Nick: NEVERLAND Oggetto: My baby shot me down Data: 26/10/2003 4.11.39 Visite: 86
Stasera ho preferito alla solita ballata con relativa alcolizzazione la visione del quarto film di Tarantino... spettacolo notturno delle 12:30... insieme a me Franti, il suo Amico Andonio e una mia amica... mi aspettava Kill Bill e house, cocktails e acchiappanze per una sera potevano fare almeno di me...here is my opinion... Logo della casa di produzione Shaw Bros... La vendetta è un piatto che va servito freddo. Bang bang he shot me down Bang bang I hit the ground Bang bang that awful sound Bang bang my baby shot me down Nancy Sinatra - Bang Bang (My Baby Shot Me Down)
Quello a cui state per assistere non è un vecchio kung fu-movie di Chang Chen (Le furie umane del kung fu), ma semplicemente Kill Bill, il nuovo, entusiasmante, coinvolgente, ultraviolento capolavoro di Quentin Tarantino, pluriosannato e geniale autore di Le Iene-Cani da rapina (1991), Pulp Fiction (1994) e Jackie Brown (1997), pellicole con le quali ha omaggiato i registi ed i generi popolari che ha sempre amato: il noir gangsteristico di Martin Scorsese e Fernando Di Leo (ma anche quello più intellettuale di Jean-Luc Godard), gli action-movies di John Woo e Ringo Lam senza dimenticare comunque Alfred Hitchcock, Sergio Leone e l'horror di matrice italiana.
Dopo un prologo in bianco e nero, con una irriconoscibile Uma Thurman, dal volto insanguinato, alle prese con il misterioso Bill, di cui possiamo soltanto udire la voce, partono i titoli di testa, commentati dalla Bang Bang di Sonny Bono, interpretata da Nancy Sinatra. Inizia quindi la storia di "beep" o se preferite "la sposa", ex membro, conosciuta con il nome in codice Black Mamba, del gruppo di killer noto come Deadly Viper Assassination Squad (DIVAS), ognuno dei cui componenti si nasconde sotto un nome fittizio ispirato a quello di diversi serpenti velenosi. A capo della squadra c'è lo spietato Bill, ex amante della donna, responsabile, durante la festa delle sue nozze, dello sterminio di tutti i presenti, compreso il figlio che aveva in grembo.
Assetata di vendetta, la "sposa" si risveglia da un coma durato quattro anni e, riacquisite le capacità motorie, torna, armata di spada, sulle tracce dei diversi componenti della DIVAS, con un unico scopo: eliminarli tutti.
Con eventi assemblati in maniera assolutamente non cronologica, divisi in episodi, Quentin Tarantino ci trasporta in questa splendida storia di vendetta, pervasa di quel senso dell'onore tipico dei lungometraggi d'azione e di arti marziali di origini orientali, ma anche dello spaghetti-western. Ogni episodio termina con titoli di coda, accompagnati da temi musicali realizzati con uno stile che ricorda non poco i telefilm degli anni Settanta, i film Western di Leone o i kung-fu movie di Bruce Lee.
In un letto di un ospedale del Texas dove "beep" o Black Mamba o "The bride"...chiamatela come più vi aggrada...si risveglia dal coma in cui era precipitata dopo l'eccidio compiuto durante il suo matrimonio. Da questo momento in poi è un crescendo di tensione e adrenalina. Black Mamba si risveglia dal coma ed intraprende il suo percorso di vendetta nei confronti dei suoi sterminatori.
La sposa si prepara a questo evento apprestandosi con cura. Acquista uno spadone di samurai facendolo fabbricare da un artigiano di Okinawa chiamato Hattori Hanzo (Sonny Chiba, "il più grande attore che abbia mai lavorato nei film di arti marziali" testuali parole di Tarantino) e si dirige a Tokio per affrontare la prima vittima della lista, anke se non è la prima nella cronologia a salti temporali del film, O-Ren Ishii detta Cottonmouth..."Mocassino Bagnato".
"La vendetta non è mai una linea dritta. E' una foresta. E' come in una foresta è facile sbagliare la via... perdersi... dimenticare...da dove si è entrati."
La sposa è al centro della House of Blue Leaves. La tuta gialla e nera, una volta appartenuta a Bruce Lee, è sporca di sangue. La spada costruita da Hattori Hanzo brilla delle luce del locale. Intorno alla sposa, tutta la banda degli ottantotto folli. Un battito di ciglia. Una zoommata stretta sugli occhi della sposa. L'immagine passa in bianco e nero. La musica sale. Comincia il carnaio. I folli balzano in avanti e trovano giusta morte o mutilazione, sotto l'acciaio della sposa. I corpi diventano fontane di sangue. La sposa continua ad uccidere.
