non serve essere bugiardi atrimenti le "Nostre Buone Intenzioni" si rivoltano addosso.
In questo disco la denuncia è nelle piccole cose, nei comportamenti delle persone, nelle cose che esse dicono e nella ferocia con cui le dicono e nel buffo modo in cui le fanno.

"...scusa se son troppo sincero, se non riesco a perdonarmi di aver perso del tempo chissà dietro a che cosa invece di cercare te, ma questo forse già lo sai, che certe cose accadono soltanto quando sembra chiaro che a te non può succedere.
Scusa se mi sono distratto, se non dico mai ti amo, se faccio troppo tardi, ritorno e tu già dormi, mi siederò vicino a te ma non ti sveglierò perchè mentre tu dormi scacci via anche l'ultimo fantasma nero ed io lo vedo allontanarsi.
Tu portami via dai giudizi cattivi, da questo abbruttirsi dentro ai riti banali, insegnami come si fa a non sentirsi di troppo e a non avere sempre dentro il mare d'inverno..."

"La Vita e Che Ci Fai" è più di una foto della realtà, sembra già un video, un testo scritto per immagini, frame by frame, passo 1, con frasi che lavorano più sul diaframma che sull'interlinea: "Brillantini forse è tutto quello che ci resta c'è chi se li attacca e chi da dosso se li scrolla";
un mondo futile, frustrante, dove non apparire è la condanna e stare al top a qualunque costo giustifica qualsiasi gioco, qualsiasi posta, "tanto a chi lavora basterà la novalgina per il mal di testa, per il mal di schiena".
Poi ancora una volta una virata.
"Brividi" e "Strade Inquiete" descrivono una generazione "viziata come una figlia unica", ma capace ancora di provare "brividi quando ti accorgi che non hai più nulla" un'utopia parlare di "generazione" nel 2005, quando i valori inziano e finiscono intorno alle trasmissioni televisive, eppure c'è sempre un interlocutore in tutti questi brani, una persona a cui Andrea "bove" Leuzzi parla con attenzione e trasporto, un modo espressivo che riesce a coinvolgere facendoci sentire potenzialmente abili attuatori e non solo ascoltatori.
"Perchè non importa la strada che fai, la gente che incontri, le donne che hai, conta solo il momento in cui riesci a vederti dentro di lei".
Di nuovo un algoritmo per trasformare velocemente tutto quello che siamo, che facciamo o che abbiamo fatto in un niente assoluto se non viene filtrato da come risultiamo agli occhi di chi amiamo, agli occhi della donna più bella del mondo, sulle pareti bianche dell'anima in cui sono proiettate tutte le strade inquiete di cui per "lei" avremo cura noi.
Ma Ottoohm è molto più di questo.

"...io volevo solo urlare come siamo soli nel nostro squallido pensare solo a noi, cambiare faccia e all'occorrenza ridere dello spettro della nostra età, io credevo in tante cose così stupide che un pò me ne vergogno a raccontarle dal buio in cui mi avvolgo per difendermi da quelle lune in sagittario..."

La maniacale cura del suono, del subsuono, dei riverberi, degli amplificatori vintage, dell'analogico spinto a suonare, vibrando veramente forte con la polvere che si muove, prendendosi gioco di quel digitale che torna ad essere mezzo e non fine.
Il disco degli Ottoohm è patrimonio di tutti.
Questo disco degli Ottoohm, dal titolo "Naif", adesso appartiene al pubblico e tutti possono sentirlo un pò proprio.
Questo disco si chiude così, con la voglia di risentirlo per scoprire ancora qualcosa in più.

"...nel nulla nutriamo le nostre paure, dal buio lasciamo emergere volti, riempiamo gli istanti con piccoli assurdi frammenti che in vita chiamiamo ricordi, negli occhi cerchiamo dei nuovi colori che sappiano darci le motivazioni, vedere appassire le rose e con loro le nostre buone intenzioni..."

Che altro aggiungere, beh il CD originale ha un bel prezzo (16,90), io l'ho preso Sabato è l'avrò ascoltato già un 5/6 volte, certo mi sono fissato come al solito con 3/4 pezzi di primo impatto (Pizza e Mandolino, Hit Song, Domani, Scusa, Ogni Piccolo Particolare), fossi in voi io lo comprerei così (originale) perche "gli ultimi romantici" vanno ricompensati, perchè la loro musica la consumerete fino alla nausea, perchè i soldi spesi in sogni, favole e romanticherie sono soldi ben spesi (e badate bene nn ve l'ho mai detto di farlo con i Negro o con i Subsonica, qualcosa vorrà pur dire...)...

"...e ti darò la musica per farti innamorare..."



Pizza e Mandolino:

Povera terra mia
in mano ai faccendieri
agli urbanisti, i portaborse, gli avidi
a nuove solitudini
povera la mia gente presa a calci nelle piazze
sono gli ultimi romantici rimasti
sono gli ultimi romantici rimasti
povera terra mia
seduta sui binari
nei velinismi i nuovi The Philippy
crescono
più storti di ieri
povera la mia radio fusa
da Dido e Meneguzzi
e mi chiedo se è questo che piace
e mi viene di fare il contrario

com'è che ti amo ancora
ed invece di odiarti mi sento
pizza e mandolino
com'è che ti amo ancora
ed invece di odiarti mi sento
pizza e mandolino

Povera terra mia
a leggere i giornali
sembra che vada tutto bene ma non è così
tu non crederci
povera la mia mamma senza amore nè pensione
non ti chiederò mai se davvero
era questo che ti immaginavi

com'è che ti amo ancora
ed invece di odiarti mi sento
pizza e mandolino
com'è che ti amo ancora
ed invece di odiarti mi sento
pizza e mandolino

"Sono gli ultimi romantici rimasti, sono gli ultimi romatici rimasti"

Fonte:
http://www.ottoohm.com


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