Nick: NEVERLAND Oggetto: Pulp Fiction...uahuahuaha Data: 24/10/2003 17.23.13 Visite: 39
eheheh Kill Bill nn c'enta un fottuto cazzo di niente con Pulp Fiction... Quentin Tarantino è un genio anke per questo... ma io godrò soprattutto nel vedere una massa di coglioni che hanno sempre snobbato i manga, gli anime ed il cinema di serie "b" americano, che vanno li a beccarsi il tutto in quantità industriali senza accorgersene, per mano di tarantino...geniale!!!! a detta di tutti quelli che lo hanno già visto è un capolavoro assoluto, un film inarrivabile, un film perfetto in tutti i suoi aspetti e nella capacità di combinarli perfettamente tra loro. da vedere e rivedere fino allo stremo!!!!! Ora vi lascio un lungo articolo di approfondimento se avete voglia leggetelo!!! Kill Bill è un omaggio ai film che Tarantino ha amato di più: gli spaghetti western, i film sulle arti marziali cinesi nonchè i film giapponesi d’animazione e sui samurai. In poche parole, Tarantino descrive questo film come una "spremuta" di tutti i generi cinematografici più particolari, da lui assorbiti negli ultimi 35 anni. Tarantino ha realizzato qualcosa di fondamentalmente nuovo, intessendo i più diversi generi e riferimenti della cultura pop all’interno di un unico film, arrivando persino a creare due o tre livelli di profondità. Una scena di un film ‘yakuza’ viene presentata sotto forma di disegno animato, al ritmo di una colonna sonora tipica degli spaghetti western. Nella scena che si svolge nella ‘House of Blue Leaves’, assistiamo a dei samurai che si scontrano con un gruppetto di seguaci di Bruce Lee sul pavimento trasparente di un locale notturno (ripreso dal basso) che non sarebbe stato fuori posto nel film di Seijun Suzuki, Tokyo Drifter, grande successo del 1996, sul mondo della malavita. Kill Bill - Volume 1 racconta le vicende di una donna conosciuta col nome di ‘The Bride’ – la sposa (Uma Thurman), che subisce una terribile imboscata durante la sua festa di nozze, durante il quale tutti gli invitati, suo marito nonché il figlio che ha in grembo vengono brutalmente sterminati. Dopo essersi svegliata da un coma di 4 anni, la donna intende vendicarsi nei confronti dei responsabili del massacro, che sono per altro vecchi compagni di una vita che si è lasciata alle spalle: si tratta infatti dei membri di un gruppo elitario di killer, guidato dal personaggio di spicco di nome Bill (David Carradine), noti come la Deadly Viper Assassination Squad, o DiVAS. Ognuno di questi efferati assassini ha un nome in codice secondo le varie specie di serpenti velenosi: O’Ren-Ishii (Lucy Liu) è Cottonmouth, Elle Driver (Daryl Hannah) è California Mountain Snake, Vernita Green (Vivica A. Fox) è Copperhead, e Budd (Michael Madsen) è Sidewinder. Bill ha investito una quantità di tempo e di denaro considerevoli sulla squadra dei DiVAS, tuttavia, una fra loro ha per colui che si autodefinisce “uno spietato bastardo assassino”, un valore forse maggiore rispetto agli altri: si tratta di The Bride, il cui nome in codice è Black Mamba, la killer più dotata di tutto il gruppo. Ex amante di Bill, The Bride è oggetto del comprensibile risentimento di tutte le alter Vipere. Tarantino afferma che i diversi stili cinematografici da lui utilizzati nelle varie sequenze di Kill Bill sono la conseguenza naturale del suo profondo e vasto interesse per il cinema di tutto il mondo, avendo egli stesso, per anni, gustato i prodotti del cinema popolare di altri continenti. “Quando giro una scena che assomiglia a quello che si vede in un giallo italiano [o in un film di kung fu” afferma “so come l’avrebbero realizzata nel paese “d’origine”, e quindi la giro in quel modo. Non mi considero un regista solo americano. Il pubblico di qualunque nazionalità può riscontrare nei miei film cose che è in grado di capire e apprezzare”. Per quanto strano possa sembrare, la spiegazione di un film come Kill Bill in parte è geografica. Tarantino ha trascorso la giovinezza a South Bay, regione a sud di Los Angeles nella Orange County che comprende Manhattan Beach. Il suo film precedente, Jackie Brown (1997)è una vetrina delle particolarità di quella zona. A South Bay c’erano ancora cinema d’essai che proiettavano tutto il giorno film di “blaxploitation” (pellicole a basso costo rivolte a un pubblico afro-americano) o di kung-fu, quando il filone si era già esaurito nelle altre zone della città. "Ero piccolo quando ci fu il boom del kung fu all’inizio degli anni ‘70” ricorda Tarantino, che ha frequentato la Old School of Martial Arts Cinema. "Per un paio d’anni ci fecero vedere un sacco di film sul kung fu. E quando il kung fu era già morto e sepolto ovunque, a South Bay restò di moda fino alla fine degli anni ’70, inizio degli anni ’80. Secondo me si tratta di uno dei più grandi generi cinematografici mai esistiti". In televisione, Tarantino guardava The Green Hornet, con un giovane Bruce Lee nel ruolo della spalla dell’eroe principale, e