Quando Si Parla di Punk

Vai alla freccia - Homepage - BlogRoom - Mappa
Visualizza Messaggi.

Nick: rockgirl
Oggetto: Quando Si Parla di Punk
Data: 19/12/2005 15.7.5
Visite: 263

Si fa presto a dire punk... Questo che leggerete vuole essere solo un'opinione... non la verità. Molti vi diranno che il punk e nato nel 1977. Qualcun altro vi dirà che nel 1978 era già morto. Cominciamo a parlare della musica che è solo il primo modo di esprimersi dei Punk. Il vero punk per i puristi è solo il punk inglese del 1977 che in pratica vuol dire Sex Pistols, il primo album dei Clash e un'infinità di gruppi minori. Nel '77 uscì un album fondamentale: Never mind the bollocks dei Sex Pistols. L'album conteneva il vero e proprio inno Anarchy in the U.K. (uscito nel novembre del '76 come singolo)
che si apriva con una risata satanica e con le parole... I AM AN ANTICHRIST I AM AN ANARCHIST DON'T KNOW WHAT I WANT BUT I KNOW HOW TO GET IT I WANNA DESTROY THE PASSERBY 'CAUSE I WANNA BE ANARCHY Abbiamo già capito quali sono i riferimenti del punk: l'anarchia... l'anticristo, la distruzione di qualunque cosa assomigli vagamente a una forma di società, e un'affermazione inquietante: non so cosa voglio ma so come ottenerlo! La furia distruttiva del punk non risparmia niente e nessuno. È vero che la musica punk è un'estremizzazione del rock'n'roll e che la musica dei Sex Pistols aveva dei precedenti: gli americani Ramones, gli Stooges di Iggy Pop, gli Who, che furono anche i primi a spaccare le chitarre in scena. Tuttavia i punk sputavano su tutto quello che era venuto prima di loro, compreso il rock "classico"che proprio in quel periodo pretendeva di diventare una forma d'arte più "seria" con i gruppi progressive che dilatavano la durata delle canzoni e proponevano una musica basata tutta sulla tecnica. Nel punk invece la tecnica non contava niente, i gruppi punk non sapevano suonare... usavano tre accordi per sfogare la rabbia. Le canzoni non durvano mai più di tre minuti, in compenso in quei tre minuti poteva succedere di tutto! La parola d'ordine del punk è no future (God save the Queen)... davvero si può dire che il punk vive sempre nel presente, il pasato è rifiutato in blocco ma non c'è neanche futuro. Quindi chi dice "i punk sono comunisti" commette un errore madornale visto che tutta l'ideologia socialista si basa sulla speranza di un futuro migliore e più giusto nel nome del quale si predica la lotta di classe... niente di più diverso dall'"ideologia punk", se così si può chiamare, che dice più o meno: "il mondo fa schifo ma non me ne frega niente di cambiarlo, semmai lo voglio distruggere!". I Clash sono il secondo grande gruppo del punk inglese, ma poi sono diventati qualcosa di molto più significativo e hanno dato inizio a una corrente del tutto diversa dal punk che va dai Pogues ai Mano Negra ai Gang in Italia.
I Sex Pistols volevano distruggere il rock con le sue stesse armi, i Clash lo volevano cambiare. Mentre i testi dei Sex Pistols erano pazzeschi e metafisici, i Clash raccontarono sempre storie di vita quotidiana, di ordinaria disperazione. Si rifacevano esplicitamente al reggae e alla musica giamaicana. Nel primo album compariva una cover di un fantastico pezzo reggae: Police and Thieves. Il primo album dei Clash uscì prima di "Never mind the bollocks" e portoò il gruppo al successo. Quando i Sex Pistols, nel 1978, erano già finiti, i Clash continuarono la loro carriera sfornando una discreta quantità di belle canzoni mentre il primo punk non era mai uscito dalla logica del singolo. Nel '79 arrivò finalmente il capolavoro: London Calling è un album in cui lo stile del punk si apre al reggae, al rock, a nuovi arrangiamenti in cui i fiati sono in primo piano. Nel frattempo i ragazzi avevano imparato a suonare, e questo andava contro la logica punk... London Calling insomma era un grande album rock ma non era più punk. I Clash sono stati un gruppo molto politicizzato. Le loro idee erano presenti in ogni canzone, da I'm so bored with the U.S.A., titolo quanto mai attuale, a