Nick: Ahstarte Oggetto: Chomsky e i dilemmi Data: 31/10/2003 0.31.3 Visite: 217
Chomsky nel suo ambiente naturale. Il famoso linguista (ma dicono si occupi a tempo perso anche di politica) è stato di recente ospite d'onore di una conferenza svoltasi a L’Avana e intitolata Dilemmi del dominio. Secondo voi cosa è andato a dire? Bravi. Proprio quello. Diciamo che ne ha approfittato per dare una rispolveratina al repertorio: ha ribadito la sua ferma opposizione alla liberazione dell’Iraq e ha spiegato come Bush si inventi le minacce alla sicurezza per terrorizzare la popolazione ed essere così rieletto. Non risulta che dalla platea qualcuno gli abbia ricordato quella straordinaria opera di fantasia che ebbe luogo l’undici settembre di due anni fa. Chomsky quindi ha lodato la «resistenza» di Cuba contro l’«ostilità americana», ha criticato Aznar per il suo supporto all’azione in Iraq e ha ripetuto che gli Usa vogliono dominare il mondo con le armi. Alla lectio magistralis ha assistito Fidel Castro in persona. Poi verso la fine a Chomsky è venuto in mente che settantacinque rappresentanti del mondo della cultura, dell'informazione, dell'economia sono da aprile nelle carceri cubane per decisione del lìder maximo: ha preso coraggio e ha criticato il provvedimento definendolo «un errore». Un errore. Perbacco. Vi siete mai chiesti come mai a Cuba Raul Rivero dovrà passare i prossimi venticinque anni in galera mentre Chomsky tiene conferenze alla presenza delle più alte autorità del regime? Mah.
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