in seguito seguì gli ‘exploits’ del maestro di kung fu euroasiatico Caine (David Carradine) nella famosa serie televisiva della ABC, Kung Fu. Qualche anno dopo allargò il suo interesse nei confronti del genere d’azione asiatico, sintonizzandosi su una stazione televisiva giapponese locale per seguire le prodezze sottotitolate del detective ninja Hattori Honzo (interpretato da Sonny Chiba), nella serie Shadow Warriors. Quando ci fu la new wave del cinema di Hong Kong nella metà degli anni ’80, Tarantino, che all’epoca lavorava come commesso in una videoteca a Manhattan Beach, fu uno dei suoi primi e più accaniti sostenitori. I fan di Tarantino più preparati hanno colto l’influenza di questi film di ‘scazzottate’ già nei primi lavori dello scrittore/regista: dagli echi del film ultraviolento con Sonny Chiba, Streetfighter, presenti nella sceneggiatura di True Romance, all’accenno al film d’azione ambientato a Hong Kong, City of Fire, che troviamo nel suo memorabile esordio alla regia intitolato Reservoir Dogs (1992). “Sono un grande fan dei film sulle arti marziali degli anni ’40, ’50 e ‘60, e di quelli realizzati negli anni ’70 dagli Shaw Brothers a Hong Kong” afferma Tarantino. “Se la mia vita avesse due facce, una sarebbe quella degli Shaw Brothers e l’altra i western italiani. In ogni caso entrambi i generi esercitano una grande influenza l’uno sull’altro. Ci sono molte cose nei film degli Shaw Brothers che provengono dai western italiani. Negli anni ’70 i film di queste due categorie spesso utilizzavano le stesse trame, nonché immagini e riprese simili. C’è una profonda affinità fra i due generi”. L’influenza del cinema asiatico in Kill Bill va ben oltre la storyline e lo stile visivo: Tarantino ha infatti creato per il film, tre diversi ruoli per tre leggendari attori dei film sulle arti marziali. Per il noto attore Sonny Chiba, maestro di spada del cinema giapponese, Tarantino ha rivitalizzato il personaggio Ninja di Hattori Hanzo, della serie Shadow Warriors. L’abitudine di Hanzo di fare una pausa e recitare passaggi biblici prima di uccidere, era già stata emulata dal killer filoso interpretato da Samuel L. Jackson in Pulp Fiction. Tarantino ha scritturato l’artista/attore cinese Gordon Liu Chia-hui sia per il ruolo di Johnny Mo, il leader vestito di pelle della squadra di guardie del corpo ‘Crazy 88’ di Tokyo, sia per quello di Pei Mei, il “monaco dalle sopracciglia bianche”, popolare personaggio di diversi film degli Shaw Brothers. In questo caso il regista ha invertito i ruoli: Liu, infatti, ha sempre interpretato eroi vigorosi e decisi (e occasionalmente ruoli comici) nei film degli Shaw, mentre Pei Mei (spesso interpretato dall’attore Lo Lieh) era uno dei peggiori ‘cattivi’, che tradiva i suoi fratelli di arti marziali con i tiranni Manchu in film quali Executioners From Shaolin di Liu Jia-liang(1977). (Dovremo aspettare Kill Bill Vol. 2 per assistere alla versione del Pei Mei di Tarantino che da eroe diventa ‘cattivo’). Liu è rimasto colpito nell’apprendere che David Carradine era stato scritturato per il ruolo principale del film. Durante la lavorazione in Cina ha preso l’attore in disparte per dirgli quanto aveva ammirato la sua serie televisiva. "’Kung-fu’ ha svolto un ruolo importante nella comprensione del kung-fu da parte degli occidentali" spiega Liu. "Nutro un grandissimo rispetto per Quentin, perché si è adoperato a diffondere la conoscenza del kung fu e delle arti marziali al di fuori della Cina e dell’Estremo Oriente". E’ importante capire che, in Kill Bill, Tarantino non si è limitato a imitare le fonti dei vari generi. Di fatto, ha trasformato queste fonti filtrandole attraverso la sensibilità di un devoto fan americano, la cui fantasia funziona da crogiolo che rivela le varie affinità fra generi apparentemente assai diversi. “Ho detto molte volte” spiega il regista “che esistono due diversi mondi in cui si ambientano i miei film. Uno è ‘l’universo Quentin’ quello di Pulp Fiction e Jackie Brown, esagerato ma più o meno realistico. L’altro è il Mondo Cinematografico. Quando i personaggi dell’universo Quentin vanno al cinema, vedono quello che succede nel Mondo Cinematografico, sono una finestra che si affaccia su quel mondo. Kill Bill è il primo film che ambiento nel Mondo Cinematografico. Sono io che immagino quello che accadrebbe se questo mondo esistesse davvero, e se potessi prendere una troupe e fare un film di Quentin Tarantino sui quei personaggi”. “In realtà mi piace l’idea di creare un altro mondo” continua “Questo film non si svolge nell’universo in cui viviamo. In questo mondo le donne non sono il sesso debole. Hanno esattamente gli stessi istinti predatori degli uomini, il medesimo impulso a uccidere o a venire uccise”. La difficoltà di vivere all’interno dell’universo alternativo dei B-movie di Tarantino, afferma Uma Thurman, “è trovare umanità in questa epopea irreale e folle” Originariamente pensato come film