Nick: Bostik Oggetto: ehm Data: 10/11/2003 1.11.27 Visite: 48
O vico di Viviani l'ho portato in scena una numero immemorabile di volte (essì, ho fatto pure lo sceneggiatore/scenografo/regista/macchinista) Per quanto riguarda il dialetto, mi permetto di dissentire, Rosario: Anche se quasi coetanei (Viviani è mato nel 1888 Eduardo nel 1900), Viviani e De Filippo hanno rappresentato momenti molto differenti nella vita culturale e teatrale, napoletana e non. Viviani con i suoi innumerevoli personaggi (che tra l'altro hanno avuto enorme successo in tutt'Europa) 'O sunatore 'e pianino, o scupatore, 'o cucchiere, , 'O tramviere, 'O mariunciello, 'O scugnizzo, ha rappresentato un tipo di commedia, di napoletano, di rappresentazione teatrale del tutto opposta a quello di Eduardo, (ovvero a quella scuola che possiamo definire "Nuovo teatro napoletano") di ispirazione fortemente pirandelliana. E in questo, l'elasticità del dialetto napoletano è venuta incontro ai due: con Viviani un dialetto evocativo, macchiettistico, caratteristico, minaturistico e chi più ne ha, ne metta. Con Eduardo invece si rappresenta il dissidio, l'umanità del Dopoguerra, più lacerata, un tipo di teatro che si stacca anche dalla vecchia scuola napoletana e arriva Oltre Oceano, si pone nella schiera del moderno dei suoi tempi. In questo la nostra Lingua Napoletana ha aiutato entrambi: duttile, straordinariamente ricca..la lingua napoletana ha consentito a Viviani ed Eduardo di rappresentare "o vico " in maniere diversissime ma egualmente ricche, veritiere: il primo con o' sunator e pianino o magari con Don Enrico che sta for o vico..il secondo con Gennaro Iovine e la sua famiglia che aspetta che ...adda passa' a nuttata in Napoli Milionaria.. MAro' scusate stu trattato ro' cazzo ma l'argomento mi piace tantissimo ,P |