Nick: pearl jam Oggetto: Non c'è un vero motivo Data: 25/2/2006 5.27.37 Visite: 155
La gente del bingo è gente strana. Perlopiù, tutti i giocatori d'azzardo lo sono. Non si guardano mai in faccia, se non in rare occasioni. Fumano, nel solo tempo di gioco, un pacchetto di sigarette e più. Di solito, sono Rothmans o Merit. Gli uomini hanno tutti la barba incolta (salvo i giovinotti diligentemente accompagnati da fidanzate truccate come una prima del circo) e le donne sono o troppo vecchie o, nel caso gli anni siano ancora dalla loro, troppo consumate. Vere pietà vestite di nero, coi capelli troppo unti ed uno sguardo arreso. La gente del bingo la riconosci perchè pare fare parte dell'arredamento. Uomini come sedie, incastonati dentro quei tavoloni rotondi che poco hanno a che fare con la democrazia di Re Artù. Loro non sono padroni nemmeno del loro destino. Tutti con aria triste e smunta, e se qualcuno sorride, lo fa di rabbia. Le manche durano un minuto e mezzo, dentro il quale, se guardi le facce di tutti, ci vedi tutte le loro vite. Sognano e aspettano e un altro numero uno solo, come un treno che non arriva mai e chissà dove ti debba portare. Loro, i signori e le signore, sembrano essere lì con uno di questi scopi: passare il tempo, cercare di arricchirsi, trascorrere una serata diversa all'insegna di piccole scosse d'adrenalina o almeno fuori di casa. La realtà, almeno a osservarli, mi appare ben altra. La gente del bingo giace in quelle sale, ansimanti e distrutti, per il solo motivo di ingannare l'angosciante attesa. Loro non vogliono vincere, non vogliono cambiare la loro vita. Non saprebbero nemmeno da dove cominciare. Attendono ansiosi e sporchi di troppi caffè che il tempo passi, e li inghiotta. Aspettano che un terremoto apra la terra sotto i loro piedi, e gli mostri una ragione. Sono tutti così. Il signore avanti a me compera due serie intere. Nelle passate più onerose, si tratta di 36 euro per 1 minuto e mezzo. Non le guarda nemmeno le cartelle. Si gira e pare studiare tutti. Si drizza sulla sedia, si gratta il capo con accurata pazienza. Non vuole vincere. Il monitor lampeggia, ha appena vinto 1600 euro. Lui non si scompone, chiama un tizio, che ne chiama un altro, e il gioco si ferma. Ma per lui il gioco, pare esser fermo da anni. Ci sono le signore addette alle pulizie. Donne con meches che ricordano il tempo dei tempi. Colori canarino dipinti dentro un cenere di vecchiaia. Hanno anche loro il muso duro, e anche loro aspettano. Si uniformano alla massa del bingo. Questi strani esseri che gravitano nelle notti del nulla. Sono le 3.23 del mattino. Abbiamo perso un po' di soldi io e il mio socio. Un po' mi affanno a cospargermi il capo di cenere io, il mio socio quasi se la ride. Abbiamo ammazzato un po' di tempo noi, perso qualche soldo che non avevamo e riso di battute e caffè e altre amenità del caso. Usciamo. Ci saranno 40 persone in sala ora. Con un'età media di 55 anni. Maschi e femmine in egual numero. La notte non termina qui per loro, perchè per loro la notte, non è mai cominciata. Rubano tempo su tempo, sperando che qualcosa non cambi. Ne hanno avuto abbastanza loro, ora è tempo di sedersi ed aspettare che il panariello porti qualche ridarola, e imprecare contro la sfortuna che li ha fatti nascere essere umani. "Non so piu' chi sono.Sono il fantasma d'uno sconosciuto." |