unico, Kill Bill è stato diviso in due parti da circa 90 minuti ciascuna, solo alcuni mesi prima della distribuzione. “Se mentre lo scrivevo avessi pensato” dice Tarantino “ che Harvey Weinstein avrebbe voluto dividerlo in due parti, l’avrei suggerito io stesso all’epoca. Ma non avrei mai pensato che lo avrebbe fatto. In seguito Weinstein mi ha detto che, siccome non voleva tagliare nulla, stava considerando l’ipotesi di farlo uscire in due parti. Ho trovato l’idea molto interessante. Ho passato tre giorni con la montatrice del film, Sally Menke, per capire come procedere”. Quando è arrivato il momento decisivo, l’estate 2003, Tarantino ha mostrato a Weinstein come avrebbe voluto dividere le due parti, e prima della proiezione di Kill Bill-Vol. 1. ha detto: “Questo è sia un primo film che la prima metà di un film” La reazione di Weinstein è stata: “Che finale meraviglioso! Così deve essere! Saranno due film!” Attualmente in America la pratica di presentare un film in due parti è abbastanza diffusa, e certamente lo è da parecchi anni sia in Europa che in Asia. In effetti, una delle influenze chiave del film, Battles Without Honor and Humanity di Kinji Fukasaku, è una storia drammatica ed epica sul declino del clan yakuza, distribuita in diverse parti dal 1973 al 1976. Ognuna delle due parti di Kill Bill possiede un proprio tono e una propria particolare atmosfera, uttilizzando fra l’altro diverse strategie narrative. Rispetto alle sue influenze asiatiche Vol.1 è dominato dal Giappone, rappresentato da Sonny Chiba (The Streetfighter), che recita il ruolo del samurai esperto di spade Hattori Hanzo, e che ha fra l’altro svolto il ruolo di coreografo di kenjutsu nel film. Vol. 2, d’altro canto, sarà dominato dalla Cina, rappresentata dalla leggenda delle arti marziali, Gordon Liu Chia-hui (The Master Killer). I numerosi riferimenti agli spaghetti western del Vol. 1, in particolare alcune delle scelte musicali effettuate da Tarantino, renderanno molto bene nel Vol. 2, in cui The Bride incontra a El Paso, in Texas, Budd (Michael Madsen), altresì noto come Sidewinder, e dà la caccia a Bill fino in Messico. La cosa insolita è che il personaggio che dà il titolo al film, Bill, interpretato da David Carradine, quasi non appare nel Vol. 1. Certamente la sua presenza aleggia nell’aria per tutta la storia e la sua inimitabile voce si sente nella colonna sonora in diverse occasioni. Tuttavia, lo vediamo solo brevemente. “Nel Vol. 2 invece, appare di continuo” dice Tarantino “poichè il film narra il confronto finale fra i due”. “C’è anche un’altra considerazione, molto più semplice e pratica”, continua Tarantino, “riguardo all’aver diluito la presenza di Bill in piccole dosi molto misurate”: in fin dei conti, la sequenza del combattimento finale del Vol 1., “Il duello finale alla House of Blue Leaves” è uno scontro con le spade che dura 20 minuti, fra The Bride e i seguaci del boss yakuza O-Ren Ishii (Liu), le cui riprese sono durate otto settimane, su un set dello Studio Cinematografico di Pechino – solo due settimane in meno rispetto all’intera produzione di Pulp Fiction. Quando si arriva alla fine del Vol. 1, si è esausti, e si ha veramente bisogno di una pausa”. Kill Bill possiede la struttura di base di un film sul kung fu, un formato che è stato tipico del genere fin dall’inizio, dai primi film degli Shaw Brothers quali One-Armed Swordsman di Chang Cheh (1967), fino ai derivati americani come The Karate Kid (1984). Una cosa che sicuramente non manca è il tipico spadaccino samurai o l’eroe buono di kung fu che agisce secondo un codice d’onore. Afferma Uma Thurman “Per me la cosa importante è che il personaggio possieda una sua nobiltà d’animo. Infatti, The Bride non sta solo cercando di arrivare alle persone per farle fuori. Va da ognuna delle Vipere, le affronta sul proprio terreno, dà loro la scelta delle armi e in sostanza le sfida a duello. Esiste quindi un codice etico da lei seguito – le Regole d’Onore delle Vipere che Quentin ha redatto appositamente per me”. “Ho scritto e riscritto per un anno intero” racconta “Se incontravo un ostacolo mi fermavo e andavo a vedere un film sulle arti marziali. In realtà, guardavo almeno un film di Hong Kong ogni giorno, qualche volta anche due o tre film in un giorno. Guardavo anche i film dei samurai giapponesi e di animazione. Mi sono riempito la testa con le immagini di questi film e questo è stato il materiale grezzo di Kill Bill. Non ho saputo assolutamente nulla dei film di Hollywood usciti quell’anno”. Tarantino si è spesso consultato con la protagonista durante la scrittura della sceneggiatura: “Ho lasciato anche molte cose non scritte rispetto al personaggio, in modo che lei potesse apportare il suo contributo”. Inoltre ha iniziato la Thurman a quello che lei stessa descrive come il “processo di istruzione al film di genere”. Tarantino mi ha mostrato il film di John Woo, The Killer, quello di Pam Grier, Coffy, i