Nick: NEVERLAND Oggetto: Brucia la retina Oscar O' Rey! Data: 9/12/2003 13.10.32 Visite: 336
Chiudere gli occhi, lasciar volare liberamente il pensiero e farsi trasportare dalle emozioni: è quanto hanno fatto i Casertani ieri sera accorrendo al Palamaggiò di Castelmorrone per riabbracciare il campione più amato... Oscar Daniel Bezerra Schmidt! Quanti ricordi e piacevoli sensazioni, in un mix quasi surreale che neanche le parole possono spiegare fino in fondo, hanno assalito gli sportivi Casertani fino a far scorrere la classica lacrimuccia sul volto dei più sentimentali. Eh si, è innegabile che per una generazione di appassionati cestofili Oscar ha rappresentato l'idolo, il campione, in campo e fuori, da inneggiare, incoraggiare, sostenere, in una sola parola da amare!
Sono trascorsi ormai ben 13 anni da quando le strade della Juvecaserta e di Oscar si sono biforcate e mentre da un lato s'avverte il peso del tempo trascorso, dall'altro sembra ieri quando "O' rey" bruciava la retina in canotta bianconera. Il legame che ha unito il campione, nonché l'uomo, alla gente di Caserta è sempre stato speciale ed unico come quello di Napoli con Maradona, conseguentemente il bagaglio dei bei ricordi è sempre pieno e gelosamente custodito nel cuore.
"Chiamale se vuoi...emozioni" cantava Lucio Battisti e proprio questa canzone è stata la colonna sonora del film immaginario proiettato ieri sera al Palamaggiò per tutti coloro che per tanti anni sono accorsi al palazzetto a gridare "Oscar mitraglia è il grido di battaglia" oppure "Brucia la, brucia la, brucia la retina Oscar o'rey brucia la retina".
Citando alla rinfusa vekki rikordi vengono subito in mente le 5 bombe consecutive mandate a bersaglio contro la Granarolo di Gamba che ribaltarono il -16 del 20' regalando il successo alla Mobilgirgi. Ed ancora la tripla del pareggio contro il Real Madrid nella finale di Coppa delle Coppe che mandò le squadre all'overtime. I 60 punti infilati nel canestro della Berloni in una magnifica vittoria esterna sul parquet di Parco Ruffini a Torino. Le sfide al calor bianco con Sbaragli nei derby con Napoli e...tanto, tanto altro!
Difficile se non impossibile quando si parla di Oscar stabilire con inequivocabile certezza quando finisce l'immensa classe del campione di basket ed inizia la grandezza indefinibile dell'uomo. D'altronde non può essere un caso se il brasileiro è stato sì temuto da giocatori e tifosi rivali ma pur sempre stimato ed apprezzato. Si dice che nella vita si raccoglie ciò che si semina ma troppo spesso non si riesce a trovarne, nel vivere quotidiano, un riscontro tangibile. Allora proviamo a pensare all'entusiasmo con cui sia i compagni di un tempo che gli ex avversari hanno aderito e partecipato all'Oscar Game e allora possiamo affermare che c'è del vero nel detto appena citato.
I non più giovani tifosi Casertani la vekkia guardia dell'inferno bianconero erano tutti al Palamaggiò anke se parekki di loro tifavano nn più dall'amata curva ma sparsi tra tribune e gradinate. Si erano tutti li con al collo l'amata sciarpetta bianconera, quella degli anni d'oro sempre gelosamente ben conservata nell'armadio... erano tutti li a vivere una serata d'altri tempi per la gioia degli occhi e soprattutto del...cuore! Insomma è andata in onda la nostalgia, canaglia per chi la vuole tale, un bagno nel passato, un passato che aiuta a vivere... sono tutti tornati indietro nel tempo... i capelli più radi... un pò di pancetta in più... sono passati venti anni... venti anni quando il Palamaggiò fu inaugurato con le "mezzanelle" a fare da parete... erano tutti un pò più giovani... ma è ancora vivo il ricordo di tanti amici che non ci sono più, a cominciare dal cavaliere Maggiò, ricordato da Gigi Lamberti in conferenza stampa. Se c'è stato tutto questo: il Palamaggiò, l'Oscar Game, se Caserta è stata la regina d'Italia, se esiste il Palamaggiò, la reggia del basket, è solo per merito suo e, ironia della sorte, il destino di quel palasport si deciderà proprio tra qualche giorno. Speriamo tutti che mandarlo all'asta, non significhi la sua rovina.