Abbiamo così lo splatterissimo ed interminabile duello alla "House of Blue Leaves" (otto settimane di riprese su un set di uno Studio Cinematografico di Pechino), realizzato facendo uso di colore, bianco e nero e silhouettes, in cui la mitica tuta gialla indossata da Bruce Lee ne "L'Ultimo combattimento di Chen (1977)", fa da indumento ad una spietata Thurman che, invidiosa del samurai monco protagonista del classico "La mano sinistra della violenza (1972)" del succitato Chen fa a pezzi i numerosi seguaci del boss yakuza O-Ren Ishii (Lucy Liu), i quali indossano mascherine che sembrano uscite da "Il calabrone verde" (vecchio serial televisivo interpretato da Bruce Lee), in un tripudio di sangue e violenza, splendidamente coreografato dal grande Yuen Wo-Ping l'esperto di coreografia e kung-fu con i cavi già applaudito in Matrix e Matrix Reloaded, nel quale è presente un innegabile tocco di poesia.
Sangue a fiumi e corpi mutilati, a tal punto che in una sequenza di combattimento con Uma Thurman, Tarantino per "mimetizzare" e alleggerire questi aspetti ha dovuto ricorrere al bianco e nero.
"Quando si è impegnati nel combattimento, l'annientamento del nemico deve essere l'unico pensiero del guerriero... questa è la prima e più importante regola del combattimento... annullare ogni emozione e compassione... uccidi chiunque si pone sulla tua via anche fossero Dio o il Buddha... questa è la verità al centro dell'arte combattimento. Una volta appreso questo niente farà più paura anche se incontraste il diavolo stesso. Voglio dirti senza presunzione, che questa è la mia spada migliore. Se nel tuo viaggio incontrerai Dio...Egli verrà trafitto."
Ma c'è anke poesia e questa venatura poetica è riscontrabile, oltre che in un'inquadratura in cui la "sposa" cancella, con la mano, il sostantivo "Bill" scritto nella brina (a comunicare anticipatamente che sarà lei stessa ad eliminarlo per sempre), nel terzo episodio, interamente realizzato a cartoni animati (la cui produzione è stata curata dal noto studio di animazione giapponese Production I. G.), a voler testimoniare una sorta di "ammorbidimento" delle eccessive e massicce dosi di violenza e gore, quasi una auto-censura (i delitti disegnati risultano molto meno impressionanti delle immagini reali, seppur ricostruite in finzione)... il character design dei personaggi mi ha rikordato molto quello della prima serie dell'Uomo Tigre.
Arriviamo infine all'eccezionale scontro finale, sulla neve, tra la "sposa" e O-Ren Ishii, eccezionalmente commentato dalle note musicali della base di Don't let me be misunderstood dei Santa Esmeralda... una specie di Flamenco per un combattimento tra Samurai...geniale!
E la soundtrack beh ci vorrebbe una recensione solo per commentare le scelte musicali di Tarantino poetica, gasante, crescente, malinconica, spagnoleggiante, rockettara, punk-jappo, western, fischiettata... è inutile parlarne beccate la track list e scaricatela tutta io l'ho appena finito di fare e Bang Bang è stata la colonna sonora da me ascoltata per realizzare questo thread...
1. Bang Bang (My Baby Shot Me Down) (Nancy Sinatra) 2. That Certain Female (Charlie Feathers) 3. The Grand Duel - (Part Prima) (Luis Bacalov) 4. Twisted Nerve (Bernard Herrmann) 5. Queen of the Crime Council (dialogue excerpt) 6. Ode to Oren Ishii (RZA) 7. Run Fay Run (Isaac Hayes) 8. Green Hornet (Al Hirt) 9. Battle Without Honor or Humanity (Tomoyasu Hotei) 10. Don't Let Me Be Misunderstood (Santa Esmeralda) 11. Woo Hoo (The 5.6.7.8's) 12. Crane / White Lightning (RZA / Charles Bernstein) 13. The Flower of Carnage (Meiko Kaji) 14. The Lonely Shepherd (Zamfir) 15. You're My Wicked Liefe (dialogue excerpt) 16. Ironside (dialogue excerpt) 17. Super 16 (dialogue excerpt) 18. Uakuza Oren 1 19. Bannister Fight 20. Flip Sting 21. Sword Swings 22. Axe Throws
Ancora una volta, quindi, Mister Tarantino ha colpito nel segno realizzando un'opera che, seppur giudicabile soltanto in parte, in quanto al momento priva del "secondo tempo", è già capolavoro, ed è stato capace di assemblare diverse tecniche di ripresa e regia, nel raccontare un'unica storia di vendetta, ma inevitabilmente venata della consueta ironia, non correndo mai il rischio di abusare in virtuosismi inutili.
In un conclusione un capolavoro anke se incompleto e i dilaoghi alla Pulp Fiction anke se nn presenti nn sono un motivo valido per nn considerare Kill Bill come un'opera d'arte... i veri protagonista del film non è Uma o il resto del cast (anke se la recitazione di tutti è superba) no i veri protagonisti sono Tarantino la sua macchina da presa e la sua musica ...andatelo a vedere assolutamente!
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