La politica terra terra

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Nick: Casual
Oggetto: La politica terra terra
Data: 13/2/2006 12.19.19
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Oggi la politica sembra avere un po' smarrito il suo legame con l'interesse individuale e sociale della persona. Che voglio dire? Semplicemente che sul piano storico la nascita dei partiti di sinistra dalla metà dell'800 in poi ha significato l'avanzamento delle istanze dei ceti popolari. Un legame fra condizione economica e scelte di campo, che la politica attuale sembra voler negare con la sua personalizzazione spinta, coi duelli televisivi che la riducono al teatrino dei tronisti, nel quale votare è più o meno la stessa cosa che scegliere tizio o caio in una delle insulse trasmissioni che infestano la televisione dei nostri tempi.

In realtà non è cosi'. Il diritto di voto per tutti e non solo per i ricchi, la gratuità tendenziale di servizi, sanità, istruzione, ecc. ecc. sono tutte conquiste della sinistra. Senza le lotte della generazione operaia di mio padre io non avrei un'istruzione di livello universitario e lui stesso, costretto per ragioni economiche ad abbandonare la scuola dopo il conseguimento della licenza elementare, non sarebbe potuto arrivare almeno alla terza media, grazie al corso delle 150 euro ore, che fu una delle tante conquiste degli anni '70.

La politica dovrebbe essere invece il luogo dell'interesse dei ceti sociali. Se abolisci la patrimoniale e riduci le tasse sui redditi a sei zeri, fai felice i ricchi, ma togli ai ceti meno abbienti strumenti essenziali. Con quei soldi si possono costruire scuole, ospedali, centri culturali, la cui esigenza è sicuramente meno urgente per le classi di reddito che possono scegliere istruzione e sanità privata. Se sei proprietario di X appartamenti guarderai con ostilità qualsiasi misura che calmierando il mercato limiti il tuo profitto, se non ne hai nemmeno una e sei costretto a vivere in affitto il tuo punto di vista sarà diametralmente opposto e sarai favorevole a un costo minore per il tuo bisogno di quattro mura.

In sostanza in un sistema politico sano i ceti popolari votano a sinistra e quelli più ricchi votano a destra, con le ovvie e doverose eccezioni in tutti e due gli schieramenti. Da un lato quegli individui benestanti favorevoli a una società che tenda ad appianare le differenze e dall'altro quelli che pur appartenendo a classi sociali più disagiate nutrono una convinzione fideistica nelle virtù del libero mercato e nella possibilità che "tutti ce la possono fare".

Ma restano eccezioni, fra i lavoratori troverete una grande maggioranza di persone che vota DS, PDCI, Rifondazione, cosi' come fra gli imprenditori ci sarà più gente che vota Forza Italia, perchè vuole stipendi più contenuti, zero tasse, scuole private, cliniche private, ecc. ecc.

In sostanza, se fossi in voi, prima di andare a votare mi chiederei: a quale degli schieramenti appartengo per condizione? Potreste essere fra quelli che beneficiano dell'eliminazione della tassa patrimoniale, ma anche fra quelli che grazie a questa ed altre imposte godono di certi servizi che non potrebbero permettersi se fossero solo privati.

http://rosariodelloiacovo.blog.kataweb.it