Nick: `R` Oggetto: Nuovo Tour TOOL Data: 15/2/2006 1.43.36 Visite: 97
Nuovo album in uscita e nuovo tour per i TOOL, la formazione guidata dal carismatico Maynard Keenan. TOOL saranno in tour in Europa in Giugno e toccheranno l'Italia con ben tre imperdibili shows. 19/06 Milano, DATCHFORUM (Ex Forum) 21/06 Roma, Centrale del Foro Italico 22/06 Bologna, Land Rover Arena
Il nome Tool ha origine dal desiderio dei membri della band di diventare uno strumento (tool appunto) della Lacrimologia (Lachrymology), una 'scienza' creata da Ronald P. Vincent negli anni '40 che ipotizza il piano com e mezzo per migliorare il proprio equilibrio psico-mentale I Tool si formarono a Los Angeles nel 1991, in piena era grunge. Il cantante Maynard James Keenan, il batterista Danny Carey, il chitarrista Adam Jones e il bassista Paul D'Amour riuscirono a forgiare un sound terrificante, claustrofobico, ideale colonna sonora per la pazzia di un detenuto confinato nella cella di isolamento. E' una musica altamente psicologica, che sembra voler schiudere gli anfratti più nascosti della psiche umana, dove il male cova in attesa di essere scatenato da un stimolo esterno. Il sound dei Tool non si limita riprodurre gli insegnamenti dei maestri degli anni 70 (certamente Led Zeppelin, Black Sabbath e Blue Oyster Cult), ma assimila i caratteri di un una serie di band che hanno fatto la storia degli ultimi 20 anni di rock estremo. L'aggressività dei Metallica, la tenebrosità degli Swans, la barbarie dei primi Soundgarden, la tediosità dei Godflesh riecheggiano in un mosaico sonoro altamente spettacolare, un po' in antinomia con l'intento della band di fare musica esistenziale. Ciò che distingue i Tool dalla miriade di gruppi "duri" che popolano le classifiche in quegli anni, è il recupero di certo progressive anni 70, che si avverte già nelle prime composizioni, ma che si paleserà innegabilmente nell'ultimo album, Lateralus. L'Ep Opiate del 1991 contiene 6 pezzi, due dei quali ("Cold and Ugly" e "Jerk-Off") sono registrati dal vivo. Il sound è ancora succube del grunge e dei Led Zeppelin, come dimostra l'iniziale "Sweat". "Part Of Me" è una cavalcata quasi progressive dove il basso è in primo piano. In generale, in questa prima uscita, più che il canto teso e vibrante di Keenan, è la sezione ritmica a farla da padrone. Carey imbastisce ritmiche a rotta di collo, mentre D'amour, in alcuni punti ("Jerk-Off") si esibisce in virtuosismi degni di John Myung (Dream Theater). Il sound è frenetico e compatto allo stesso tempo. Con Undertow, i Tool raggiungono uno stile personale e riconoscibile. Il sound rallenta e s'incupisce ulteriormente, come dimostra "Swamp Song". L'anima blues e passionale della band è presente, ma difficilmente decodificabile, in quanto immersa in un'orgia di distorsioni e ritmi marziali, come in "4°". In "Flood" è, invece, l'anima progressive a uscire finalmente allo scoperto; per i primi 4 minuti gli strumenti disegnano un affresco di dolore e disperazione, ulteriormente scurito dal lamento metafisico di Keenan; il tutto sfocia poi in un rabbioso hard-blues. "Desgustipated" è un lungo calvario industriale alla Einsturzende Neubaten, dove clangori metallici e suoni di presse accompagnano Keenan, che più che cantare, sembra scandire i ritmi del lavoro a una moltitudine di operai alienati. E' il pezzo più originale della raccolta. "Intolerance", "Prison Sex", e "Undertow" sono, invece composizioni più convenzionali, dove a risaltare è l'aggressività dello shout portentoso di Keenan, che si avventa famelico su ogni nota, dotando il sound d'insieme di una pomposità drammaturgica. Dopo circa quattro anni (nel mezzo dei quali D'amour venne sostituito al basso da Justin Chancellor) i Tool pubblicano il secondo album. Se Undertow aveva rappresentato l'apice formale della band, Aenima è qualcosa di diverso. Segna il superamento del classico formato di canzone rock (che pure aveva accompagnato i Tool fino ad allora), ed è l'approdo deciso verso territori più marcatamente progressive. L'angoscia e il dolore sono veicolati da lunghe suite, intervallate da intermezzi strumentali che raccordano i vari movimenti. "Third Eye" e "Die Eier Von Satan" sono l'emblema della sperimentazione a cui sono arrivati i Tool. Il singolo "Stinkfist" è l'episodio che più ricorda il vecchio stile, mentre in "Eulogy" si fatica a trovare un baricentro, tanti sono i cambi di ritmo. Nel 2001 con Lateralus, un album forse meno incisivo di Aenima, ma le cui atmosfere sono più avvolgenti. I Tool con questo album dimostrano di aver raggiunto la loro maturità artistica e di poter affinare ulteriormente le loro capacità creando musica come nessun'altro sa fare.
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