Nick: ADP Oggetto: L'urgenza espressiva Data: 2/10/2003 0.20.54 Visite: 33
E' qualcosa di stupendamente deleterio. Io, a differenza di molti, non credo che l'arte sia una cosa alla portata di tutti. Saper veicolare le proprie emozioni in forme comprensibili agli altri, è un dono. Dono? Forse no. Lo vedrei più come un fardello. L'artista non può scegliere se parlare o meno. Se non parla sta male. E' un'incombenza. Qualcuno ti dice:"ti ho donato la penna più stupenda che uomo possa desiderare. Ma ora, devi utilizzarla per forza. Non hai scelta." E in più, a rincarare la dose, c'è anche il fatto che, inevitabilmente, l'artista è un disadattato. Lo scotto da pagare in cambio di quello che qualcuno chiamò "il terzo occhio". Il compito immane è quello di contenere l'incontenibile. Riempirsi di qualcosa, a tratti, perchè il vero artista è colui che sa tener separato il germe dell'idea singola dal resto delle cose, in tutta la sua coerenza, e partorire un'opera perfetta. Bastante a sé stessa. Dopodiché tutto ricomincia, e non c'è pace. L'uomo diventa mero veicolo di un qualcosa di superiore. Ma un uomo non è fatto per sopportare un tale peso. Dopo un po', il contenitore inizia a cedere. Uomini dannati ai quali è concesso, ed è imposto, di rubare affreschi da paesaggi perfetti, e mostrarli ad un mondo che appare disgregato. Ministri, in terra, di una dimensione ultraterrena. Sacerdoti, condannati a trasportare tele dipinte da una sponda all'altra. |