film di Sergio Leone e Clint Eastwood, nonché Lady Snowblood, un film sui samurai donna in Giappone, che è stata una grande fonte di ispirazione. Un mucchio di roba che mi terrorizzava.” Mentre il film prendeva forma sulla carta, Quentin iniziava a dare vita alla colonna sonora. I fan del filmmaker sanno bene che Quentin ama la musica quanto il cinema. La sua scelta in termini musicali rientra nel processo di realizzazione del film fin dall’inizio. “Non riesco ad andare avanti nella scrittura di un film se non so quale sarà la musica d’apertura” afferma Tarantino “la musica che farà entrare la gente nella giusta atmosfera del film. Una delle prime cose che ho capito su Kill Bill è che la musica d’apertura doveva essere ‘Bang Bang (My Baby Shot Me Down)’. Poi, ho pensato al flamenco per la scena del combattimento in giardino, prima ancora di scriverla. E’ la musica che mi aiuta a trovare il ritmo del film”. Molti dei brani musicali dei film di Quentin Tarantino provengono dalla rara collezione del regista che riunisce colonne sonore di migliaia di film: pezzi di Sinatra, del grande ‘rockabilly’ Charlie Feathers, del trio punk giapponese ‘The 5.6.7.8’ (che appare anche sullo schermo nel ruolo dell’improbabile band house nella House of Blue Leaves di Tokio), e della band tedesca neo-lounge Neu. Un brano della colonna sonora composta da Luis Bacalov per lo spaghetti western del 172, The Grand Duel, viene usato durante il flashback animato che racconta la morte del padre di O-Ren Ishii. Inoltre, una clip del thriller del 1968 Twisted Nerve di Bernard Herrmann viene impiegata in una delle prime scene del film, quella dell’ospedale. Esempi perfetti della “spremuta di generi” di cui parla Tarantino. Inoltre: il tema sentimentale del film sui gangster yakuza di Kinji Fukasaku, Battles Without Honor or Humanity, il brano di Isaac Hayes "Run Fay Run" del classico di Jonathan Kaplan Truck Turner, e "The Flower of Carnage" interpretato dalla star cinematografica giapponese Meiko Kaji, il cui personaggio più noto è la vedova di un samurai Lady Snowblood, sono fra le influenze più importanti del ritratto di O-Ran Ishii in Kill Bill. “Se la musica che scelgo sembra adatta ai miei film” afferma Tarantino “questo dipende dal fatto che si tratta di roba molto personale. Non è semplicemente una musica che inseriamo per vendere un CD. A parte la qualità, è come se operassi una selezione della mia musica preferita e la consegnassi al pubblico”. Per comporre la musica originale del film, Tarantino si è rivolto a The RZA (si pronuncia “Rizza”), il noto produttore di diversi album del gruppo hip-hop Wu-Tang Clan, che si è ispirato ai film di arte marziale cinesi. RZA aveva già prodotto album da solista (due dei quali col nome di Bobby Digital) e aveva ideato la colonna sonora del film di Jim Jarmusch Ghost Dog: The Way of the Samurai (1999). Per O-Ren Ishii, l’ex vipera che diventa il primo boss donna del mondo della malavita giapponese, Tarantino ha voluto Lucy Liu, il cui talento per i ruoli di azione estrema, è confermato da film quali Payback (1999), Charlie's Angels (2000), e Ballistic: Eks vs. Sever (2001). Tarantino inizialmente voleva che O-Ren fosse fredda e androgina. Ma, mentre Liu studiava la lingua e la cultura giapponese, ha iniziato a suggerire al regista di rendere il suo personaggio più femminile, in apparenza: "Mi piaceva l’idea che fosse femminile, anche se solo in superficie. Apparentemente sembra una bambola, e non sembrerebbe mai una killer spietata. Per lei questa è una forma di travestimento, che fa si che i suoi nemici abbassino la guardia". Una delle cose che rendono O-Ren Ishii diversa dai killer che solitamente si vedono sullo schermo è il modo in cui il personaggio è stato scritto, gli accenni che Tarantino offre al pubblico rispetto ai suoi terribili anni di formazione. "Il pubblico intravede da dove proviene, “spiega Liu “e quale è stato il percorso emotivo chel’ha resa così fredda. Solitamente un personaggio del genere mostra solo il suo lato peggiore, invece Quentin ci ricorda che si tratta di un essere umano che è stato trasformato, una donna indurita da qualcosa che le è accaduto in passato”. Daryl Hannah stava recitando a Londra, a teatro, nella produzione di Michael Radford di The Seven Year Itch, quando Tarantino l’ha sorpresa con una visita in camerino, offrendole una parte che aveva appositamente scritto per lei. Hannah ha colto al volo la chance di lavorare con Tarantino, aggiungendo: "Non avevo mai interpretato una cattiva vera, perciò ero eccitata all’idea, soprattutto quando ho capito che genere di cattiva è Elle Driver. Mi piaceva molto l’idea di interpretare un personaggio così duro dal punto di vista morale e fisico”. Michael Madsen, uno degli attori preferiti di Tarantino, ha avuto la parte di Budd, un ex membro della Viper Squad che esce dal suo ritiro per prendere parte alla battaglia di Bill contro The Bride. "E’ un personaggio