Nick: ADP Oggetto: La Città Malata Data: 25/9/2003 13.46.20 Visite: 31
Qualche giorno di violenza ha scaturito odi alla città di Napoli, da parte di molti, e disapprovazione da parte di qualcun'altro. La mia intenzione non è quella di "controbattere", polemizzare o altro, nonostante il fatto che qualche anima colta si sia espressa molto fascisticamente con dei "leghista", "traditore" e roba simile contro chi di questa città ne ha le scatole piene, e del buon "patriottismo" dei tempi andati (per fortuna) proprio non sa che farsene. Supporre che uno debba amare la città in cui è nato, per il semplice fatto che gli ha regalato i natali, è da stupidi, e quindi non merita replica. Io, semplicemente, allo stesso modo di chi ha lodato in buona fede la città di Napoli, alla quale si sente particolarmente vicibo, vorrei sottolineare quali disagi possa provare una persona, vivendo in questa città. Meglio: quali sono i disagi che io, da anni, sento di non voler più sopportare. Odio chi si sente più furbo degli altri, credendo di fare un affarone comprando prodotti a poco prezzo, e non rendendosi conto che molto probabilmente sono stati sfilati dalle tasche di qualcun'altro. Odio il negoziante che per risparmiare sui costi, stipendia (a nero) un solo garzone, che con le stesse mani prende soldi, si scaccola, e taglia gli affettati. Odio il commericiante che prima di "spicciarti" deve comodamente terminare la conversazione al telefono. Odio la gente che spende soldi in questi negozi. Odio la gente che si domanda come mai la sua terza media (nella migliore delle ipotesi) non basti a procurargli un posto da senatore a vita, sputando su lavori meno "nobili", che tuttavia gli consentirebbero di non affollare le strade spaccando i coglioni ai lavoratori, con i loro cortei urlanti. Odio chi si culla sul fatto che "non c'era la possibilità", perché vengo da una famiglia di gente che per studiare ha lavorato tanto da spaccarsi la schiena. Odio chi ti sorpassa a destra, nel traffico, tentando di infilarsi a scapito degli altri che rispettosamente si sono messi in fila. Odio la gente che poi, alla vista di un vigile, si rimette in fila e si allaccia la cintura. Odio chi crede che questa sia furbizia. Odio chi crede che fare "i pacchi" alla ferrovia sia sinonimo di furbizia. Non ho mai reputato furbo un uomo di 40 anni che fa di tutto per ingannare qualche ragazzino con quattro soldi in tasca, cercando di vendergli una busta vuota. Odio tutta quella gente che dovendo "tirare a campare" ha fatto tanti di quegli "incidenti" a danno delle assicurazioni, che ora tutti noi dobbiamo pagare cifre astronomiche anche per assicurare un papariello di merda. Odio la comunella, le famiglie da pianerottolo, odio la gente che non si fa i cazzi suoi, che lancia sempre il suo sguardo dove non avrebbe diritto di farlo. Odio la gente che parla da un balcone all'altro, sbattendosene del fato che magari c'è qualcun'altro che dorme, o che studia (...studiare?!?!). Odio le banche dove il primo avvocato cafone e truffaldino entra, dicendo "ragioniere! come andiamo?" , portando un caffè, e scavalcando comodamente l'"inutile interfaccia sportello". Straightaway to the office. Odio chi paga i parcheggiatori perché tanto "tutt quant amma campà". Odio chi dice "scurdammc 'o passat, simm 'e Napul paisà". Trovo che sia una delle frasi più imbecilli che bocca abbia mai pronunciato. Odio chi crede di essere furbo, con la camicia aperta e la peluria incolta. Odio chi insegna ai propri figli a parlare un dialetto incomprensibile, che li terrà relegati a vita in una condizione che non hanno mai scelto. Odio Napoli. Perché ci resto? Studio a Napoli, mi sono già abbondantemente informato, la mia università esiste solo qui. Ma appena potrò, non soffrirò di nostaglia "smontando la baracca". |