Nick: harding Oggetto: il telecomando Data: 18/11/2003 22.57.48 Visite: 154
Era una serata qualunque di un autunno piantato all'inizio degli '80. Da poco avevamo la tv a colori e i miei l'avevano messa in camera mia. Ogni sera, ma praticamente si iniziava dal pomeriggio, un piccolo gruppo si riuniva davanti a questo scatolone comandato a distanza da una scatoletta più piccola. E' strano come certi ricordi infantili siano più tattili che visivi. Ricordo la consistenza del telecomando, la forma arrotondata dei tasti ed il solco che lo divideva in due gusci ma non ricordo la marca, nè il colore. Dava una sensazione di quieto potere avere il telecomando. Fino a quando non c'era papà ero io ad averlo. Era ancora un'ora preserale. Niente tg, un semplice telefilm che i miei seguivano dalle poltrone davanti al divano sul quale io giocavo a qualcosa. Il telecomando stava su un tavolinetto accanto a mio padre. Ad un tratto il tavolinetto si scostò dalla poltrona di papà per andare a sbattere con violenza contro la parete della mia camera. Come in una giostra assurda anche le poltrone dei miei iniziarono a vagare per la stanza, con loro sopra. Il più pesante divano dove ero seduto oscillò come una barchetta in una tempesta. Scesi da lì sopra ed ebbi la sensazione di non riuscire a toccare il pavimento. Mio padre mi afferrò per un braccio e, con dall'altro lato mia madre, facemmo la cosa più stupida che si possa fare durante un terremoto: scendemmo per le scale. Prima di uscire, con la coda dell'occhio, vidi il telecomando che, caduto dal tavolino, sembrava volerci seguire. Qui i ricordi si fanno confusi ma la sensazione fu quella di non aver mai toccato nessun scalino con i piedi. Arrivammo giù al palazzo che tutto intorno a noi oscillava ancora. Stemmo molto tempo in quel cortile. Un tizio con la radiolina dava delle notizie terrificanti ma io bambino non ne comprendevo la tragicità a pieno. Quando risalimmo la casa era piena di ferite sui muri ma il telecomando non lo trovammo mai più. |