Nick: K|NT4RO Oggetto: Shaman's Blues Data: 1/12/2003 17.7.29 Visite: 76
Il lavoro umano! è l'esplosione che di tanto in tanto illumina il mio abisso. "Niente è vanità; alla scienza, e avanti!" grida il moderno Ecclesiasta, ossia Tutti. Eppure i cadaveri dei malvagi e dei fannulloni ricadono sul cuore degli altri... Ah! presto, fate presto; laggiù, al di là della notte, quelle ricompense future, eterne... le scansiamo?... - Che fare? Il conosco il lavoro; la scienza è troppo lenta. Che la preghiera galoppa e la luce scroscia... lo vedo pure. È troppo semplice, e fa troppo caldo; faranno a meno di me. Ho il mio dovere, ne sarò fiero al modo di molti, mettendolo da parte. La mia vita è consunta. Su! fingiamo, poltroneggiamo, che pietà! Ed esisteremo divertendoci, sognando amori mostruosi e universi fantastici, lagnandoci e disapprovando le apparenze del mondo, saltimbanco, accattone, artista, bandito, - prete! Sul mio letto d'ospedale, l'odore dell'incenso mi è tornato così prepotente; custode dei sacri aromi, confessore, martire... In ciò riconosco la sporca educazione della mia infanzia. E poi!... Tirare avanti vent'anni, se gli altri vanno avanti per vent'anni... No! no! ora mi ribello contro la morte! Al mio orgoglio il lavoro appare troppo leggero: il mio tradimento al mondo sarebbe un supplizio troppo breve. All'ultimo momento, attaccherei a destra, a sinistra... Allora, - oh! - povera cara anima, l'eternità sarebbe forse perduta per noi!
  |