Spanish Bombs che racconta storie dei freedom fighters della guerra civile in Spagna. In un concerto in Italia Joe Strummer si presentò con una maglietta con la scritta "Brigate Rosse". Quando gli spiegarono che si trattava di un gruppo di terroristi rispose che non lo sapeva ma che gli piaceva il nome. Finora potrebbe sembrare che tutta questa ribellione punk sia stata un movimento estremamente sincero, un'ansia di ribellione di giovani che volevano esprimere la loro rabbia verso il mondo. Ma, furono loro i primi a dirlo, non è stato così: il punk è stato anche la più grande truffa del rock'n'roll. I Sex Pistols furono lanciati da un astuto produttore, Malcom McLaren che si inventò per loro molte delle provocazioni più estreme, cavalcando così la voglia di "qualcosa di completamente nuovo" che il pubblico del rock in Inghilterra aspettava. La totale mancanza di una qualsiasi preparazione tecnica, la filosofia del "puoi farlo anche tu!" permetteva di scegliere i componenti del gruppo più per la loro abilità di stare sul palco che per un loro talento musicale. Johnny Rotten in effetti non sapeva cantare, ma questo era il suo maggior pregio. Al termine del concerto d'addio dei Sex Pistols le ultime parole di Rotten furono "Non avete mai avuto la sensazione di essere stati fregati?". Ma tutto questo sfuggì al controllo di McLaren: il movimento che aveva contribuito a creare era destinato a durare, sotto forme diverse, molto a lungo. Il punk è morto nel 1978... tuttavia qualcuno continuò a rifarsi al punk anche dopo, rifiutando l'innocua etichetta "new wave". Anche in Italia arrivò questa moda, naturalmente in ritardo, ma nell'insospettabile Emilia nacque l'unico grande gruppo punk italiano: i CCCP - Fedeli alla linea. Tra l'82 e l'83 Giovanni Lindo Ferretti, un passato in Lotta Continua e come operatore psichiatrico, e Massimo Zamboni si incontrano a Berlino. Due anni dopo esce Ortodossia I il primo album autoprodotto. I CCCP sposano l'ideologia punk soprattutto per l'idea che la tecnica non è nulla, conta solo il cuore di chi suona. Si inventano un genere assurdo, il "punk filosovietico" e, negli anni di Reagan e della Thatcher, del capitalismo selvaggio della crisi del comunismo in Unione Sovietica cantano "voglio rifugiarmi sotto il patto di Varsavia, voglio un piano quinquennale, la stabilità". Francesco Guccini disse che il punk fuori dal contesto sociale che l'aveva prodotto non aveva senso: i "punk che vanno a mangiare i tortellini dalla mamma" facevano ridere come il rap al di fuori dei ghetti neri americani. Alla faccia sua i CCCP continuarono a suonare, e dissero la loro anche sul punk inglese storico dedicando questa canzone a Johnny Rotten, un amore di ragazzino: Tu menti tu menti tu menti menti conosco chi conosci tu so dove vai ti sei preso in giro ti sei rovinato ti hanno fottuto fregato fregato eri così carino eri così carino pigro di testa e ben vestito non fai niente di male niente di ciò che credi non sai quello che vuoi non riuscirai ad averlo niente è gratis niente è a posto le insegne luminose attirano gli allocchi questa volta sul serio dicono sempre così "io sono l'Anarchia" "ecco un altro Anticristo" ma eri solo carino proprio carino pigro di testa e ben vestito senza i blue jeans eri carino proprio un amore di ragazzino Nel 2002, il punk ha forse perso il suo originario nichilismo, è diventato un genere musicale come tanti altri. Sono tantissimi i gruppi della nuova generazione, la maggior parte sono americani. Accanto a gruppi più cattivi come i NoFX o i Rancid si trovano gruppi che più che punk io definirei pop-punk (un ossimoro, il primo bassista dei Sex Pistols venne buttato fuori dal gruppo perché voleva far diventare i Sex Pistols un gruppo "divertente". "Divertente capito? - protestò inorridito Johnny Rotten - Divertente come i Beatles..."). Dai Green Day ai Blink182, in Italia ai Prozac + ( c'è di peggio vi assicuro...però..): gruppi che usano gli stereotipi della musica punk ma non sono veri punk. Quale sarà il futuro del punk?