memorabile come Mr. Blonde in Reservoir Dogs" spiega Madsen, "anche se è totalmente diverso". Un altro veterano, Michael Parks, protagonista della serie televisiva degli ani ’70 Then Came Bronson, era già apparso nel film di Tarantino From Dusk Till Dawn (1996), diretto da Robert Rodriguez. Parks ora è stato scritturato in due ruoli, entrambi presenti nelle due parti di Kill Bill. In Vol. 1, interpreta Edgar McGraw lo sceriffo di una piccola città texana che indaga sul macabro sterminio al ricevimento nuziale. In Vol. 2, è un anziano messicano, Esteban, che aiuta The Bride a individuare la sua nemesi. "Una delle particolarità del genio di Quentin è la sua abilità nello scegliere il cast, dato ché sa sfruttare al massimo le qualità degli attori" commenta Julie Dreyfus che interpreta Sofie Fatale. Questo è senza dubbio vero nel suo caso. Tarantino ha incontrato l’attrice poliglotta e produttrice televisiva, parecchi anni fa, al Toronto Film Festival. Per lei ha ideato il ruolo dell’avvocato yakuza che parla giapponese, francese e inglese, Sofie Fatale. La visione di Tarantino della malavita di Tokyo non sarebbe stata completa senza la presenza di Go Go Yubari, l’attraente e feroce guardia del corpo adolescente di O-Ren Ishii. Tarantino aveva scritto il ruolo per l’attrice Chiaki Kuriyama, dopo averla ammirata nel classico d’azione Battle Royale (2000), l’ultimo film del compianto regista Kinji Fukasaku (una canzone di uno dei primi film di Fukasaku, Battles Without Honor and Humanity, appare anche nella colonna sonora di Kill Bill). Battle Royale è una satira, in cui, in un Giappone del futuro, squadre di studenti liceali in divisa sono costrette a scontrarsi per difendere la propria vita. Kuriyama rappresenta idealmente una vergine adolescente che trafigge i suoi avversari con un coltello a serramanico. Il mondo della malavita di Tarantino ha anche i suoi boss al maschile, uomini che resistono alla minaccia nei confronti della struttura patriarcale, rappresentata da O-Ren, Go Go e Sophie Fatale. Tarantino ha chiamato per questi ruoli alcuni dei suoi attori giapponesi preferiti, fra cui Jun Kunimura (interprete del film di Takeshi Miike, Audition and Ichii: The Killer) nel ruolo del volitivo Boss Tanaka, e Kazuki Kitamura nella parte del Boss Koji. Per gli altri membri del cast, Tarantino si è affidato al produttore giapponese Koko Maeda. Uno dei recalcitranti patriarchi è interpretato da Zhang Jin Zhan, che è anche stato il primo assistente alla regia del film in Cina. E’ stata un’idea brillante, visto che Zhang era uno dei veri Boss sul set pechinese di Kill Bill, e ha costituito un collegamento molto importante fra i vari gruppi linguistici e stili di lavorazione. Per l’ambientazione di Kill Bill, Tarantino ha iniziato a viaggiare in Cina per trovare le location adatte e ad assumere gente del luogo affinchè dirigesse i vari settori. Uno dei primi ad accettare è stato l’apprezzato scenografo giapponese Yohei Taneda (Sleepless Town), che ha costruito, su un gigantesco set di Pechino, un nightclub/ristorante, futura arena delle più ambiziose scene d’azione mai girate. “Ho iniziato a parlare con Quentin nel gennaio del 2001” racconta Taneda “Abbiamo iniziato a costruire i set nell’aprile di quell’anno, e ci abbiamo messo circa 2 mesi per completarli. Sono rimasto colpito dai disegni della House of Blue Leaves, che aveva abbozzato Quentin. Era come il disegno di un bambino che il nostro set gradualmente ha trasformato, anche se la versione finale era molto vicina all’idea originale”. Kill Bill era ormai pronto per essere girato. Ma al festival di Cannes del 2001, quando la Miramax stava per annunciare la nuova, imminente produzione, Tarantino svelò a Harvey Weinstein e a Lawrence Bender che Uma Thurman era incinta. Poiché la produzione era stata già avviata, la troupe reclutata e i set costruiti, la reazione normale di una qualsiasi società di produzione sarebbe stata quella di modificare il cast e andare avanti. Ma quella non era una situazione normale. “Ho già detto che questo è il mio film di “genere” spiega Tarantino “Ma è anche il mio film ‘Josef Von Sternberg’. Se sei Josef Von Sternberg, e stai per girare Morocco nel 1930, e Marlene Dietrich rimane incinta, che cosa fai? Vai avanti e fai il film con qualcun altro? Certo che no. Aspetti la Dietrich. E credo che la storia te ne renderà merito”. Alla fine, racconta il regista, il ritardo è stato forse un bene per il film. “Forse non avremmo dovuto girare così presto” dice Tarantino. “Per un film girato in Cina, Giappone e Stati Uniti, avevamo bisogno di più tempo per la preproduzione. Alla fine credo che il figlio di Uma ci abbia fatto un favore: ha reso il nostro film migliore”. La Thurman ha avuto il bambino come previsto, nel gennaio del 2002 e si è presentata per le riprese di Kill Bill, come previsto, il 2 marzo successivo. IL TRAINING "[Quando facevo la serie televisiva] non ho mai nascosto la