Con Gianni Maggiò sono state ricordate tante persone che negli anni 80' fino allo scudetto, hanno accompagnato le nostre domeniche giù al Palamaggiò. All'epoca qualcuno pensava che quel ragazzone dall'aria simpatica fosse un tipo un pò strano. Era arrivato al Palamaggiò in un giorno del 1982 ed aveva iniziato a tirare palloni contro il canestro da posizioni impossibili, da sempre più lontano. La gente osservava la parabola del pallone in aria, il sibilo lieve della sua traiettoria, il leggero scuotersi della retina. Un canestro dopo l'altro. E quel ragazzone venuto da Brasile continuava a sorridere e tirare, da posizioni sempre più difficili, da sempre più lontano. Due anni dopo, all'inizio del campionato 1984-85, la gente, finalmente, capì. Fu quando in campo scesero dapprina dei seri signori che iniziarono a prendere delle misure, quindi degli imbianchini che aggiunsero due linee al campo, due semicerchi intorno al canestro. Era il modo di sentirsi un pò più vicini alla Nba dei maestri Usa. Il sorriso del ragazzone biondo, che la gente di Caserta aveva imparato ad amare, si allargò. La linea da tre punti lui la vedeva anche quando non era stata ancora inventata. Ecco perchè quando gliela misero davanti ai piedi per lui non cambiò nulla: tirare da posizione impossibile era normale. Il ragazzo che segnava "da dove nessuno ci riusciva" divenne "'o rey do triples" e il Palamaggiò fu la sua reggia. A Caserta regalò punti, sorrisi e quelle parabole lievi che arrivavano a canestro ed allargavano il cuore.
Ha scritto bene Oscar nella sua presentazione, vorrei che la partita durasse 2 giorni e non due tempi, per salutare tutti, per stare insieme a tutti. Ogni appassionato del basket di Caserta e non, ha nel cuore un pò di spazio per la squadra che fece sognare il sud, per il miracolo di Caserta cestistico, per Oscar. Noi Casertani siamo fortunati ad avere un testimone di quel tempo, Nando Gentile, lo vediamo ancora fare quelle "pazzie" che faceva quando aveva 15 anni, quei tiri, quelle entrate, quel suo sottomano mancino. Vediamo Enzino Esposito fare la differenza, vediamo Franco Marcelletti, salutato sempre come il professore, abbiamo visto Boscia Tanjevic vincere in Italia ed in Europa,e abbiamo visto con piacere tanti altri, anche Dino Meneghin che a Caserta odiavamo abbastanza ai tempi d'oro. Si sa, lui allora era un "nemico" della Milano da bere, che ci è andata di traverso più volte, ma digerita eccome, il 21 maggio del 1991.
Spettacolo! E' l'unica parola che salta in mente per dare un comento all'Oscar Game di ieri sera. 5.000 appassionati Casertani si sono nuovamente lasciati incantare dal grande Oscar...come ai vekki tempi! La festa è iniziata anke prima delle 21... grande la coreografia disposta dall'Inferno Bianconero per tutto il Palamaggiò per festeggiare in modo degno il ritorno di O' Rey! La serata è iniziata con la classica presentazione all'Americana, con l'entrata finale di Oscar, a quel punto dalle gradinate dell'impianto sono scesi dei bandieroni verde-oro, a simboleggiare il Brasile e a ringraziarlo quasi per aver dato vita ad un campione come Oscar!
Mitraglia era visibilmente emozionato e lo si è notato visibilmente nche durant la partita visto che "Mao Santa" ha fallito i primi quattro canestri...ma poi è tornato ad essere quello di sempre e alla fine ha realizzato 35 punti. La festa è stata allietata da ballerine Brasiliane, ragazze pon pon, gruppi di percussionisti afro-brasiliani che hanno continuato a suonare i tamburi per tutta la durata dell'incontro. Sembrava di essere davvero a Rio de Janeiro ieri sera al Palamaggiò....e quando a ritmo di samba è entrato in scena Oscar l'entusiasmo del pubblico era già alle stelle!
