Nick: Flydafne* Oggetto: la storia del cammello che... Data: 1/1/2006 20.29.32 Visite: 125
La storia del cammello che piange
Documentario che ha già fatto il giro del mondo dei festival raccogliendo consensi e quasi l'Oscar, La storia del cammello che piange nasce come lavoro di fine corso della scuola di cinema di Monaco, firmata dagli «studenti» Luigi Falorni e Byambasuren Davaa. Gli appassionati dei film del deserto aggiungeranno anche questo al loro elenco, anche se sono abituati a un immaginario più magico. Ma anche qui non manca la favola. Ambientato in Mongolia, paese completamente disastrato dopo la caduta dell'impero per via delle leggi di mercato, e dove per lo più a dorso di cammello i nomadi si sono avviati a eleggere proprio due giorni fa come presidente il comunista Nambariin Enkhbayar, capo del «Partito rivoluzionario del popolo mongolo», il film ci racconta una vicenda serena. Nel deserto dei Gobi una famiglia di pastori nomadi possiede un gran numero di cammelli e di pecore. È l'estate, si susseguono i parti, mentre la vita scorre semplice e organizzata, ognuno attende ai suoi compiti: il nonno racconta le storie e fuma, la nonna cucina, i bisnonni si riposano, i genitori accudiscono figli e animali, i piccoli giocano e i piccolissimi piangono. Il ciclo vitale si riproduce, ma c'è una cammella bizzarra che, la prima volta, ci mette tre giorni a partorire e dopo non ne vuole sapere del piccolo....... Dolcezza, lieve humour, attenzione, agli eventi, come si addice a un lavoro fatto nell'ottica dei narratori come Flaherty, una tradizione di cinema etnografico che torna di moda. Recensione di Silvana Silvestri Da Il Manifesto, 27 maggio 2005 davvero un bel film.... un racconto lieve, fragile, toccante ....ve lo consiglio.....
e come sempre sei la descrizione di un attimo per me e come sempre sei un'emozione fortissima |