mia ignoranza riguardo al kung fu. Se me lo chiedevano, rispondevo: non so niente. E poi facevo qualche mossa che facesse un po’ di effetto. Ero buffo, sicuramente. Quello che volevo dire è che ciò che vedete, ciò che faccio, anche se è aggraziato, veloce e d’effetto, è nulla a paragone di quello che bisogna imparare". —David Carradine, The Spirit of Shaolin: A Kung Fu Philosophy (Tuttle, 1991). Il centro di addestramento di Kill Bill è stato organizzato in un magazzino vicino agli uffici della produzione della nuova società, la Super Cool Man Chu Productions di Culver City, a sud di Los Angeles. Il training si muoveva su diversi fronti: gli attori dovevano studiare la lingua giapponese con i CD e imparare la tecnica samurai Kenjutsu dal loro collega (la star dei film giapponesi) Sonny Chiba, e le mosse di kung fu dal celebre coreografo di arti marziali nonché regista Yuen Woo-ping (Drunken Master). La coreografia dell’azione di Master Yuen era già stata molto apprezzata nel film The Matrix e nei suoi sequel, nonché in La tigre e il dragone. Tuttavia Tarantino era da tempo un fan di Yuen fan, da molto prima che questi diventasse famoso a Hollywood. Infatti, Tarantino è stato fondamentale nell’organizzazione dell’uscita statunitense di Iron Monkey di Yuen (1993), distribuito con il biglietto da visita "Quentin Tarantino Presenta" con la Miramax Films, nel 2000. "Credo che il primo film che ho visto di Master Yuen fosse un film con Jackie Chan intitolato 'Snake in the Eagle's Shadow'", ricorda Tarantino. "Era il 1993 o il 1994, quando mi sono accorto del suo stile di kung fu e ho notato la sua splendida coreografia. Lui era il coreografo di kung fu più fantasioso che avessi mai visto". “In questo film, ho disegnato io le basi dell’azione. Yuen Woo-ping ha detto che non era necessario che ne sapessi molto di kung fu e che era sufficiente capire i film di kung fu. Lui avrebbe fatto il resto. Lui è il regista e coreografo d’azione che ammiro di più. Dopo essersi unito al progetto, mi sono sentito più sicuro di me e ho capito che avrei potuto realizzare qualunque mia idea”. In una prima fase del lavoro, Master Yuen e la sua troupe fanno da istruttori, insegnando agli attori la forma particolare di cinematografia di Hong Kong, nota con il nome di “wire work”, una ginnastica speciale che ha consentito ai personaggi di The Matrix e La tigre e il dragone di librarsi nell’aria sotto la guida di Master Yuen. Un importante punto a favore dello spazio scelto per il training, era il soffitto sufficientemente alto da poter ospitare le gru che venivano usate per sollevare gli attori durante questa ginnastica aerea. E’ stata dura anche per chi pensava di conoscere già la tecnica. David Carradine ammette di aver inizialmente creduto di partire avvantaggiato rispetto agli altri membri del cast. "Pensavo di non aver bisogno del training perché avevo fatto quella roba per 40 anni, invece è stata dura anche per me. Praticamente, ho dovuto imparare tutto da zero”. Dopo lo stretching di prima mattina, avevano luogo delle lezioni d’arte marziale e le prove per la coreografia dell’azione. Di pomeriggio il cast utilizzava invece diversi macchinari per allenarsi. Uno dei problemi era che ognuna delle nuove forme d’arte marziale da loro studiata, faceva leva su muscoli diversi. "Le arti marziali cinesi sono molto diverse, ad esempio, dall’utilizzo della spada giapponese dei samurai " spiega Lucy Liu. “Le spade dei samurai sono molto pesanti e bisogna sempre contrastare la tendenza a piegarsi in avanti. E’ un allenamento molto duro in cui si utilizzano cosce e braccia a causa del peso della spada. Invece, nelle arti marziali cinesi bisogna piegare la parte superiore del corpo. Ognuna di queste tecniche insegna al corpo un linguaggio diverso". "Il combattimento con la spada è un’esperienza che implica intimità" spiega ‘sensei’ Sonny Chiba. "Bisogna saper controllare il respiro e lo sguardo. Devi conoscere il tuo avversario, il modo in cui respira, quello che pensa. Combattere con la spada è una lotta personale, che si basa sui rapporti umani e sull’espressione emotiva e spirituale. Riguarda il cuore e l’anima". La maggior parte del training, specie le tecniche dei samurai, riguardava le donne: Uma Thurman, Lucy Liu, Vivica Fox, e Daryl Hannah. La Thurman e la Fox combattono proprio all’inizio del film, mentre la Thurman e Liu affrontano un importante duello con la spada alla fine di Vol. 1. La Hannah affronta un estenuante training con un feroce Monaco Shaolin (Gordon Liu) in Vol. 2. "Uma ha dovuto imparare, più di ogni altro attore del film, a combattere accanto a gente che l’aveva fatto per tutta la vita" spiega Sonny Chiba "Sono rimasto molto colpito da come era desiderosa di perfezionare ogni cosa prima di ritenerla giusta. E’ una grandissima professionista" Malgrado la sua grande agilità fisica, gli istruttori della Hannah erano forse più colpiti dalla fermezza e dalla determinazione