UNIONE NAZ. FORZE DI POLIZIA

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Nick: ChelseaFC
Oggetto: UNIONE NAZ. FORZE DI POLIZIA
Data: 30/11/2003 3.30.8
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Esemplare collegamento fra gruppo di estrema destra (Destra Nazionale) e sindacato di forze di polizia (l’Unione nazionale forze di polizia - Unfp). Ne denunciano la gravità anche diversi poliziotti democratici come Claudio Giardullo, segretario generale del sindacato di polizia Silp-Cgil.
Buona lettura.

di Gianni Cipriani

“Il modo di vivere dei Comunisti è cattivo e maligno, essi sono un’organizzazione internazionale criminale (…) Il loro obiettivo primario è l’invasione sistematica della nostra Nazione da parte di zingari, albanesi, marocchini ed islamici di vario colore, propendono affinché vengano riconosciute di fatto le famiglie omosessuali e vorrebbero affidare a questi pervertiti la custodia di bambini . Il loro sogno perverso è un’Italia piena di zingari, islamici, omosessuali e prostitute (…) questi senza Dio vogliono fare della nostra Nazione un gigantesco bordello a cielo aperto. Sono dei nemici e vanno combattuti con ogni mezzo, è razzismo è discriminazione è violenza il volerci imporre la convivenza forzata con la spazzatura dell’umanità”. Frasi che si commentano da sole. Magari, qualcuno potrebbe pensare, proclami da Ku Klux Klan in salsa italiana. Esagitati che, come insegna un detto sagace, “se la suonano e se la cantano”. Peccato che non sia così. Peccato davvero. Perché questi ed altri proclami sono il programma di un gruppuscolo di destra estrema che si chiama Destra Nazionale, ha come emblema l’aquila della Cia americana con l’unica differenza del tricolore, là dove c’è scritto United States of America.

Non basta. Il vero motivo di preoccupazione è che questo gruppo è direttamente collegato con l’Unione nazionale forze di polizia (Unfp), un’associazione di cui fanno parte agenti di pubblica sicurezza, carabinieri, finanzieri e agenti della forestale e della polizia penitenziaria. Un gruppo coordinato da Giuseppe Scarano, il quale presta servizio regolarmente in polizia, attualmente nella questura di Milano. E non è finita: nei progetti di Destra Nazionale c’è quello di costituire i “Reparti di protezione nazionale” che dovrebbero avere tra i loro compiti: “Segnalare alle autorità di polizia qualsiasi reato relativo all’incolumità della persona e della proprietà sia pubblica che privata; collaborare se richiesto con le autorità dello Stato e con tutte le forze di polizia per concorrere agli atti richiesti alla tutela della sicurezza nazionale e dell’ordine pubblico in caso di gravi turbamenti, nonché della salvaguardia del patrimonio artistico, naturale, ambientale della Nazione”.

Come è evidente, si parte da un gruppuscolo di estrema destra, si passa ad un sindacato interforze di polizia (piccolo ma riconosciuto) e si approda ai “Reparti”, che dovrebbero essere chiamati per operazioni nel campo della sicurezza e dell’ordine pubblico. Quanto basta per essere allarmati, soprattutto in una congiuntura politica nella quale si sta aprendo una via del tutto confusa in direzione delle polizie locali e si vogliono dare più poteri alle polizie private. Insomma: è sempre più evidente il rischio di una deriva legislativa che potrebbe istituzionalizzare “milizie” e “sceriffi”. Ed in linea teorica autorizzare in futuro qualche governatore o sindaco a dare una “patente” ad organizzazioni di tal fatta, nonostante i loro proclami ed i loro progetti estremisti.

Una preoccupazione della quale, tra gli altri, si fa interprete Claudio Giardullo, segretario generale del sindacato di polizia Silp-Cgil: “Fino ad ora, l’Amministrazione ha sempre lavorato con molto scrupolo per eliminare rigurgiti reazionari e fascisti e far prevalere la più ampia democratizzazione, come sancito dalla riforma di polizia. Ma adesso? Questi segnali che si notano sono solo determinati dalla presenza del centro-destra al governo per la quale, senza che ci sia nessun preciso indirizzo, qualcuno si sente autorizzato a rispolverare un po’ di autoritarismo, ovvero è in atto qualcosa di più strutturale che rischia di portare ad una rottura della cultura democratica che ci contraddistingue? Mi domando ancora se la decisione del governo di favorire ancora di più gli agenti di polizia che provengono dai ranghi militari, sia un ostacolo o no alla diffusione di una cultura aperta e civile nelle forze di polizia”.

Domande più che legittime. Proprio perché i segnali fanno pensare. E’ difficile ignorare che accanto ai progetti di devoluzione e di privatizzazione si siano messi in moto meccanismi che, se non governati con prudenza e intelligenza, potrebbero innescare una stretta autoritaria. Difficile non vedere il moltiplicarsi di gruppi, associazioni e quant’altro che si preparano a gestire la sicurezza locale o privata nel prossimo futuro. Difficile non vedere come si sia messa in moto un’area che va dalla destra fino alla destra estrema.

E proprio in questo contesto, diventa difficile leggere come se si trattasse di una barzelletta, uno degli ultimi proclami di Destra Nazionale: “Nei prossimi mesi l’Italia potrebbe essere investita da attacchi di una violenza inaudita da parte dei paesi islamici del bacino Mediterraneo. La nostra Nazione potrebbe essere distrutta prima ancora che le forze alleate intervengano in ausilio delle forze armate presenti sul territorio. Quanti di loro ci attaccheranno? Basteranno le sole forze armate e di polizia a proteggerci? No. La nostra difesa parte da noi stessi con i Reparti di Protezione Nazionale che in caso di grave pericolo saranno un valido supporto alle forze armate nazionali”. Si potrebbe dire, con amarezza, che si tratta degli “effetti collaterali” dell’11 settembre e della guerra all’Iraq.