Grandissima commozione negli occhi del campione brasiliano mentre attraversava il cono di luce che lo ha riportato sul parquet del Palamaggiò. La fanfara dei bersaglieri in congedo presieduta dal Casertano Corrado Piccolo ha reso subito suggestiva l'atmosfera già carica di emozione. Dai tempi della serie A non si vedevano le curve strapiene. Poi, l'inconfondibile voce della Juvecaserta, Gennaro Mercogliano, ha introdotto la serata e il presentatore della manifestazione, Flavio Tranquillo, mentre i 5000 e più scandivano il nome del numero 18 della Juvecaserta. Al ritmo del samba le formazioni dell'Oscarfriend e dell'Associazione Nazionale Basket Artisti hanno sostenuto la fase di riscaldamento, mentre i tecnici Boscia Tanjevic, Franco Martelletti, Gigi Lamberti, Antonio Zorzi studiavano le geometrie tattiche per centrare l'obiettivo: divertire e divertirsi nel nome di Oscar. Tanti i ricordi nel fotografare il quintetto iniziale con Oscar, Lopez, Gentile, Esposito (autore del primo canestro degli Oscarfriend) e Dell'Agnello. Mascotte della serata il cane Ettore, protagonista di tanti simpatici spot della Tim. Per gli Oscarfriend si sono avvicendati sul parquet, insieme al figlio di Oscar, Felipe, i vari Francesco Boselli, Claudio Capone, Sandro Dell'Agnello, Sergio Donadoni, Enzo Esposito, Cristiano Fazzi, Pietro Generali, Nando Gentile, Renato Giannini, Giorgio Glouckov, un irriconoscibile Tato Lopez, senza barba e senza l'inconfondibile capello lungo, Fausto Lovatti, Mario Simeoli, Tonino Tufano, Emilio Vigori. Per l'Associazione Nazionale Basket Artisti Fabrizio Ambrassa, Guido Baratta, Giulio Casale, Marcelo Damiao, Fabrizio Frizzi, Pierluigi Marzorati, Carlo Massarini, Dino Meneghin, Stefano Nosei, Mario Ortiz, Peppe Quintale, Antonello Riva, Rosaura Sanchez, Stefano Sarcinelli, Andrea Francolino, Pietro Colnago, Oscar Torres.
Ogni bomba di Oscar era salutata da un'ovazione, in quel che è stato il festival delle triple. Intervallo a tutto Brazil con le ballerine brasiliane ed acrobazie. Nella notte di Oscar tante le premiazioni: da Fabrizio Frizzi, in qualità di presidente della Nazionale Basket Artisti, ai fratelli Ornella e Gianfranco Maggiò, a Boscia Tanjevic, a Dino Meneghin. I maggiori riconoscimenti ed attestati di simpatia e riconoscenza sono andati ovviamente ad Oscar che a 45 anni ha detto addio al basket giocato, colui che ha dato tante emozioni a tutti noi Casertani e che ha portato il nome della nostra città, con onore, in giro per il mondo intero.
A fine partita terminata 94-82 per gli Oscarfriends i circa 5.000 tifosi hanno potuto assistere al momento più commovente della serata... Oscar si è portato a centro del campo e tra le lacrime ha parlato al pubblico per una decina di minuti: "Quando mi chiesero di venire a Caserta mi dissero che questa era una città del sud, piccola e dimenticata... ma quando me ne sono andato io tutti conoscevano Caserta... sarei rimasto a vita a Caserta. Porterò nel mio cuore per sempre la città, i tifosi e la gente. Ringrazio Tanjevic che mi ha portato qui e soprattutto il presidente Giovanni Maggiò. Il giorno in cui è mancato è stato il più triste della mia vita, è come se fosse morta una parte di me". Tra gli applausi commossi del pubblico l'idolo Brasiliano si è poi diretto verso la gradinata dell'Inferno Bianconero dove ha ricevuto abracci e strette di mano da tutti i tifosi bianconeri...versando lacrime insieme a loro. Per loro e per tutti coloro che amano il Basket Oscar sarà sempre O' Rey!
Nessuno a Caserta ha voluto mancare all'addio di Oscar al basket, e lui commosso ha ricambiato offrendo come sempre spettacolo e calore ai suoi ex tifosi, accorsi in oltre quattromila al palazzetto: un'ovazione ha accolto l'ingresso in campo del campione brasiliano per l`ultima esibizione di un fuoriclasse nei suoi otto anni a Caserta è riuscito con la sua classe, ma anche con umiltà a trasformare un'ambiziosa società di provincia in una protagonista del basket Italiano ed Europeo. Oscar, inserito nella "Hall of fame" del basket, detentore del record mondiale assoluto di punti realizzati in carriera (ben 49.703) ha rivelato: "Ho rivisto tanti vecchi amici - ha detto tra le lacrime - ho riprovato quelle stesse emozioni di un tempo, e ho riabbracciato un pubblico che ha fatto parte di otto anni meravigliosi trascorsi a Caserta".
ancora grazie O'Rey... non ti dimenticheremo mai e il nostro cuore non si scorderà mai quelle Domeniche al Palamaggiò quando dopo l'ennesimo tiro da tre dalla curva e da tutto il palazzetto un solo grido si alzava... "Oscar mitraglia è il grido di battaglia" "Brucia la, brucia la, brucia la retina Oscar o'rey brucia la retina". Arrivederci Oscar! Fonti: Il Mattino Corriere di Caserta Baskettiamo |