espresse dai suoi occhi. "Daryl ha gli occhi penetranti di un Samurai" afferma Chiba "E’ in grado di raggiungere la massima concentrazione". Oltre ad apprendere un nuovo linguaggio del corpo, alcuni degli attori hanno dovuto anche imparare alcune parole di giapponese. "Tanto di cappello a Lucy e Uma" dichiara la coprotagonista Julie Dreyfus, che conosce molto bene la lingua, oltre all’inglese e al francese. "Ci ho messo anni per imparare il giapponese e loro invece in pochi mesi già dicevano qualcosa, oltre a tutto l’allenamento fisico a cui sono state sottoposte. E sembrano assolutamente credibili”. La Thurman non desidera proseguire con le lezioni di lingua: “Ho cercato di arrivare al punto in cui riuscivo a dire alcune battute in giapponese con sentimento e convinzione, come se sapessi quello che stavo dicendo. Mi dicono che il mio giapponese è comprensibile. E’ questo ciò che volevo”. Nel frattempo Tarantino stava mettendo insieme la sua troupe. Per la fotografia ha scelto il vincitore di Oscar Robert Richardson. Frequente collaboratore di Oliver Stone, per film quali Natural Born Killers e JFK, Richardson, in Kill Bill ha variato il look di ogni sequenza, spaziando dalla live action all’animazione giapponese e viceversa. Afferma il regista: “Questo è il genere di cose che mi piacciono se le vedo in un altro film. Sono espedienti che vengono utilizzati per lo più nei romanzi; ad esempio, nel corso della narrazione in terza persona, improvvisamente un capitolo diventa in prima persona oppure viene raccontato in forma di lettera da un personaggio all’altro. Se gli scrittori godono di tale libertà e la gente li segue senza confondersi, perché mai non dovrebbero farlo anche i registi? Se utilizzi simili strumenti, il pubblico senza dubbio ti segue”. La sequenza d’animazione spettava per contratto a uno dei maggiori studios giapponesi, la Production I.G., che ha prodotto l’animazione più originale e intellettualmente stimolante dell’ultimo decennio, fra cui Ghost in the Shell di Mamoru Oshii(1995) e Jin-Roh: The Wolf Brigade di Hiroyuki Okiura(1999) e Blood: The Last Vampire (2000). “Adoro l’animazione giapponese” afferma Tarantino “perciò, per nulla al mondo avrei consegnato il mio copione a quei tizi, per quanto possano essere bravi, per stare a guardare quello che succedeva. Volevo provare il gusto di dirigere io la mia animazione”. Tarantino ha scritto un copione molto dettagliato su come effettuare ogni ripresa per la sequenza animata che racconta le devastanti esperienze che trasformano O-Ren Ishii nella Regina della Malavita di Tokyo. Poi, durante gli incontri con gli animatori a Tokyo, Quentin ha mostrato loro i movimenti di ogni sequenza, ogni singolo gesto, e ha lavorato con gli animatori per produrre uno storyboard molto dettagliato. Master Yuen spiega che le tecniche da lui insegnate sono più cinematografiche che realmente orientate al combattimento. “Si tratta di acrobazie teatrali tipiche dello stile del nord” dice “molto diverse dal kung fu o dal wushu, lo sport olimpico inventato in Cina e studiato da Jet Li. Quando si studia l’opera di Pechino è quasi come le arti marziali, ma quando la usi è totalmente diversa, per via della cinepresa o del palcoscenico. Lo scopo primario è sempre la performance”. Daryl Hannah spiega questo concetto ancora meglio: “Sono ormai ben allenata nelle arti marziali. Ma mi hanno allenato per mancare il bersaglio. Quindi il colpo che so sferrare è molto forte ma non so cosa succederebbe se riuscissi a centrarlo sul viso di qualcuno!!” CINA Quentin Tarantino, Lawrence Bender e il cast principale sono andati in Cina nel 2002, per continuare il training e la coreografia dell’azione e per cominciare le prove. A metà giugno, il line producer E. Bennett Walsh, il produttore associato Dede Nickerson, il supervisore alla produzione Koko Maeda e il premiato direttore della fotografia Robert Richardson avevano costituito una troupe multinazionale con diverse squadre di traduttori e avevano iniziato il lavoro negli Studios Cinematografici di Pechino, situati nell’area settentrionale della capitale cinese. Costruiti nel 1949, i Beijing Film Studios sono presto diventati il centro principale della cinematografia cinnese. Dopo 50 anni, lo studio è ancora l’unica struttura con dei teatri di posa abbastanza grandi da ospitare il set delle due storie di Kill Bill, con la House of Blue Leaves, l’enorme nightclub e il ristorante che sono la base del boss O-Ren Ishii. Con i suoi parchi, i campi di basket, i dormitori e le piccole bancarelle che vendono cibo, l’enorme complesso assomigliava più a un campus universitario che a uno studio cinematografico. Kill Bill ha impegnato scenografi, stilisti e attrezzisti cinesi, giapponesi e americani. Una squadra di assistenti alla regia cinesi e americani ha supervisionato la produzione. Il primo assistente alla regia americano, Bill Clark, veterano dei film di Tarantino dall’epoca di Pulp Fiction, ha lavorato a stretto gomito con il primo assistente alla regia cinese Zhang Jin Zhan, per coordinare il cast artistico e quello tecnico. "Si tratta di due modi di lavoro molto diversi fra loro” spiega Bender “Gli americani sono molto precisi e si suddividono diligentemente il lavoro da svolgere, mentre i cinesi fanno un sacco di rumore, sono più confusionari ma anche molto più veloci". Durante la prima giornata in Cina, la troupe di Kill Bill è riuscita a mettere a punto ventidue set, cosa mai successa in una tipica produzione di Hollywood. La squadra del design guidata da Yohei Taneda (Giappone) e David Wasco (America) ha coordinato il look del film seguendo le indicazioni di Tarantino. "Quentin è attento a ogni piccolo dettaglio sul set” spiegaa Taneda, “il colore azzurro dello sfondo, la brillantezza del rosso sangue, il modo in cui il giallo spicca su uno sfondo bianco. Possiede un grande dono visivo e descrive accuratamente ciò che desidera. Disegna il set avendo già in mente tutte le riprese”. Dopo aver ultimato la maggior parte del lavoro nei Beijing Film Studios, il cast e la troupe si sono spostati per una settimana in un tempio buddista, in cui ogni giorno dovevano salire una enorme quantità di scale, per 240 metri di altezza, sul lato orientale della Montagna Miao Gao. L’ardua salita verso la tomba era solo un assaggio del rigore previsto dalle sequenze del training nello Shaolin Kung Fu con Gordon Liu, "The Cruel Tutelage of Pei Mei" che vedremo in Kill Bill (Vol. 2). Quando il cast e la troupe sono tornati dalla montagna, sono rimasti alcuni giorni negli Studios di Pechino, dove, nel frattempo, erano stati costruiti dei piccoli set per le sequenze di Hattori Hanzo. Questi set, come la più grande House of Blue Leaves, erano fatti di bamboo, pietra, legno e altri materiali organici che conferivano al luogo un’atmosfera molto reale che aumentava la credibilità della scena. Il ristorante di sushi ha un piccolo bar e un paio di tavoli. La vasta collezione di spade nella soffitta di Hanzo serve come sfondo per un paio di scene fra The Bride e Hattori Hanzo. Questi è un maestro samurai, esperto di spade, che ha giurato di non produrre mai più un’altra “macchina di morte”; lei è una potenziale cliente che vuole persuaderlo a cambiare idea. Questa è la scena in cui la Thurman parla in giapponese. “Lui era già stato il mio insegnante di spade a Los Angeles” racconta la Thurman “e alla fine abbiamo recitato insieme. Io ho ripetuto le parole giapponesi che per mesi avevo studiato, mentre lui cercava di parlare inglese, per cui in quella scena tutti e due eravamo alle prese con difficoltà linguistiche!” Una delle scene che appare praticamente in tutti i film di Tarantino, è il punto di vista da dentro un cofano di una macchina, preferibilmente mentre lo stanno chiudendo. Questa ripresa, non sappiamo se accidentalmente o meno, (con Uma Thurman che guarda Julie Dreyfus dall’alto) è stata l’ultima scena girata in Cina. "Era notte fonda” ricorda Bender “una notte meravigliosa. Ci dispiaceva molto partire". GIAPPONE Le riprese in Cina hanno avuto termine alla 1:00 del 1 settembre 2002 e nei due giorni successivi cast e troupe sono volati a Tokyo per dare inizio alle riprese notturne. “Abbiamo subito tutti una specie di shock culturale” racconta Bender “perché la differenza fra Tokio e Pechino è davvero grande. Inoltre, Tokio non è un luogo facile dove girare. Di recente hanno costituito una commissione cinematografica che ha dei compiti specifici. Mi piace molto Tokio, è una città bellissima ma molto difficile”. Gli esterni di Tokyo comprendevano un inseguimento in strada in cui The Bride, su una moto, segue come un’ombra l’arrogante corteo di macchine di lusso ed elaborate biciclette di O-Ren Ishii. Era il genere di sequenza più complessa di quello che può sembrare, una danza, attentamente coreografata, di numerosi e scintillanti veicoli a motore, con i grattacieli di Tokio che incombono sullo sfondo. Ci sono volute varie notti per ultimare le riprese di questa scena. A quel punto la compagnia ha fatto ritorno negli Stati Uniti per la prima volta dopo 3 mesi. PASADENA Dopo tre mesi di difficili riprese effettuate in Cina e in Giappone, la Thurman, tanto per dirne una, non ha certo avuto problemi a riambientarsi a casa. Quando l’attrice ha fatto il suo primo ingresso sul set americano di Kill Bill, dopo essere tornata dall’Estremo Oriente, sono state le piccole cose a colpirla: Dichiara la Thurman "Ero così felice di essere finalmente a casa, e la sensazione era così strana, perché mi sembrava dovessimo girare un altro film, quando invece ovviamente era lo stesso film" Poco dopo, la Thurman e la sua coprotagonista Vivica A. Fox hanno iniziato a ‘demolire’ la nuova casa di Pasadena, sfondando pareti e lanciando coltelli, in una memorabile resa dei conti fra due ex colleghe di una squadra di killer internazionali. E il Vol.1 è solo l’inizio... |